Bando Patti Formativi Locali

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n.b. è possibile inviare questiti fino al giorno 2 maggio 2007

FAQ - Domande ricorrenti
aggiornate al 08 maggio 2007

199

Domanda:
Per un'azienda che risponde alla manifestazione di interesse di un PFL è possibile imputare il costo, quale personale interno, di un proprio dipendente che svolge attività di tutoraggio o di docenza nell'ambito di un intervento formativo gestito da un ente di formazione accreditato? In caso di risposta affermativa, come è possibile disciplinare il rapporto tra ente di formazione ed azienda beneficiaria che imputerà la busta paga del proprio dipendente per le ore realizzate? I dipendenti dell'azienda beneficiaria possono svolgere anche funzioni amministrative e/o di segreteria (macrovoce C del Budget)?

Risposta:
É ammissibile l'imputazione dei soli costi del personale interno dell'azienda che svolgono attività di docenza e di tutoraggio tenendo conto che l'azienda è in partnership con l'ente di formazione e comunque con le limitazioni previste dalla normativa del FSE.

198

Domanda:
Nel caso in cui il soggetto proponente degli interventi formativi sia un Consorzio di imprese, è possibile che il Consorzio presenti per nome e per conto solo di alcune delle imprese consorziate? Se si, dove vanno inseriti i dati relativi alle sole aziende rappresentate? E sempre in caso di risposta affermativa, nel quadro 1.4 dell'allegato 2A dovranno essere inseriti i dati anagrafici ed economico-finanziari del Consorzio, delle imprese beneficiarie o di tutte le imprese aderenti al Consorzio?

Risposta: Vedi risposta 197

197
Domanda:
Assodato che un consorzio può presentare una manifestazione d'interesse per nome e per conto delle imprese consorziate, e che l'impegno di assunzione è assunto in solido da tutte le imprese dello stesso, è necessario inserire nella domanda di partecipazione e nella scheda di attività formativa, i dati di ciascuna azienda consorziata, o è sufficiente indicare solo i dati del consorzio?

Risposta:
Vanno inseriti i dati del solo Consorzio o, in alternativa, per analogia con l'art 37 del D.lgs 163/2006, i dati delle imprese consorziate per le quali verrà svolta l'attività. Fermo restando che l'obbligo di assunzione è assunto in solido a tutte le imprese consorziate.
196

Domanda:
Premesso che:
- il soggetto proponente è rappresentato da una costituenda ATS tra due aziende;
- che nella dichiarazione di impegno a costituirsi in ATS si prevede la possibilità di aggregare, in caso di approvazione del progetto, altre aziende in qualità di mandanti;
- che le aziende subentranti non sostituiranno quelle già individuate, per cui il soggetto capofila e il soggetto mandante originari non subiranno variazioni;
- che da un punto di vista giuridico non esistono cause ostative all'ampliamento successivo della compagine dei soggetti mandanti sia ai sensi del DLgs 157/95 che ai sensi del nuovo codice degli appalti De Lise;
Tutto ciò premesso si chiede se, in caso di approvazione del progetto e all'atto della formalizzazione dell'ATS propedeutica alla stipula dell'atto di concessione con la Regione Campania, è possibile ampliare la compagine dell'ATS ad altre aziende

Risposta:
Si deve considerare che, contrariamente a quanto affermato, la normativa generale sugli appalti non consente la sostituzione dei membri dell'ATI dopo la presentazione formale dell'offerta. Altresì è ammissibile l'ampliamento prima della presentazione dell'offerta, fermo restando i requisiti di qualificazione.
In tal senso, tenuto conto della possibilità di assimilare per analogia l'offerta alla progettazione esecutiva dell'intervento di cui all'art. 5 dell'avviso, si conviene, alle condizioni suddette, con la possibilità di allargare l'ATI/ATS all'atto della formalizzazione della stessa e, comunque, prima della progettazione esecutiva necessaria per la formazione del piano attuativo, ricordando che:
· l'allargamento deve essere strettamente funzionale al miglioramento della qualità dell'intervento formativo e del suo impatto complessivo;
· in ogni caso, a tutti i soggetti vengono estesi gli obblighi connessi al finanziamento;
· restano fermi i parametri finanziari dell'intervento;
· restano applicabili le ipotesi di revoca legate alle variazioni dei parametri di valutazione di cui all'Avviso pubblico di manifestazione d'interesse, come previsto dall'art 9 dell'avviso.

195
Domanda:
Con riferimento alle modalità di rinuncia da parte di uno dei promotori sottoscrittori del Protocollo d'intesa per la costituzione del partenariato locale -rinuncia ammissibile ai sensi dell'art. 4 ultimo comma dello schema tipo pubblicato sul BURC - si chiede se sia corretto perfezionarla attraverso una dichiarazione di rinuncia firmata dal legale rappresentante del soggetto rinunciante e una dichiarazione di nulla osta e accettazione da parte degli altri promotori.

Risposta:
Le modalità di formalizzazione della rinuncia sono rimesse alla discrezionalità dei proponenti, nel rispetto dei principi generali relativi all'istituto.
194
Domanda:
Vorrei sapere se l'ASCOM Confcommercio di Napoli, al tempo stesso associazione datoriale ed Ente di formazione professionale accreditato (intendo dire che è proprio l'associazione datoriale ad essere stata accreditata come ente di formazione professionale), possa partecipare come soggetto Promotore ad un Patto Formativo Lacale ed essere, al tempo stesso, Ente di formazione professionale indicato dalle aziende in altri Patti, diversi da quello al quale partecipa come Ente promotore
R: Si
193
Domanda:
L'Avviso Pubblico all'art 7 fa un richiamo agli Aiuti di Stato inerente la formazione continua, questo vuol dire che le altre tipologie formative (interventi formativi per l'inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro e/o inclusione sociale) non si configurano come Aiuti di Stato? In ogni caso il settore della pesca può essere inserito all'interno di un PFL, visto che il regolamento per il de minimis (1998/06) lo esclude? Se si solo per interventi di formativi inerenti l'inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro e/o inclusione sociale?

Risposta:
I finanziamenti legati ad interventi formativi per l'inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro e/o inclusione sociale non sono da considerarsi aiuti di stato.
Per quanto attiene alle limitazioni connesse al De Minimis, si veda la risposta 112.
Si rammentano, infine, le limitazioni che riguardano l'applicazione degli aiuti alla formazione nel settore agricolo ed in quello della pesca, già evidenziati nella risposta 175.
192
Domanda:
Nel caso le università promotrici del PFL intendano presentare un intervento formativo di grande qualità per la costruzione di una figura manageriale richiesta dal mercato, ma non esistente in Italia (soggetto proponente ATI tra le stesse) e, pertanto, di grande rilevanza per la nostra regione, può delegare una struttura universitarie all'attuazione (vedi art. 2 degli "Indirizzi operativi per l'accreditamento degli organismi di fomazione e di orientamento", (approvati con del. della G.R. Campania n. 226 del 21 febbraio 2006, in BURC n. 16 del 3 aprile 2006),dove si dichiara che "sono dispensati dalla procedura di accreditamento" una serie di soggetti pubblici, tra cui "gli Organismi universitari aventi autonomia giuridica ed economica) oppure deve stipulare l'accordo con un'agenzia formativa accreditata?

Risposta:
Tenuto conto della citata norma sull'accreditamento e dei limiti ivi previsti, appare chiaro che le Università, in quanto "Organismi universitari aventi autonomia giuridica ed economica", è "self-consistent", così come gli altri soggetti oggetto di dispensa dall'accreditamento.
Ciò vale indipendentemente dal fatto che l'intervento formativo sia volto alla "costruzione di una figura manageriale richiesta dal mercato, ma non esistente in Italia" o meno.
191

Domanda:
Un'azienda internazionale, con sedi operative in Lazio e in Puglia, può presentare una proposta formativa finalizzata all'inserimento lavorativo di numerose unità da impiegare presso una nuova sede operativa da implementare in Regione Campania?
Risposta:

I soggetti ammessi a proporre interventi formativi in risposta agli Avvisi possono essere "Imprese, Associazioni temporanee d'impresa (ATI) e Consorzi d'impresa, operanti nel territorio/filiera produttiva del costituendo Patto Formativo Locale iscritte al registro delle imprese e localizzate nel territorio regionale". Da ciò si evince che prima della presentazione dell'intervento formativo deve essere attivata almeno un'unità locale sul territorio regionale.

190
Domanda:
Un ente di formazione accreditato per utenze speciali intende proporre un progetto formativo finalizzato a ridurre le cause di svantaggio sociale (inclusione sociale) e quindi rivolto a categorie svantaggiate. Anche per questa fattispecie è necessario che il progetto sia presentato da due soggetti, ovvero un organismo proponente e un'Agenzia formativa e che occorra, quindi stipulare un protocollo d'intesa tra i due soggetti menzionati? Oppure, trattandosi di una tipologia di formazione non rivolta ad occupati (per la quale la presenza aziendale è ovviamente indispensabie) non nè a disoccupati (per i quali occorre l'impegno ad assumere da parte di un'azienda), l'obbligo della "compresenza" di organismo proponente e Agenzia formativa non sussiste, essendo sufficiente che il progetto sia presentato da quest'ultima?

Risposta:
Non è necessario stipulare un protocollo. Sul punto vedi anche la risposta 143
189

Domanda:
In riferimento alla quota di cofinanziamento delle aziende prevista dall'avviso pubblico del PFL nella misura del 20%, come si concilia la stessa con il nuovo regime alla formazione (30% per le PMI) così come prescritto dalla recente normativa comunitaria e di recente recepito dalla Regione Campania?
Risposta:
Sul punto vedi risposta n° 162

188
Domanda:
Relativamente alla Misura 3.9 le aziende dei trasporti non versano lo 0,30% al Fondo , così come prescritto dalla normativa. In considerazione che la Regione Campania ha già previsto una deroga per il settore in altri Avvisi Pubblici, si può ritenere che la stessa deroga valga per il Patto Formativo, visto che l'Avviso Pubblico ritiene prioritari gli interventi coerenti con il documento strategico regionale per la coesione 2007/2013 (Avviso Pubblico pag. 18) in cui è evidente la scelta dell'Amministrazione Regionale di riconoscere il settore dei trasporti e della logistica trainante e strategico per lo sviluppo del territorio

Risposta:
Si evidenzia come con il decreto dirigenziale 57 di rettifica è venuto meno ogni riferimento alle misure. In ogni caso, si conviene con la possibilità, in questa fase, di prevedere interventi di formazione continua anche per le aziende dei trasporti che non versano lo 0,30% al Fondo, per le motivazioni addotte.
187
Domanda:
In riferimento agli interventi formativi finalizzati all'accrescimento del capitale umano ed alla riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale) promossi dai promotori o dai partner del PFL le proposte devono essere presentate in risposta all'Avviso pubblico per manifestazione di interesse, e dunque nella medesima scadenza dello stesso? In alternativa, possono invece essere condivise e licenziate dal tavolo di concertazione oltre la data di scadenza fissata per la manifestazione di interesse?

