PARAMETRIZZAZIONE
DEGLI ATTRIBUTI NECESSARI ALLA REALIZZAZIONE DEL MODELLO
DATI DI CAMPAGNA
ACQUISITI E DA ACQUISIRE CON ATTIVITA' DI RILEVAMENTO
Le indagini si sono inizialmente riferite alla colata campione #1 (Chiappe
di Sarno - Curti) per le sue caratteristiche di relativa semplicità tipologica
e di sufficiente complessità evolutiva. Il complesso di fenomeni di scivolamento
di suolo - colata di fango, attivati dalle precipitazioni del maggio 1998,
sono infatti distinguibili in diverse classi tipologiche sulla base dei
meccanismi di innesco (zone di origine) ed anche dei caratteri di evoluzione
(zone di canale ed accumulo).
I dati raccolti per la colata #1 hanno consentito di approfondire alcuni
aspetti generali relativi alle problematiche di innesco e di sviluppo
spazio-temporale dell'evento considerato nonché di selezionare parametri
e relativi valori da impiegare nelle simulazioni. Sono state infatti raccolte
informazioni qualitative e quantitative, di tipo morfometrico e sedimentologico,
in corrispondenza di numerose stazioni dì misura lungo tutto il percorso
della colata, dalla zona sorgente a quella di accumulo. Altre stazioni
di misura sono state inoltre ubicate anche al di fuori del settore coinvolto
dal fenomeno campione #1, sia in aree prossime ad altre colate oppure
in zone per niente coinvolte dall'evento del maggio 1998. In tal modo
si sono raccolte informazioni sui depositi detritici di copertura e sui
caratteri delle colate per un settore ben più ampio di quello relativo
al solo fenomeno campione (#1) considerato nelle simulazioni.
I risultati del rilevamento, relativi a tutte le colate innescate dall'evento
dei maggio 1998, sono stati riportati su supporti cartografici in scala
1:5.000 (prodotti dalla ditta Rossi sulla base dei voli aereofotogrammetrici
a colori, realizzati all'indomani dell'evento su richiesta della Regione
Campania). In collaborazione con il gruppo di lavoro "Cartografia e GIS",
operante presso l'Area della Ricerca di Cosenza, i risultati cartografici
sono in via di digitalizzazione ed incameramento in un sistema informativo
geografico per le successive elaborazioni.
Nel prosieguo delle attività, con gli stessi criteri sino ad oggi usati,
saranno rilevate le aree delle zone di frana, dall'area sorgente all'area
di accumulo, che si andranno a simulare (circa 6-7 aree).
PARAMETRIZZAZIONE
DEI FENOMENI STUDIATI E DEFINIZIONE DEL MODELLO
Le attività per definire la parametrizzazione dei fenomeni studiati e
definizione del modello sono iniziate già all'indomani dell'evento calamitoso
del maggio 1998. Nei giorni immediatamente successivi all'evento il Dott.
Romeo Toccaceli ha effettuato analisi geologiche e geomorfologiche del
territorio interessato dagli eventi franosi catastrofici mediante fotointerpretazione,
a varie scale, sulla copertura appena approntata. A supporto di questa
analisi sono state eseguite a terra rilevamenti e sopralluoghi di dettaglio
di aree campione per la taratura del lavoro di fotointerpretazione e voli
in elicottero.
Nel mese successivo, in collaborazione con esperti dell'U.S.G.S. di fama
internazionale (S. Ellen, S. Cannon, G. Wieczorek), i ricercatori afferenti
al gruppo del Prof. Merenda, il Prof. Di Gregorio ed il Prof. Nardi, sono
state pianificate e realizzate fasi di impostazione del rilevamento di
campagna e quelle di implementazione del modello di simulazione mediante
AC, al fine di approfondire i meccanismi di innesco e di sviluppo dei
fenomeni di colata detritica innescati nel maggio 1998 nonché per individuare
i parametri più significativi da introdurre nel codice di simulazione.
E' stata, tra l'altro, approntata una scheda di rilevamento per uniformare
le fasi di rilevamento in campagna.
E' stato in tal modo analizzato il contesto geomorfologico in cui l'evento
si è sviluppato, pervenendo alla individuazione dei principali processi
morfogenetici che hanno agito nel passato e di quelli che tuttora agiscono
nell'area di studio (massiccio del Pizzo d'Alvano). Ciò ha consentito
di interpretare in chiave genetica evolutiva i depositi detritici di copertura
che ammantano diffusamente il substrato carbonatico del massiccio e che
costituiscono la sorgente di materiale per i fenomeni di instabilità analizzati.
Nell'ambito dei casi di studio selezionati, le indagini si sono inizialmente
riferite alla colata campione #1 (Chiappe di Sarno - Curti) per le sue
caratteristiche di relativa semplicità tipologica e di sufficiente complessità
evolutiva. Il complesso di fenomeni di scivolamento di suolo - colata
di fango, attivati dalle precipitazioni del maggio 1998, sono infatti
distinguibili in diverse classi tipologiche sulla base dei meccanismi
di innesco (zone di origine) ed anche dei caratteri di evoluzione (zone
di canale ed accumulo).
|