Risposta:
Ciascun intervento formativo proposto all'interno di un singolo Patto, dovrà rispettare la tempistica e le scadenza autonomamente stabilite dai soggetti promotori nell'ambito dell'Avviso della Manifestazione di interesse.
Si ricorda, infatti, che gli interventi finalizzati all'accrescimento del capitale umano ed alla riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale) devono essere comprese tra il 15% ed il 20% del totale degli interventi formativi del PFL.
Inoltre, tenuto conto che le stesse azioni possono essere proposte da vari stakeholder, non necessariamente inclusi tra i promotori e nel partenariato, ma rientranti nelle categorie di cui all'art. 2 dell'avviso, è ovvio che la selezione delle stesse venga effettuata con le stesse modalità (avviso pubblico) ed i tempi di quelle dei privati, come peraltro è ovvio dalla lettura dello schema di manifestazione di interesse di cui all'allegato G.
Appare possibile definire con un maggiore grado di approfondimento in una fase successiva le sole azioni aggiuntive, che in quanto fuori budget o finanziate al 100% con risorse proprie, devono essere solo delineate ma non oggetto di specifica progettazione in questa fase.
186

Domanda:
Nei progetti di inclusione sociale, si può decidere di indirizzare gli interventi formativi esclusivamente a donne, qualunque siano il loro titolo di studio e/o altri eventuali requisiti che l'ente individua per l'avviso e la selezione?

Rsposta:
Si, in quota parte. No in misura totalitaria in quanto violerebbe il principio di pari opportunità.

185
Domanda:
Se le aziende che rispondono ad una manifestazione di interesse sono raggruppate in un consorzio i finanziamenti destinati alla formazione, possono transitare per il consorzio e non per le singole imprese?

Rsposta:
Si. Anche se i beneficiari finali sono sempre le imprese. Sul punto vedi anche l'art 7 dell'avviso
184

Domanda:
Un soggetto può partecipare in qualità di partner a più di un progetto nello stesso settore?

Rsposta: SI

183

Domanda:
Nell'allegato 2.A rett. Fomulario Sezione 2 punto 2.4 si richiedono le Referenze Tecnico-Professionali dell'Organismo di Formazione. Cosa s'intende per Progetti attinenti all'oggetto dell'Avviso? E gli ultimi tre anni sono da intendersi il 2004 - 2005 - 2006?

Rsposta:
l'attinenza è riferita all'oggetto della proposta di PFL (idea progettuale, ambito di riferimento, tipologia di intervento etc.) oltre che alla formazione da erogare con l'intervento. Gli ultimi tre anni sono 2004 - 2005 - 2006.

182

Domanda:
In caso di un PFL territoriale, un'azienda che non ha una sede operativa sul territorio inidividuato nel PFL (elenco comuni) può rispondere alla manifestazione di interesse. E se si, la sede operativa deve essere comunque entro i confini della Regione Campania o possono partecipare anche imprese di altre regioni?

Rsposta:
No, l'art.2 dell'Avviso Manifestazione di interesse richiede che l'Impresa per rispondere alla manifestazione di interesse debba essere operante nel territorio identificato dal Patto.

181

Domanda:
La documentazione che le aziende proponenti devono produrre per rispondere alle manifestazioni d'interesse dei Patti Formativi Locali (ad es. il certificato d'iscrizione alla competente CCIAA) deve essere originale o può essere in copia conforme?

Rsposta: È sufficiente la copia conforme

180

Domanda:
E' possibile che l'Università (intesa come Amministrazione Centrale) figuri come soggetto promotore e, nello stesso tempo, i Dipartimenti Universitari di quella stessa Università come agenzie formative incaricate di attuare concretamente i percorsi formativi previsti da un medesimo patto formativo locale?

Rsposta: Si rinvia alla FAQ 155

179

Domanda:
Nella presentazione delle proposte progettuali il soggetto attuatore (agenzia formatrice) quale documentazione deve presentare? - Copia di un documento di identità del legale rappresentante e Documentazione di accreditamento presso la Regione Campania?

Rsposta:
La documentazione da presentare è quella prevista all'art. 5 dello Schema di Manifestazione di interesse, Allegato G all'Avviso regionale per la Sperimentazione dei Patti formativi. Dovrà, inoltre, essere compilato in tutte le sue parti apposito Formulario di risposta alla Manifestazione di interesse.

178

Domanda:
Nel caso di aziende che svolgono attività con caratteristiche di ciclicità e stagionalità (turismo, agroindustria e il settore agricolo) l'eventuale proroga di 6 mesi prevista per l'assunzione da parte delle imprese deve essere motivata? E se si, quali sono le motivazioni che si ritengono più congrue, oltre alla stagionalità e ciclicità del settore di riferimento?

Rsposta:
l'ampliamento di sei mesi del termine di assunzione fà riferimento unicamente ai settori "turismo e agroindustriale" indicati all'art.4 dell'Avviso pubblicato con decreto dirigenziale n° 57 del 20 marzo 2007; la possibilità di beneficiare di tale ampliamento per i settori indicati non deve essere motivata.

177
Domanda:
In relazione alla faq 125 può un ente partner individuato in università, scuole ed enti locali beneficiare di un progetto di formazione continua.

Rsposta:
No. I soggetti citati possono essere proponenti, come previsto all'art. 2 dell'Allegato G, "Schema di avviso pubblico di manifestazione di interesse" di interventi limitatamente alla tipologia finalizzata ad obiettivi di accrescimento del capitale umano e riduzione cause svantaggio sociale tra cui non rientra la formazione continua.
176
Domnanda:
E' prevista la formazione a distanza? Se si come viene valutata? Come normale formazione in aula o sono previsti dei moltiplicatori?

Rsposta:
La formazione a distanza può essere erogata in luogo della formazione in aula (teoria) coerentemente alle disposizioni del Manuale di Gestione. Per quanto attiene ai moltiplicatori, si utilizzerà un rapporto 1 a 0,3 con la formazione d'aula.
175
Domanda:
Il bando prevede che per i "settori con caratteristiche di ciclicità e stagionalità dei processi produttivi, nel caso specifico il settore agricolo, la percentuale di assunzione è ridotta al 50% ed il termine per l'assunzione di sei mesi può essere ampliato di ulteriori sei mesi"……… In tale caso restano ferme le altre condizioni ovvero "mantenere in organico per non meno di 3 anni, almeno il 50% dei discenti, di cui almeno il 50% a tempo indeterminato, un massimo del 20% con contratti di apprendistato di durata coerente alle previsioni dei CCN di riferimento ed un massimo del 30% in altre forme contrattuali ovvero è possibile assumere quel 50% con qualsiasi forma contrattuale magari differente dall'assunzione a tempo indeterminato non certo pensabile nel caso di braccianti agricoli? Inoltre le O.P. possono essere assimilate ai consorzi di imprese?

Rsposta:
La riduzione della percentuale di assunzione e l'ampliamento di sei mesi del termine di assunzione fanno riferimento unicamente ai settori "turismo e agroindustriale" indicati all'art.4 dell'Avviso pubblicato con decreto dirigenziale n° 57 del 20 marzo 2007. Per tali settori restano comunque ferme le altre condizioni relative al tempo di mantenimento in organico degli assunti ed al rispetto della composizione percentuale di assunzione dell'80% dei discenti (almeno il 50% a tempo indeterminato, un massimo del 20% con contratti di apprendistato di durata coerente alle previsioni dei CCN di riferimento ed un massimo del 30% in altre forme contrattuali). Appare opportuno, infine, rammentare le limitazioni che riguardano l'applicazione degli aiuti alla formazione nel settore agricolo.
174

Domanda:
La risposta alla FAQ 141 afferma che, in caso di corsi (quindi, di figure professionali) diversi proposti dalla stessa impresa proponente, vanno presentati progetti distinti. Questo, però, sembra in contraddizione con la strutturazione stessa del formulario (Allegato 2.A). La sezione 4 del formulario, infatti, s'intitola "DESCRIZIONE DELLA /E FIGURA/E PROFESSIONALE/I", alludendo esplicitamente, in tal modo, alla possibilità di presentare un unico progetto per più figure professionali. Tale considerazione appare vieppiù rafforzata dall'osservazione che la sezione 4.1 DESCRIZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE riporta, in calce, la seguente dicitura: "Il riquadro soprastante va compilato per ogni singola figura professionale". La domanda, quindi, è la seguente: la stessa impresa proponente può presentare un unico progetto finalizzato alla formazione (e all'inserimento lavorativo) di figure professionali differenti, fermi restando i limiti numerici di partecipazione a ciascuna edizione?

Rsposta:
Si conferma quanto già previsto alla risposta alla FAQ 141. Lo schema di Avviso richiede un progetto per ciascun intervento formativo proposto, fatta salva la possibilità per ciascun soggetto proponente di presentare più di un progetto formativo, senza limiti di numero, purché all'interno dello stesso PFL.

173

Domanda:
Può un'impresa che ha intenzione di manifestare il proprio interesse a partecipare al PFL dichiarare di voler usufruire solo della formazione senza però ricevere in alcun modo i finanziamenti. In altre parole il soggetto capofila può destinare direttamente alle agenzie formative i fondi destinati alla formazione senza farli transitare per le imprese?

Rsposta: No. Il beneficiario è l'impresa.

172
Domanda:
Dal decreto rettificato all'art 2 soggetti promotori è sparita la GAL . Il Gal può essere annoverato tra i soggetti della programmazione negoziata e quindi tra i promotori

Rsposta: Si rinvia alla FAQ 121
171

Domanda:
In caso di un raggruppamento tra un comune e due comunità montane con un numero di abitanti complessivo superiore a 80.000 (tra loro preventivamente associati e con designazione di un unico mandatario), è possibile che il capofila del Patto sia unicamente il mandatario del raggruppamento precedentemente identificato?
Oppure è necessario che il capofila del Patto sia il raggruppamento nella sua totalità?

Rsposta:
Il raggruppamento identificato in quanto soggetto promotore può assumere la veste di soggetto capofila ma nella sua totalità e interezza. Per l'eventuale svolgimento della sua attività di soggetto capofila , tale raggruppamento potrà fare riferimento alle norme di autoregolamentazione scelte nella fase della sua costituzione quale soggetto promotore, comprendendo anche quelle che individuano particolari compiti e responsabilità per il soggetto mandatario che però non potrà assumere la veste formale di soggetto capofila.

170

Domanda:
Si chiede di conoscere se un'impresa, all'interno di un progetto formativo monoaziendale destinato quindi ai lavoratori dipendenti, può inserire anche i propri apprendisti.

Rsposta: No

169
Domanda:
Anche per il soggetto attuatore è necessario il certificato d'iscrizione alla competente CCIAA? In caso positivo è necessario un certificato originale per ogni proposta progettuale o anche solo una copia conforme?

Rsposta: E' sufficiente la copia conforme.
168
. Fra i soggetti proponenti può figurare una società di servizi, che presterà fideiussione, il cui azionista di riferimento ha il controllo delle società che si impegnano ad assumere una quota di formandi? In questo caso l'impegno dell'azionista di riferimento figurerebbe nel deliberato del C.d'A. della società proponente e tutte le società, compresa quella di servizi, hanno sede in Campania.
Rsposta: No
167

Domanda:
Fra i soggetti proponenti può figurare un Consorzio di Tutela, con oltre 150 imprese associate, che presti fideiussione in proprio e che prenda impegno di assunzione di una parte dei formandi per conto delle imprese associate?
Rsposta:
In quanto consorzio di imprese, si (vedi risposte 153 e 91). Si ribadisce, inoltre, che in caso di presentazione da parte di un Consorzio o un ATI l'impegno di assunzione è assunto in solido da tutte le imprese dello stesso.

166

Domanda:
Nell'Avviso Pubblico per la Sperimentazione di Patti Formativi Locali della Regione Campania prevede che per i settori con caratteristiche di ciclicità e stagionalità dei processi produttivi (turismo, agroindustria, agricoltura) la percentuale di assunzione è ridotta al 50% ed il termine per l'assunzione di sei mesi può essere ampliato di ulteriori sei mesi. L'enogastronomia (in particolare il settore pasta e quello caseario) e artigianato tradizionale possono essere ricompresi nei settori di alta stagionalità?

Rsposta:
I settori agroalimentari si. Quelli artigianali, se non svolgono attività agroalimentari, no

165

Domanda:
Può il Project Management effettuare attività di monitoraggio?

Rsposta: Anche nel caso in cui il monitoraggio periferico sia affidato ad un ente Bilaterale (condizione che attiva l'ulteriore finanziamento previsto), tra le attività del Project Management, così come dettagliato nell'art 2 dell'avviso, rientra comunque il monitoraggio interno. Nel caso in cui il monitoraggio sia affidato ad un Ente Bilaterale, l'ente bilaterale potrà avvalersi di soggetti esterni ma non dello stesso soggetto a cui è stato affidato dal promotore l'attività di project management.

164

Domanda:
La risposta da Voi data alla FAQ n. 87 non centra il cuore del problema sollevato nel quesito, che si ripropone.
Con riferimento al parametro di costo massimo ora/allievo di € 16,00, come va calcolato il cofinanziamento privato dell'impresa proponente (caso formazione generale per PMI) del 20% per la formazione continua? Date le due ipotesi a) e b) riportate di seguito, quella giusta è la a) o la b)?
a) Prima ipotesi: Finanziamento pubblico: 80%, per un costo ora/allievo pari a € 16,00
Cofinanziamento privato: 20%, per un costo ora/allievo pari a € 4,00
Costo ora allievo totale: € 20,00 (di cui l'80% pubblico è pari a € 16,00 e il 20% privato è pari a € 4,00)
b) Seconda ipotesi Finanziamento pubblico: 80% del costo ora/allievo (€ 16,00), pari a € 12,80
Cofinanziamento privato: 20% del costo ora/allievo (€ 16,00), pari a € 3,20
Costo ora allievo totale: € 16,00
Si rimette alla Vostra cortesia la richiesta di una risposta specifica a questa domanda: l'ipotesi giusta è la a) o la b)?

Rsposta:
Come noto la precedente versione del manuale FSE (rif DGR 966 del 2 luglio 2004), prevedeva esplicitamente le modalità di calcolo del parametro costo ora allievo (Il costo ora/allievo si determina con l'applicazione della seguente formula:
costo complessivo relativo alla sola quota coperta da finanziamento pubblico
durata del corso/attività in ore * numero dei partecipanti).
L'attuale versione del Manuale allo stesso § 7.2 prevede che "Il parametro finanziario unitario di riferimento per le attività formative è il costo ora/allievo.
ll costo ora/allievo massimo ammissibile in sede di presentazione dei progetti deve rientrare nei seguenti limiti massimi:
- attività formative rivolte a disoccupati: € 14,00;
- attività formative rivolte ad occupati: € 16,00.
La Regione Campania può definire nell'avviso, e con adeguata motivazione, parametri superiori nei seguenti casi:
- attività connotata da particolari elementi di innovatività e specificità;
- attività con rilevante o esclusiva partecipazione di soggetti svantaggiati secondo la definizione contenuta nel POR.
La modalità per calcolare il costo totale dell'attività formativa (al netto del finanziamento privato) è la seguente:
Costo totale = costo/ora allievo*n° di ore corso previste*n° allievi previsti".
In tal senso, nel calcolo del costo ora allievo non va computato il cofinanziamento privato.

163
Domada:
Nell'ultimo periodo dell'art. 7 dell'Avviso - RISORSE FINANZIARIE - PARAMETRI FINANZIARI DI RIFERIMENTO - INTENSITA' AIUTI PER INTERVENTI DI FORMAZIONE CONTINUA, così come modificato dal Decreto Dirigenziale n. 57 del 20/03/2007, si legge: "Per l'ammissione al finanziamento si richiede un cofinanziamento nella misura del 20% del costo inerente le iniziative volte a riqualificare/rafforzare le competenze del proprio personale, attraverso interventi di formazione continua. L'eventuale cofinanziamento ulteriore è elemento premiante in fase di valutazione". La domanda è questa: la percentuale del 20% di cofinanziamento privato si applica indifferentemente a tutte le tipologie di formazione continua (generale, specifica, per PMI, per Grandi Imprese)?

Risposta: Si rinvia alla FAQ 162
162

Domanda:
Cofinanziamento imprese interventi di formazione continua : è obbligatorio sempre o solo se optano per il regime de minimis ? oppure quanto scritto serve solo a determinare il valore minimo di questo cofinanziamento in caso di de minimis?

Rsposta: Come noto il regolamento CE 68/01 prevede che
2. Quando l'aiuto è concesso a favore della formazione specifica, la sua intensità non può essere superiore al 25 % per le grandi imprese ed al 35 % per le piccole e medie imprese.
Le intensità di cui sopra sono maggiorate di 5 punti percentuali per le imprese stabilite nelle regioni ammesse a beneficiare degli aiuti a finalità regionale in virtù dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del trattato e di 10 punti percentuali per le imprese stabilite nelle regioni ammesse a beneficiare degli aiuti a finalità regionale in virtù dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera a), del trattato.
3. Quando l'aiutò è concesso a favore della formazione generale, la sua intensità non può essere superiore al 50 % per le grandi imprese e al 70 % per le piccole e medie imprese.
Le intensità di cui sopra sono maggiorate di 5 punti percentuali per le imprese stabilite nelle regioni ammesse a beneficiare degli aiuti a finalità regionale in virtù dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del trattato e di 10 punti percentuali per le imprese stabilite nelle regioni ammesse a beneficiare degli aiuti a finalità regionale in virtù dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera a), del trattato.
4. Le intensità massime di cui ai paragrafi 2 e 3 sono maggiorate di 10 punti percentuali se la formazione è dispensata a lavoratori svantaggiati.
5. Nei casi in cui il progetto di aiuto preveda elementi di formazione specifica e di formazione generale, che non possano essere distinti ai fini del calcolo dell'intensità dell'aiuto, e nei casi in cui non sia possibile stabilire se il progetto di aiuto alla formazione abbia carattere specifico o generale, si applicano le intensità relative alla formazione specifica, di cui al paragrafo 2".
In tal senso, l'avviso non deroga alle norme suddette e, nel caso in cui le imprese non optino per il regime de minimis, applicheranno le percentuali di cofinanziamento privato coerentemente con le suddette disposizioni.
In ogni caso, tenuto conto che l'opzione, così come previsto dall'art. 7 dell'avviso, avviene in fase di definizione del Piano Attuativo, l'impresa è tenuta a garantire almeno un finanziamento pari al 20% del costo inerente l'iniziativa

161

Domada:
In merito al quesito 65, cosa si intende per criterio di rappresentatività. Ad esempio se in un Patto di tipo territoriale l'area individuata è di 11 Comuni e di questi solo 8 figurano fra i soggetti promotori, è corretto?

Rsposta:
Si è corretto nella misura in cui tra i promotori ci siano soggetti in grado di rappresentare anche l'interesse dei territori i cui Comuni non rientrano tra gli stessi. La rappresentatività della composizione del gruppo di promotori è valutata in termini di capacità dei soggetti inclusi di rappresentare adeguatamente gli interessi/esigenze/bisogni dell'ambito di riferimento del Patto che, nel caso di Patto Formativo di tipo territoriale, è un territorio predefinito. La scelta del numero e tipologia di soggetti che compongono il gruppo di promotori è rimessa alla discrezionalità di ogni singolo Patto nei limiti dei vincoli espressi all'art 2 dell'Avviso Pubblico, "Soggetti ammessi a partecipare all'Avviso".

160

Domanda:
Cosa significa: Indicazione sui possibili ruoli che possono avere gli Istituti Bancari nell'ambito del Partenariato Locale?

Rsposta:
Tra i soggetti ammessi a partecipare al partenariato ci sono anche gli istituti bancari. Tali soggetti possono svolgere nel partenariato diversi compiti, non ultimo quello di definire ed eventualmente cofinanziare attività trasversali ed azioni aggiuntive.

159

NB: La presente FAQ sostituisce integralmente la FAQ 122

Domada:
Relativamente ai patti formati, la data di scadenza a 90 giorni è da considerarsi a partire dal 20 marzo, data dell'ultimo decreto?

Risposta:
Il termine di scadenza per la presentazione delle proposte di PFL è stato prorogato di 45 giorni successivi alla data di scadenza precedentemente stabilita; la nuova data di scadenza è pertanto fissata per il 23.05.2007.

158

NB: La presente FAQ sostituisce integralmente la FAQ 119

Domanda:
Quali categorie di utenza bisogna considerare nei progetti di inclusione sociale?

Risposta:
Gli interventi volti a "raggiungere obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale)", per quanto attiene alla "riduzione delle cause di svantaggio sociale", devono essere rivolti a quei soggetti che evidenziano situazioni di svantaggio, così come variamente indicate nei documenti regionali di programmazione, o a quei soggetti che possono concretamente contribuire a ridurre le cause di svantaggio sociale.
In tal senso, a soli fini indicativi, si ricorda che il Regolamento Regionale di Aiuto all'Occupazione identifica come lavoratori svantaggiati:
1. qualsiasi giovane che abbia meno di 25 anni;
2. qualsiasi giovane che abbia completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e che non abbia ancora ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente;
3. qualsiasi lavoratore comunitario e non, che sia in cerca del primo lavoro in Italia;
4. qualsiasi persona appartenente ad una minoranza etnica;
5. qualsiasi persona che desideri intraprendere un'attività lavorativa e che non abbia lavorato, né seguito corsi di formazione, per almeno due anni;
6. qualsiasi persona che desideri riprendere un'attività lavorativa e che non abbia lavorato, né seguito corsi di formazione, per almeno due anni;
7. qualsiasi persona che abbia lasciato il lavoro per la difficoltà di conciliare vita lavorativa e vita familiare e che non abbia lavorato, né seguito corsi di formazione, per almeno due anni;
8. qualsiasi persona adulta che viva sola con uno o più figli a carico;
9. qualsiasi persona priva di un titolo di studio dì livello secondario superiore o equivalente, priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo;
10. qualsiasi persona di più di 50 anni priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo;
11. qualsiasi disoccupato di lungo periodo, ossia una persona senza lavoro per i 12 mesi precedenti, o per 16 mesi precedenti nel caso di persone con meno di 25 anni;
12. qualsiasi persona riconosciuta come affetta, al momento o in passato, da una dipendenza ai sensi della legislazione nazionale;
13. qualsiasi persona che non abbia ancora ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente da quando è stata sottoposta ad una pena detentiva o a un'altra sanzione penale;
14. qualsiasi donna nel caso in cui il tasso medio di disoccupazione femminile superi il 100,0% della media comunitaria da almeno due anni civili e la disoccupazione femminile abbia superato il 150,0% del tasso di disoccupazione maschile regionale per almeno due dei tre anni civili precedenti.
Appare opportuno evidenziare come tale elenco non sia esaustivo dei soggetti a cui possono essere destinate le attività volte all'inclusione sociale. In tal senso, la proposta d'intervento e, quindi, quella di PFL dovranno opportunamente motivare le ragioni per cui l'attività è volta a ridurre le cause di svantaggio

157
Domanda:
Un soggetto assunto con contratto a tempo determinato in un settore come il turismo (fortemente interessato dalla ciclicità dei processi produttivi e dalla stagionalità del personale) nell'estate 2007 (ad es. da maggio a settembre) potrebbe partecipare, come formando, ad un percorso d'inserimento lavorativo proposto dalla stessa azienda dove egli ha lavorato in estate ed attuato a partire da ottobre? Si tratta di un quesito molto ricorrente nelle imprese orientate a partecipare ai PFL turistici, ma che sicuramente dovranno assumere personale stagionale nell'estate 2007 (vale a dire prima che cominceranno i corsi, in caso di finanziamento del PFL da parte della Regione).

Risposta: si veda R. n. 115
156
Domanda:
Una azienda costituita, iscritta alla camera di commercio, ma non ancora operante, può presentare progetto formativo in qualità di soggetto proponente nell'ambito di un patto tenendo presente che le attività inizieranno nel mese di maggio.

Risposta:
l'avviso non prevede limitazioni alla partecipazione delle imprese riferite ad un periodo minimo di attività precedentemente svolte alla data di pubblicazione dell'avviso;

155
Domanda:
E' possibile che l'Università (intesa come Amministrazione Centrale) figuri come soggetto promotore e, nello stesso tempo, i Dipartimenti Universitari di quella stessa Università come agenzie formative incaricate di attuare concretamente i percorsi formativi previsti da un medesimo patto formativo locale?

Risposta: Si se accreditati
154
Domanda:
Vista la proroga dell'avviso pubblico per la sperimentazione di patti formativi locali, è ancora possibile presentare un'aggregazione di promotori?

Rsposta: SI
153

Domanda:
Assodato che un consorzio può presentare domanda di partecipazione all'avviso pubblico di manifestazione di interesse in nome e per conto delle imprese consorziate e che l'obbligo di assunzione si ripartisce su tutte le imprese del Consorzio (Vostra risposta FAQ 91), è sufficiente indicare il numero complessivo degli allievi del progetto formativo che si intende assumere per tutte le aziende del Consorzio?

Rsposta: SI

152
Domanda:
Nell'ambito di un percorso formativo finalizzato all'inserimento lavorativo, lo stage (rientrante nel 40% di ore dedicate alla pratica) può svolgersi presso la stessa impresa proponente (che, a fine corso, assumerà almeno l'80% dei formati)?

Risposta: SI
151

Domanda:
Nell'ipotesi di un PFL di filiera nella Manifestazione d'interesse i codici ATECO possono essere indicati per macrogruppi oppure è necessario un livello di dettaglio più preciso? Nella specie è possibile indicare solamente il Gruppo 01.1 Coltivazioni agricole, orticoltura, floricoltura e ricomprendere automaticamente i sottogruppi 01.11, 01.12 ecc. ovvero è necessario elencare ogni singolo codice in esso ricadente?

Risposta:
E' sufficiente indicare almeno il livello della categoria pari alla 2° cifra del codice Ateco.

150
Domanda:
Nell'ambito del PFL possono essere proposti interventi di "inclusione sociale" da parte dell'ente Provincia, da solo o in ATI con: Ordine degli Agronomi, Confagricoltura, Sindacati?

Risposta: SI
151
Domanda:
Per la realizzazione di work experience è necessaria l'individuazione da parte dell'impresa dell'agenzia formativa?

Rsposta: Si
148
Domanda:
La quota per la gestione, monitoraggio e valutazione del PFL (15%) richiesta al punto 6.1 dell'allegato 1.A. si riferisce all'attività di project management? Tale 15% deve essere esposto nel piano finanziario relativo alle attività formative che saranno svolte in favore di una PMI e attuate da un'agenzia formativa? Se si in quali voci di spese?

Risposta:
al fine di correggere i meri errori di digitazione gli allegati al Decreto Dirigenziale n° 161/2006 sono stati sostituiti con il decreto dirigenziale n.57 del 20 marzo 2007 con: "Allegato 1 A rett. - Allegato 2 A rett." e "Allegato 1 B rett. - 2 B rett.", disponibili sul sito della Regione Campania ove non è presente la quota di gestione e monitoraggio e valutazione da indicare invece a livello complessivo di PFL nel piano di spesa contenuto nel "Formulario per la presentazione di proposta progettuale" all.B.
147
Domanda:
La possibilità di presentare proposte limitatamente agli interventi finalizzati a raggiungere obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale, è estesa ai soli promotori (gli unici ad essere indicati a pag. 8 dell'Avviso pubblico per la sperimentazione dei Patti) oppure anche ai soggetti partners in quanto categorie di soggetti di cui all'art. 2 dell'Avviso pubblico per la sperimentazione dei Patti?

Risposta:
Possono presentare tali proposte i promotori, i partner e soggetti che, pur rientrando nelle tipologie previste all'art. 2, paragrafo 2 dell'Avviso pubblico, non sono né promotori né partner del Patto.
146
Domanda:
Possono due Comunità Montane formare un'ATI per superare il limite della popolazione non inferiore agli 80000 abitanti e partecipare come promotore. Nel caso una delle due Comunità Montane facesse già parte di un'ATI per un PFL, potrebbe formare un'altro ATI per la partecipazione come promotore ad un'ulteriore PFL.

Risposta:
Possono associarsi nelle forme previste all'Art. 2 dell'avviso.Non possono partecipare a più di un PFL come previsto all'Art. 2 - § 1 - lettera b).
145
Domanda:
E' possibile la partecipazione al Patto formativo Locale per un'azienda che ha una filiale nel Sud e che intende formare una decina di persone da assumere poi nella sede centrale al Nord?

Risposta:
Si nella ipotesi in cui la stessa impresa ha due unità produttive. Altrimenti no.
144
Domanda:
Un Comune può presentare, anche in A.T.S. con una associazione, progetti formativi destinati ai propri dipendenti?

Risposta: No
143
Domanda:
Per gli interventi formativi con obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale), gradiremmo sapere se un'Agenzia formativa può essere soggetto proponente e soggetto attuatore per tale tipologia di intervento formativo e se, a questo punto, sì dovrà lo stesso stipulare il protocollo d'intesa? Se non si può essere soggetto proponente ed attuatore,invece, il soggetto proponente può essere un Consorzio di Cooperative Sociali (vista la natura dell'intervento) che però non risulta sottoscrittore del PFL né come promotore né come partner? Si chiede chiarezza in merito a chi può essere soggetto proponente di tali interventi formativi, visto che una quota compresa tra il 15 e il 20% delle risorse finanziarie destinate al Patto deve essere destinata ad interventi formativi finalizzati al più generale accrescimento del capitale umano ed alla riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale) e che la maggior parte dei soggetti promotori PFL, che hanno emesso Avviso di manifestazione di interesse, rimandano, semplicemente, all'Avviso Pubblico per la sperimentazione di Patti Formativi Locali pubblicato sul BURC n°2

Risposta:
Per l'identificazione delle tipologie di soggetti ammissibili come proponenti si rinvia alla risposta al quesito N°130; per la casistica proposta non sono escluse né le agenzie formative né le Cooperative Sociali come soggetti proponenti.
142
Domanda:
Nell'Avviso pubblico per manifestazione d'interesse (All.G), per quanto riguarda i moduli di domanda da utilizzare, si indica che, per gli interventi formativi con obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale), bisogna utilizzare il Modello di Domanda di partecipazione Allegato 1.B. L'Allegato 1.B, pubblicato sul B.U.R.C. n°2, pur essendo così denominato, all'apertura del file risulta essere il file ALLEGATO 1.A - DOMANDA DI PARTECIPAZIONE . Lo stesso dicasi per il Formulario Allegato 2.B, ove la domanda di partecipazione è denominata 2. A.

Risposta:
al fine di correggere i meri errori di digitazione gli allegati al Decreto Dirigenziale n° 161/2006 sono stati sostituiti con il decreto dirigenziale n.57 del 20 marzo 2007 con: "Allegato 1 A rett. - Allegato 2 A rett." e "Allegato 1 B rett. - 2 B rett." e disponibili sul sito della Regione Campania.
141
Domanda:
Nel caso di impresa che voglia presentare progetti di formazione continua coinvolgendo profili differenti è possibile presentare un unico progetto (ALLegato 1a;2a) prevedendo n… edizioni corsuali differenti a seconda dell'obiettivo formativo?
Esempio: Azienda con fabbisogno di 3 percorsi di aggiornamento del personale.
Viene presentato un unico progetto articolato in 3 edizioni corsuali di cui:
n° 1 ed.zne di 100 ore per 20 unità (operai) sul tema del controllo processo produttivo;
n° 1 ed.ne di 40 ore per 15 unità (impiegati) sul tema sicurezza ambiente, prevenzione;
n° 1 ed.zne di 40 ore per 45 unità (impiegati) aggiornamento sui sistemi aziendali di gestione informatizzata.

Risposta:
NO, in quanto l'edizione presuppone la ripetizione dello stesso corso, con gli stessi obiettivi formativi, contenuti e profilo in uscita, a gruppi diversi di discenti. Nel caso proposto trattasi di diversi corsi che richiedono la presentazione di tre distinti progetti i quali a loro volta possono essere articolati in più di un edizione a seconda del numero dei destinatari previsti, tenuto conto che il numero di discenti in aula non può superare il numero di 25 partecipanti.
140
Domanda:
Un'azienda ha proceduto ad una selezione con evidenza pubblica per assunzioni di soggetti (varie qualifiche), prevedendo nel bando lo scorrimento della graduatoria per eventuali nuove assunzioni dei soggetti idonei. L'azienda è interessata ad utilizzare lo strumento "patto formativo" per formare i soggetti presenti nella graduatoria, oggi inoccupati. Tale situazione è coerente con la normativa Fse e con l'Avviso Pubblico Patti Formativi Locali?

Risposta:
Si se i destinatari vengono formati con un intervento per l'inserimento/reinserimento lavorativo con il relativo obbligo di assunzione.
139

Domande:
Tre agenzie formative, tutte accreditate, possono partecipare in ATI alla predisposizione degli interventi formativi delle aziende in seno ai PFL? E in caso affermativo è necessario che individuino fra loro un soggetto capofila?

Risposta:
No, non è possibile. L'agenzia formativa deve essere identificata come soggetto singolo.

138

Domanda:
Se un Ente bilaterale è soggetto promotore può fare attività di monitoraggio?

Risposta: NO.

137
Domanda:
Il bando prevede che per i " settori con caratteristiche di ciclicità e stagionalità dei processi produttivi (turismo e il settore agroindustriale) la percentuale di assunzione è ridotta al 50% ed il termine per l'assunzione di sei mesi può essere ampliato di ulteriori sei mesi". Le imprese che producono pane, pasta e dolciumi classificate con codice ATECO classe 15, sono comprese nella categorie agroindustria. Per cui si chiede se l'abbattimento della percentuale di assunzione è applicabile a tali attività?

Risposta: SI
136
Domanda:
Al termine della Work Experience, l'azienda deve ottemperare:
1. all'assunzione dell'80% dei beneficiari della WE secondo quanto disposto dall'art. 4 dell'Avviso Pubblico (50% tempo ind. - 30% altri contratti - 20% apprendistato.)
2. all'assunzione entro 6 mesi (dal termine del WE)

Risposta:
per gli obblighi di assunzione in caso di work experience vale quanto già detto in risposta al quesito n° 29, fermo restando che, in caso di obbligo di assunzione, la percentuale di assunzione è ridotta al 50 % ed il termine di assunzione ampliato di ulteriori 6 mesi per i settori con caratteristiche di ciclicità e stagionalità dei processi produttivi (turismo e settore agroindustriale).
135

Domanda:
In riferimento alla Work Experience l'azienda che presenta il progetto, secondo quanto disciplinato dal manuale di gestione FSE, può prevedere:
1. un impegno di aula compreso tra le 60 e le 120 ore
2. un tirocinio di almeno 4 mesi in azienda
3. borsa di studio di almeno 400 euro al mese
4. una pianificazione economica che tiene conto sia delle voci inerenti la progettazione che il coordinamento e il tutoraggio

Risposta:
I progetti di work experience devono indicare il piano dei costi tanto in relazione alle attività dirette di esperienza lavorativa (borsa formativa) quanto alle attività formative, nel rispetto delle modalità e dei vincoli previsti dalla normativa di gestione del FSE.

134

Domanda:
Nel caso in cui un Ente pubblico non economico (Ente provinciale per il turismo, partner della PFL) presenti, quale proponente, una manifestazione di interesse per la realizzazione di interventi formativi rivolti al proprio personale dipendente, come viene calcolato il punteggio per la valutazione dell'intervento visto che l'Ente non può dichiarare il proprio fatturato, non è previsto cofinanziamento, non può essere considerato il parametro ora/allievo?

Risposta:
L'Ente citato può presentare progetti formativi della tipologia di cui al punto 3 della "Premessa" dell'Allegato G, "Schema di Avviso pubblico di manifestazione di interesse": progetti formativi volti a raggiungere obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale), per la cui valutazione fa riferimento la "griglia 2" art. 8 dell'Allegato G, che non contempera la valutazione del fatturato e valuta l'eventuale cofinanziamento, non oblligatorio. Il parametro ora/allievo, da indicare nella sintesi del preventivo di spesa, nell'allegato "2.B - Scheda di attività formativa-sezione 5 budget dell'intervento" è invece oggetto di valutazione.

133

Domnda:
Una azienda può prevedere una attività di formazione continua anche per coloro che hanno un contratto a progetto?

Risposta : Si, si veda risposta 44

132
Domnda:
Cosa si intende peRsposta: "L'interesse manifestato dalle singole imprese deve essere supportato da adeguati Piani di sviluppo industriale che sono esaminati e valutati ……….?" (pag. 8 dell'Avviso Pubblico).

Risposta:
Come si evince dagli allegati 1A e 2A le imprese devono sintetizzare il loro piano industriale al fine di consentire una valutazione di coerenza tra piano industriale, progetto formativo proposto e il PASER. Questo è il riflesso operativo del punto richiamato nella domanda.
131

Domnda:
Nel corso dell'incontro tenutosi presso Unione Industriali di Napoli, lo scorso 23 marzo, si è fatto riferimento alla riduzione della percentuale dell'obbligo di assunzione a tempo indeterminato da parte delle imprese, a vantaggio dell'apprendistato la cui percentuale non andrebbe considerata, peraltro, con rigidità ma che potrebbe sfociare anche nella percentuale delle altre forme contrattuali. E' possibile chiarire a cosa ci si riferiva, dal momento che nell'Avviso Pubblico rettificato non vi è alcuna traccia di ciò?

Risposta: Vale quanto previsto dall'Avviso all'art. 4

130
Domnda:
Per la terza tipologia di interventi formativi (generale accrescimento del capitale umano e svantaggio sociale), sono da preferirsi interventi a favore dello sturt - up di impresa?

Risposta:
Non è esposta alcuna preferenza specifica sulla tipologia di interventi da prevedere in relazione alla finalità del generale accrescimento del capitale umano e della riduzione delle cause di svantaggio sociale. In generale occorre prevedere tipologie di interventi formativi atti a ridurre le cause di esclusione dal mercato del lavoro e/o ad aumentare in generale le condizioni di occupabilità.
129

Domanda:
Si richiedono chiarimenti in merito ai soggetti abilitati a presentare "interventi finalizzati a raggiungere obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale)" negli Avvisi pubblici di manifestazione di interesse ad oggi pubblicati. Detti Avvisi al riguardo recitano testualmente "categorie di soggetti di cui all'art. 2 dell'Avviso pubblico per la sperimentazione dei Patti Formativi locali, singolarmente o in ATI/ATS - cod. 002, limitatamente agli interventi finalizzati a raggiungere obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale)".

Risposta:
per l'identificazione delle categorie di soggetti ammessi si rimanda all'art.2, paragrafo 2 dell'Avviso pubblico ove sono elencate le possibili tipologie di soggetti che possono far parte del partenariato del Patto e che possono anche essere proponenti di interventi di formazione per il Patto: Enti pubblici-Associazioni datoriali-Associazioni sindacali- Organismi bilaterali- Camere di Commercio-Imprese e/o Consorzi/associazioni di imprese-Organismi di istruzione/Università-Enti di ricerca-Centri per l'impiego- Associazioni senza scopo di lucro-Organismi finanziari.

128
Domanda:
Per svantaggio sociale è da intendersi il riferimento a precise categorie sociali svantaggiate (eventualmente quali?), oppure esso è da rapportarsi al settore di riferimento del PFL proposto e alle sue categorie di soggetti svantaggiati, emerse dall'analisi di settore e dall'analisi del fabbisogno formativo?

Risposta:
Si veda risposta 119
127

Domanda:
Può un centro di competenza Universitario far parte dei soggetti promotori?

Rsposta: NO. L'elenco di cui all'art. 2 è tassativo

126

Domanda:
Può un Ente Parco, facente parte di un PIT, far parte dei soggetti promotori?

Risposta
: Si, se l'ente parco, in quanto capofila del PIT, può essere assimilato ad un soggetto responsabile. Nel caso in cui l'ente faccia parte del tavolo di concertazione non si ravvisano le condizioni di cui sopra.

125
Domanda:
Può un soggetto facente parte del partenariato presentare proposte formative?

Risposta: Si
124

Domanda:
I progetti formativi volti a raggiungere obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale) - misura 3.2/3.3. obbligano le imprese ad assumere i discenti?

Risposta: No

123
Domanda:
Nell'Avviso Pubblico rettificato, all'art. 2 punto 1, secondo punto elenco a pagina 5, l'eliminazione della parola GAL indica l'esclusione di questa tipologia tra quelle ammesse come soggetto promotore?

Risposta: Si veda risposta 121
122
ANNULLATA: vedi FAQ 159
121
Domanda:
Dalla lettura dell'art. 2 dell'Avviso Pubblico Patti Formativi Locali di cui al D.D. 57 del 20/03/2007 si rileva che tra i soggetti promotori ci sono "...i soggetti responsabili della programmazione negoziata e degli strumenti di sviluppo locale attivi sul territorio dotati di personalità giuridica e poteri di rappresentanza". I G.A.L. possono essere, dunque, soggetti promotori del PFL, essendo uno strumento di sviluppo locale e dotato di personalità giuridica e potere di rappresentanza. E', dunque, corretta l'interpretazione che la elencanzione degli strumenti di sviluppo locale è esemplificativa e non esaustiva?

Risposta:
L'Iniziativa Comunitaria Leader "mira alla promozione di azioni integrate, elaborate ed attuate nell'ambito di partenariati attivi che operano a livello locale" ... "intese ad individuare e valorizzare le potenzialità concrete di un territorio in una prospettiva di medio - lungo termine attraverso l'attuazione di strategie originali di sviluppo sostenibile ed integrato, di elevata qualità". In tal senso, destinatari del contributo del Leader e della gestione dello stesso "è un insieme di partner denominato "Gruppo di Azione Locale" (GAL), così come definito al punto 12 della Comunicazione agli stati membri 2000/C139 /05 del 14.04.2000" ."I membri del Gal devono essere insediati a livello locale e devono dimostrare la loro capacità di definire in collaborazione tra loro e di attuare una strategia di sviluppo del territorio".
Uno dei compiti che il GAL deve assolvere è quello di delineare e implementare un Piano di Sviluppo Locale (PSL) che "deve essere strutturato intorno ad una strategia pilota di sviluppo integrata e sostenibile fondata su un partenariato rappresentativo e imperniata su un tema centrale (tema catalizzatore), caratteristico dell'identità del territorio".
In questo senso, tenuto anche conto che nella programmazione 2007-2013 il Leader non è più un'Iniziativa Comunitaria ma un asse del PSR, si ritiene che il Gal sia assimilabile ad un soggetto responsabile degli strumenti di sviluppo locale attivi sul territorio.
120
Domanda:
L'ente di formazione indicato come attuatore dei progetti formativi che tipologia di accredimento deve possedere?

Risposta:
L'ente di formazione deve essere in regola con le procedure di accreditamento della Regione Campania, si veda anche risposta a quesiti n° 113-40
119
ANNULLATA: vedi FAQ 158
118

Domnada:
E' possibile includere nel PFL una proposta di intervento formativo che abbia come obiettivi sia l'inserimento lavorativo, che l'adeguamento delle competenze e che, nel contempo, si proponga la riduzione delle cause di svantaggio sociale di una particolare categoria di soggetti ampiamente presenti nella filiera?

Risposta:
Si, anche se è necessario definire qual'è l'obiettivo prevalente in modo da inquadrare la tipologia di intervento e di target di destinatari rispetto alle tre tipologie di intervento proponibili sul PFL. Si ricorda infatti che gli interventi formativi proposti su un PFL possono essere volti a:
· riqualificare/rafforzare le competenze del proprio personale, attraverso interventi di formazione continua;
· formare profili professionali occupabili attraverso interventi formativi per l'inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro;
· raggiungere obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale).

117

Domnda:
i destinatari della formazione continua possono essere anche dipendenti di Enti Pubblici? Es. dipendenti degli EPT - Enti Provinciali del Turismo?

Risposta:
No. All'art. 2 dell'Allegato G, "Schema di avviso pubblico di manifestazione di interesse" è previsto che i soggetti rientranti nelle categorie di cui all'art 2 Avviso Pubblico, tra cui rientra l'EPT, possono presentare interventi limitatamente alla tipologia finalizzata ad obiettivi di accrescimento del capitale umano e riduzione cause svantaggio sociale tra cui non rientra la formazione continua.

116
Domanda:
Accrescimento del capitale umano e riduzione della causa di svantaggio sociale possono essere anche disgiunti? E' possibile far ricadere in tale tipologie un intervento che non si rivolga a soggetti definiti "svantaggiati"?

Rsposta: SI
115
Domanda:
I lavoratori stagionali come vanno considerati : occupati o disoccupati o, meglio ancora, destinatari di interventi di:
a) formazione continua
b) percorsi di inserimento con progetto di stabilizzazione dei contratti per almeno tre anni

Risposta:
Dipende se il corso è programmato in costanza di contratto o meno. Nel primo caso il lavoratore potrà essere considerato occupato e quindi potrà essere destinatario di un intervento di formazione continua, in ogni caso coerente con la durata del contratto di lavoro. Nel secondo caso potrà essere destinatario di un intervento di inserimento/reinserimento.
114

Domanda:
In riferimento alla FAQ 36 l'impegno a costituirsi deve essere, comunque, ratificato da una Delibera di Giunta Comunale o è necessario la ratifica successiva di una Delibera di Consiglio Comunale, visto comunque che ci potrebbero esserci degli impegni finanziari dei Comuni coinvolti ?
Risposta:
Si ribadisce che le FAQ sono uno strumento per avere indicazioni di metodo rispetto alla specifica disciplina del PFL e dell'avviso. In quest'ottica, si evidenzia come la questione posta attenga alla disciplina di funzionamento degli enti comunali e non a quella dei PFL.
Per quanto attiene al PFL è opportuno che gli atti posti alla base del PFL siano assunti validamente e che l'eventuale venir meno degli stessi, in quanto nulli o annullati, non pregiudichi la costituzione del PFL.

113

Domanda:
Nella FAQ 40 è riportato che il requisito dell'accreditamento verrà verificato al momento dell'avvio dell'attività formativa. Ma se l'agenzia formativa al momento dell'avvio dell'attività formativa non ha superato l'audit viene revocato il finanziamento all'azienda ? Oppure l'azienda può scegliere un'altra agenzia formativa?
Risposta:
Esclusivamente nel caso di specie, il beneficiario può cambiare l'ente di formazione fermo restando i requisiti ed i punteggi che hanno determinato l'ammissione nella lista di priorità del PFL.

112

Domanda:
Sono ammissibili interventi formativi inerenti attività inserite nell'allegato I del trattato di Maastricht?
Risposta:
Per i progetti presentati a valere sul PFL si applicano le disposizioni generali inerenti gli aiuti alla formazione, inclusi quelli in "de minimis".
In tal senso, si ricorda che:

  • il regolamento CE n. 68/2001 prevede l'applicazione "agli aiuti in tutti i settori, incluse le attività connesse alla produzione, trasformazione o commercializzazione dei prodotti di cui all'allegato I del trattato"
  • per il De Minimis, il recente regolamento CE 1998/2006, ne dispone l'applicazione "agli aiuti concessi alle imprese di qualsiasi settore, ad eccezione dei seguenti aiuti ... c) aiuti concessi a imprese attive nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli elencati nell'allegato I del trattato, nei casi seguenti:
    • i) quando l'importo dell'aiuto è fissato in base al prezzo o al quantitativo di tali prodotti acquistati da produttori primari o immessi sul mercato dalle imprese interessate,
    • ii) quando l'aiuto è subordinato al fatto di venire parzialmente o interamente trasferito a produttori primari.
      In quest'ottica, si evidenzia come, lo stesso regolamento CE 1998/2006, dispone che "in considerazione delle similarità tra la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, da un lato, e dei prodotti non agricoli, dall'altro, il presente regolamento dovrebbe applicarsi alla trasformazione ed alla commercializzazione dei prodotti agricoli, a condizione che siano soddisfatte certe condizioni. A tale riguardo, è opportuno che non siano considerate come trasformazione o commercializzazione né le attività di preparazione dei prodotti alla prima vendita effettuate nelle aziende agricole, come la raccolta, il taglio e la trebbiatura dei cereali, l'imballaggio delle uova, ecc., né la prima vendita a rivenditori o a imprese di trasformazione. A partire dall'entrata in vigore del presente regolamento, gli aiuti concessi a favore di imprese attive nella trasformazione o commercializzazione di prodotti agricoli non dovrebbero più essere soggetti al regolamento (CE) n. 1860/2004 della Commissione, del 6 ottobre 2004, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nei settori dell'agricoltura e della pesca . Il regolamento (CE) n. 1860/2004 dovrebbe quindi essere modificato di conseguenza"

Si sottolinea, infine, come ai sensi del suddetto regolamento CE 1998/2006:

  • per "prodotti agricoli" si intendono i prodotti elencati nell'allegato I del trattato CE, esclusi i prodotti della pesca;
  • per "trasformazione di un prodotto agricolo" si intende qualsiasi trattamento di un prodotto agricolo in cui il prodotto ottenuto resta pur sempre un prodotto agricolo, eccezion fatta per le attività agricole necessarie per preparare un prodotto animale o vegetale alla prima vendita;
  • per "commercializzazione di un prodotto agricolo" si intende la detenzione o l'esposizione di un prodotto agricolo allo scopo di vendere, consegnare o immettere sul mercato in qualsiasi altro modo detto prodotto, ad eccezione della prima vendita da parte di un produttore primario a rivenditori o a imprese di trasformazione, e qualsiasi attività che prepara il prodotto per tale prima vendita; la vendita da parte di un produttore primario a dei consumatori finali è considerata commercializzazione se ha luogo in locali separati riservati a tale scopo
111

Domanda:
I promotori possono ammettere proposte formative presentate da imprese con codici attività ATECO che non afferiscono ai settori della logistica e dei trasporti ma che presentano al proprio interno reparti particolarmente importanti di logistica e trasporto. Tali attività costituiscono per le imprese fattori critici di successo. I codici ATECO non sono elencati nell'Avviso pubblico per manifestazione d'interesse ma è stata riportata subito dopo l'elencazione degli stessi una dicitura che include genericamente tutte le imprese che hanno attività connesse alla movimentazione di merci e persone. Possono, dunque, i promotori ammettere tali imprese dimostrando e motivando nel progetto del pfl la scelta compiuta.

Risposta:
In fase di manifestazione d'interesse è necessario indicare in modo preciso i codici delle attività che si vogliono inserire nella proposta di PFL in quanto oggetto di un'analisi e di una valutazione ex ante che i promotori, anche con il supporto del partenariato, dovrebbero effettuare.
In tal senso, non appare possibile inserire una "dicitura che include genericamente tutte le imprese che hanno attività connesse alla movimentazione di merci e persone" in quanto questo comporterebbe un identificazione ex post del raggio d'azione della proposta.
Tenuto conto che, nel caso specifico l'avviso di manifestazione d'interesse è stato già pubblicato, appare possibile pubblicare un'integrazione allo stesso da pubblicizzare secondo le stesse modalità dell'avviso.

110

Domanda:
Una facoltà universitaria può partecipare al PFL in qualità di partner? La manifestazione di volontà e la sottoscrizione del protocollo d'intesa può essere fatta dal preside della facoltà?
Risposta:
La facoltà può partecipare in qualità di membro del partenariato al PFL (si veda anche il quesito 1). Per quanto attiene alla sottoscrizione della manifestazione di volontà e alla sottoscrizione del protocollo d'intesa questa può essere effettuata dal soggetto che ha i poteri di rappresentanza.

109

Domanda:
Le imprese che producono pane, pasta e dolciumi classificate con codice ATECO classe 15, sono comprese nella categorie agroindustria. Il disposto del bando è applicabile a tali attività?

Risposta: SI

108

Domanda:
Il bando prevede che per i "settori con caratteristiche di ciclicità e stagionalità dei processi produttivi (turismo, agroindustria e il settore agricolo) la percentuale di assunzione è ridotta al 50% ed il termine per l'assunzione di sei mesi può essere ampliato di ulteriori sei mesi".

Risposta: SI

107

Domanda:
Nell'ipotesi di un patto formativo di filiera nel settore della Logistica e Mobilità, potrà essere prevista la risposta all'Avviso pubblico di manifestazione di interesse di aziende che operano nel settore dell'agro alimentare e che all'interno della loro organizzazione hanno necessità di migliorare e attivare il settore della logistica?
Risposta:
SI se è coerente con le finalità del PFL, l'ambito di riferimento identificato ed i processi/profili oggetto del PFL (vedi anche risposta al quesito 84)

106

Domanda:
Può un PFL insistere su due diversi strumenti di sviluppo (es. un PI Città e un PI parco regionale)
L'idea forza potrebbe essere "dalla città alle aree naturali protette: interventi finalizzati alla valorizzazione delle risorse archeologiche, storico - architettoniche, ambientali e naturalistiche"?

Risposta:
Le modalità di aggregazione del territorio così come "l'idea forza", ovvero, il tema del PFL sono rimesse alla discrezionalità dei soggetti promotori nel rispetto delle indicazioni fornite dall'avviso. Appare chiaro, inoltre, che attraverso lo strumento delle FAQ si possono ricevere esclusivamente indicazioni di metodo e non di merito.

105

Domanda:
Nell'invitare le imprese alla presentazione dei progetti formativi, cosa si può allegare per spiegare i motivi dell'invito?

Risposta:
Per l'invito a presentare proposte di progetti formativi è stato predefinito apposito "SCHEMA DI AVVISO PUBBLICO DI MANIFESTAZIONE DI INTERESSE" e relativi allegati; è rimessa alla discrezionalità dei promotori l'eventuale predisposizione di documentazione di dettaglio da allegare all'Avviso di manifestazione di interesse.

104

Domanda:
Se le imprese preferissero per i percorsi formativi di inserimento lavorativo la modalità work experience è necessaria una fase di formazione d'aula? se si quale è la percentuale minima accettabile?

Risposta:
Le imprese, in funzione delle proprie caratteristiche ed esigenze, possono prevedere, come modalità formativa la Work Experience, che prevede un tirocinio formativo con un periodo di presenza in azienda, per l'approfondimento delle conoscenze acquisite durante gli studi e l'applicazione nella pratica. Ai fini dell'applicazione vale quanto disciplinato dalla normativa FSE (si vedano anche le risposte 29, 30, 31 e 81)

103

Domanda:
Il soggetto capofila è tra i componenti designati a far parte del comitato gestore del PFL o partecipa di diritto alle riunioni?
Risposta:
Premesso che il soggetto capofila è il responsabile della gestione del progetto, la definizione del modello organizzativo-gestionale del singolo Patto ed i relativi processi decisionali e di coordinamento è lasciata alla discrezionalità dei soggetti promotori e partner che dovrebbero scegliere il modello più opportuno per garantire, per un verso, efficacia e efficienza di gestione e, per l'altro, rappresentatività e snellezza operativa.
Le modalità organizzative del Patto vanno rappresentate all'interno del "Formulario per la presentazione della proposta progettuale" e sono elemento di valutazione per la qualificazione del Patto.

102

Domada:
Le spese vive per la gestione di un PFL (riproduzione documenti e allegati, postali,stampa materiali di promozione , pubblicazioni su periodici, ecc..) sono incluse nella unica quota a disposizione del capofila ( 15%) peraltro già minima per il personale e gli esperti, interni ed esterni, che dovranno affiancare il capofila nelle funzioni di project management?

Risposta: SI

101
Domanda:
Può una associazione tra 4 Comunità montane essere soggetto promotore e di conseguenza soggetto capofila di un PFL?

Risposta:
SI se, complessivamente, ha una popolazione non inferiore a 80.000 abitanti.
100

Domanda:
In caso di progetto proposto da ATI i requisiti economico-finanziari e dimensionali delle imprese partecipanti si sommano o si mediano?

Risposta: Si, sommano.

99
Domanda:
Un ente bilaterale che fa riferimento ad un organizzazione datoriale capofila di un PFL può essere il soggetto che svolge l'attività di monitoraggio dello stesso Patto

Risposta: Si
98
Domanda:
Il monitoraggio del patto può essere effettuato da un soggetto diverso da un ente bilaterale?

Risposta: No
97
Domanda: Il Soggetto Responsabile di un Progetto Integrato Rurale - PIR - (Comunità Montana), indicato dal Partenariato Locale dello stesso PIR, può essere promotore di un PFL quale soggetto responsabile della programmazione negoziata?
Risposta:
Nella misura in cui il PIR può essere visto come uno strumento di sviluppo locale attivo su un territorio, il soggetto responsabile può essere promotore di un PFL.
96

Domanda:
All'interno del Protocollo di Intesa occorre distinguere fra soggetti promotori e partner?
Rsposta: Si

95
Domanda:
Il funzionamento del Comitato di Gestione (convocazione, validità, quorum ecc.) può essere demandato ad un allegato oppure direttamente alle schede del formulario laddove occorre descrivere l'organizzazione e le modalità di funzionamento del partenariato)?

Risposta:
Le modalità con cui disciplinare i processi decisionali e di coordinamento per il funzionamento del partenariato sono demandate alla discrezionalità delle parti. In ogni caso è buona norma indicarle comunque all'interno del Protocollo d'intesa. Nel Formulario, nelle sezioni V.g e V.h, bisognerà descrivere, in maniera chiara ed esaustiva, ruoli e responsabilità dei partner sia nella fase di proposta che di attuazione del PFL
94
Domanda:
Nel caso in cui il finanziamento venga erogato all'impresa proponente, qual è il ruolo amministrativo dell'ente di formazione in qualità di soggetto attuatore?

Risposta:
L'agenzia formativa svolgerà il suo ruolo dalla progettazione alla rendicontazione delle attività, inclusa l'interfaccia con il soggetto proponente e l'assistenza in fase di erogazione dei finanziamenti.
93
Domanda:
Per i progetti formativi finalizzati all'inserimento lavorativo e per quelli relativi alla formazione degli occupati, a chi viene erogato il finanziamento, all'impresa o all'ente di formazione?

Risposta:
Sono le imprese, ATI o consorzi che hanno presentato proposte di intervento per l'inserimento/re-inserimento lavorativo o per la formazione continua, che ricevono i fondi per la copertura del budget dell'intervento per la quota di cofinanziamento a carico della Regione. Gli aspetti di erogazione dei finanziamenti saranno disciplinati nell'ambito dei singoli atti di concessione (si veda anche la risposta al quesito n° 60).
92

Domanda:
I soggetti proponenti che presentano progetti per l'inserimento lavorativo devono impegnarsi ad assumere almeno l'80% dei discenti, per almeno un triennio, di cui il 50% a tempo indeterminato, il 20% con contratto di apprendistato ed il 30% con altre forme contrattuali. Quali sono le "altre forme contrattuali" rientranti nel 30%?

Risposta:
Le altre forme contrattuali sono le forme di lavoro cosiddetto "atipico" (non standard) rispetto ai contratti di lavoro subordinato standard a tempo pieno (si veda anche la risposta al quesito 75).

91
Domanda:
Il Consorzio di imprese può presentare domanda di partecipazione all'avviso pubblico di manifestazione di interesse per conto di alcune delle sue imprese consorziate? E in questo caso è necessario che le imprese costituiscano una ATS, anche se sono già consorziate?

Risposta:
Si; non è necessario costituire alcuna ATS in quanto il Consorzio è tra i soggetti ammissibili previsti all'art.2 dello Schema di Avviso pubblico di manifestazione di interesse. In ogni caso si evidenzia che l'obbligo di assunzione si ripartisce su tutte le imprese del Consorzio.
90
Domanda:
Se un Consorzio di Imprese è soggetto promotore di un PFL può essere anche soggetto proponente di azioni formative finalizzate all'inserimento lavorativo e all'aggiornamento degli occupati? Se si, ci sono limiti alla percentuale di attività formative, sul totale previsto dal PFL, che il Consorzio può gestire in qualità di soggetto proponente?

Risposta:
Si e non ci sono dei limiti salvo l'applicazione dei criteri e regole di valutazione e selezione previsti nello Schema di Avviso di Manifestazione di Interesse (art.7-8-9) per l'inserimento degli interventi all'interno della lista di priorità.
89

Domanda:
All'interno di una filiera produttiva, l'aggregazione di imprese partecipanti deve essere riconducibile ad una medesima tipologia produttiva o è possibile aggregarne differenti, ad esempio aziende casearie possono aggregarsi con aziende olearie?

Risposta:
Il concetto di filiera presuppone che organizzazioni appartenenti a diversi settori possano essere aggregate sulla base di rapporti di interdipendenza derivanti da rapporti di fornitura, coprogettazione, coproduzione, fruizione di servizi comuni e quanto altro consenta di giustificare una coerenza complessiva della scelta. In tal senso, i soggetti promotori sono liberi di definire la filiera identificando i codici più opportuni in base alle loro ipotesi ed alle conseguenti analisi (si veda anche la risposta al quesito n° 28).

88

Domanda:
E' possibile che un ente che sta prestando supporto tecnico al soggetto promotore per la presentazione del Patto e che, in caso di approvazione, svolgerà le attività di project management generali, sia identificato come ente di formazione di un progetto finalizzato all'inclusione sociale?

Risposta: Si

87

Domanda:
Con riferimento al parametro di costo massimo ora/allievo di € 16,00, come va calcolato il cofinanziamento privato dell'impresa proponente (caso formazione generale per PMI) del 20% per la formazione continua? Date le due ipotesi a) e b) riportate di seguito, quella giusta è la a) o la b)?
Prima ipotesi
Finanziamento pubblico: 80%, per un costo ora/allievo pari a € 16,00
Cofinanziamento privato: 20%, per un costo ora/allievo pari a € 4,00
Costo ora allievo totale: € 20,00 (di cui l'80% pubblico è pari a € 16,00 e il 20% privato è pari a € 4,00)
Seconda ipotesi
Finanziamento pubblico: 80% del costo ora/allievo (€ 16,00), pari a € 12,80
Cofinanziamento privato: 20% del costo ora/allievo (€ 16,00), pari a € 3,20
Costo ora allievo totale: € 16,00

Risposta:
Così come previsto dal manuale FSE, la modalità per calcolare il costo totale dell'attività formativa (al netto del finanziamento privato) è la seguente:
Costo totale = costo/ora allievo*n° di ore corso previste*n° allievi previsti.
In tal senso, il parametro costo/ora allievo si riferisce alla sola parte finanziata dalla Regione.

86

Domanda:
L'art. 7 (Risorse finanziarie - Parametri finanziari di riferimento - Intensità aiuti per interventi di formazione continua) dell'Avviso Pubblico per la sperimentazione di Patti Formativi Locali assegna un massimo del 15% del totale delle risorse del Patto alle spese di project management ed un ulteriore finanziamento per un massimo del 4% dell'importo del Patto per l'eventuale sviluppo, sperimentazione e realizzazione di un sistema di monitoraggio, coordinato dalla Cabina di Regia regionale. Domanda: il max 15% per il project management + il max 4% per l'eventuale monitoraggio (in totale, quindi, un max 19%) vanno introdotti nel piano finanziario generale del PFL in aggiunta all'importo complessivo dei progetti formativi presentati dalle imprese (quelli inseriti nella lista di priorità) o vanno sottratti a tale importo complessivo? In altre parole, date le due ipotesi a) e b) riportate di seguito, quella giusta è la a) o la b)?
Prima ipotesi
Importo complessivo dei progetti formativi presentati dalle imprese ed inseriti nella lista di priorità: € 2.000.0000,00
MAX 15% per il project management: € 370.370,37
MAX 4% aggiuntivo per l'eventuale monitoraggio: € 98.765,43
TOTALE: € 2.469.135,80
Seconda ipotesi
Importo complessivo dei progetti formativi presentati dalle imprese ed inseriti nella lista di priorità: € 2.000.0000,00,
di cui MAX 15% per il project management: € 300.000,00
MAX 4% aggiuntivo per l'eventuale monitoraggio: € 80.000,00
TOTALE: € 2.000.000,00
Risposta:
L'avviso recita "Le spese di project management devono essere al massimo pari al 15% del totale delle risorse del Patto. Un ulteriore finanziamento per un massimo del 4% dell'importo del Patto può essere richiesto, sulla base di una specifica progettazione, per lo sviluppo, la sperimentazione e la realizzazione di un sistema di monitoraggio".
L'ipotesi corretta è la a, in quanto le percentuali (massime) del 15% per il project management e 4% per l'eventuale monitoraggio vanno introdotti all'interno del piano finanziario del PFL verificando il rispetto delle suddette percentuali sul totale del PFL ed il rispetto dei limiti minimi e massimi dell'art. 7 secondo capoverso.

85
Domanda:
All'art. 4 - Durata degli interventi formativi dello Schema di Avviso Pubblico di manifestazione di interesse (Allegato G) è riportato, nell'ultimo capoverso, che "la proposta deve prevedere il piano dei tempi per la realizzazione complessiva dell'intervento formativo; in ogni caso le attività di realizzazione dell'intervento dovranno concludersi entro e non oltre il 31 luglio 2008". Tale termine del 31 luglio 2008, però, coincide con il limite massimo per la conclusione dell'attività del PFL indicata nell'art. 5 - Sviluppo del Piano Attuativo e finanziamento del PFL dell'Avviso Pubblico per la sperimentazione di Patti Formativi Locali. Considerato che lasciare alle imprese proponenti dei progetti formativi lo stesso termine previsto per la conclusione dell'intero PFL determinerebbe l'impossibilità, per il Soggetto Promotore, di concludere le attività di controllo della rendicontazione finale, è possibile prevedere, alla fine dell'art. 6 - Modalità di erogazione del finanziamento dello Schema di Avviso Pubblico di manifestazione di interesse (Allegato G) per le imprese (e le Agenzie formative) un termine massimo di 8 o 9 mesi quale articolazione temporale dell'intervento?

Risposta:
Il termine del 31/07/2008 è il limite massimo per la chiusura del PFL. In tal senso, ai fini dell'organizzazione dell'attività di rendicontazione i soggetti proponenti possono identificare un termine inferiore (si veda anche la risposta al quesito n° 19).
84
Domanda:
Nella sezione C. dello Schema di Avviso Pubblico di manifestazione di interesse (Allegato G) è necessario riportare l'elenco dettagliato dei Codici ATECO delle imprese ammesse alla presentazione dei progetti formativi? Nel caso, ad es., di un PFL avente ad oggetto un comparto come la logistica e i trasporti, vanno considerati soltanto i Codici ATECO delle aziende operanti in senso stretto nel comparto citato o il bando può essere aperto anche ad aziende che non sono propriamente attive in esso, ma sono interessate cospicuamente da processi di movimentazione merci (come imprese della grande distribuzione commerciale: es. Ikea, Auchan, etc.) e/o persone?

Risposta:
Ai fini dell'ammissibilità a proporre interventi formativi è richiesto, all'art. 2 dello schema di Manifestazione di interesse, che l'impresa sia operante nel territorio/filiera produttiva del costituendo PFL. Pertanto, i soggetti promotori sono liberi di definire la filiera identificando i codici più opportuni in base alle loro analisi (le ragioni della scelta andrebbero, peraltro, opportunamente illustrate). Nel caso specifico, l'eventuale inserimento dei codici attività di imprese che nella capacità di gestire in maniera ottimale la logistica hanno una loro competenza distintiva e un "fattore critico di successo", ma che non hanno in questa attività la loro "attività prevalente", è rimessa alla discrezionalità dei soggetti proponenti. In tal caso, ovviamente, tali soggetti potranno proporre esclusivamente interventi formativi coerenti con il tema del PFL al fine di preservare la consonanza complessiva della proposta.
83
Domanda:
La formazione del conducente autolinee finalizzata all'acquisizione della carta di qualificazione, ai sensi del D. Lgs. 21/11/2005 n. 286, è ammissibile qualora organizzata da autoscuole o soggetti autorizzati dal Ministero dei Trasporti. Per ottemperare a quanto prescritto dalla suddetta normativa, e contestualmente utilizzare le opportunità previste dallo strumento Patto Formativo, come può procedere un'autolinea che volesse rispondere ad un Avviso relativo ad un PFL dedicato alla logistica e ai trasporti?

Risposta:
Così come previsto dall'avviso i proponenti devono individuare, per l'esecuzione degli interventi formativi, un'agenzia formativa accreditata dalla Regione Campania. Nel caso particolare sarà necessaria la verifica dei requisiti previsti dal Ministero dei Trasporti e l'assenza di specifici vincoli connessi alla disciplina settoriale e a quella del FSE.
82
Domanda:
La quota di cofinanziamento privato prevista nel caso di formazione continua può essere giustificata anche dal costo orario lordo del dipendente impegnato nella formazione per le ore dedicate alla formazione?

Risposta:
Si, in tutte le altre forme previste dal Manuale di gestione del FSE
81
Domanda:
Se le imprese scelgono i percorsi formativi sotto forma di work experience devono prevedere obbligatoriamente una formazione d'aula? In caso di risposta affermativa, in quale percentuale minima?

Risposta:
Per le work experience si applica quanto disciplinato con il Manuale di gestione del FSE
80

Domanda:
Il "Comitato di gestione del PFL" come individuato all'art. 5 della schema di Protocollo d'Intesa (allegato F) prevede la partecipazione di tutti i rappresentanti dei firmatari del Protocollo stesso. Questa disposizione è obbligatoria oppure è possibile prevedere un comitato ristretto ai soli soggetti promotori?

Risposta:
Le modalità di composizione e di organizzazione del Comitato Gestore rientra nella discrezionalità dei soggetti promotori e del partenariato. In tal senso, la dimensione e le modalità di funzionamento devono garantire allo stesso tempo pluralismo e snellezza operativa (si veda anche la risposta al quesito n° 23).

79
Domanda:
L'attività di assistenza tecnica può essere affidata ad una persona fisica titolare di partita IVA ed in possesso di idonee e specifiche competenze richieste dal bando?

Risposta:
Non è vietato dal bando se il soggetto è in possesso delle idonee, specifiche e diversificate competenze necessarie e dell'organizzazione atta a svolgere l'incarico.
78
Domanda:
I nominativi dei membri del Comitato di Gestione devono essere indicati nel Protocollo di Intesa oppure si può demandare ad un allegato?

Risposta:
Non è necessario indicare i nominativi nel Protocollo di Intesa, ma è opportuno definire con precisione ruoli, responsabilità e competenze.
77
Domanda:
E' possibile modificare il Protocollo di Intesa introducendo una diversa partecipazione dei partner al Comitato di Gestione (ad esempio 1 rappresentante per ogni soggetto proponente e 1 rappresentante per tutti i soggetti partner?)

Risposta:
Le modalità di composizione e di organizzazione del Comitato Gestore rientrano nella discrezionalità dei soggetti promotori e del partenariato. In tal senso, la dimensione e le modalità di funzionamento devono garantire allo stesso tempo pluralismo e snellezza operativa (si veda anche la risposta al quesito n° 23).
76
Domanda:
Il Protocollo di Intesa deve essere sottoscritto prima dell'emissione della manifestazione di interesse?

Risposta:
Si. L'attivazione e il coinvolgimento del partenariato locale rappresentano l'elemento qualificante del processo progettuale del patto formativo. Tuttavia la composizione del partenariato locale, così, come tutte le altre caratteristiche del protocollo possono essere modificate sino al momento della presentazione della proposta del PFL alla amministrazione regionale.
75
Domanda:
Le aziende si impegnano a mantenere in organico i nuovi assunti per non meno di 3 anni (rif. pag. 8 Avviso) o 5 anni (rif. allegato 1.A.)? L'impegno di 3 anni vale anche per le "altre forme contrattuali"? se si quali sono?

Risposta:
Per non meno di 3 anni per il contratto a tempo indeterminato, per l'apprendistato in modo coerente alle previsioni dei CCN del settore di riferimento. Per le altre forme contrattuali non c'è vincolo temporale e le stesse saranno riconducibili alle categorie del cd. lavoro "atipico" di cui alla "Legge Biagi".
74
Domanda:
Gli Enti Parco e Riserve Naturali Regionali possono essere soggetti promotori dei Patti Formativi?

Risposta:
Non come enti pubblici. Nel caso gli stessi soggetti siano stati capofila di strumenti di sviluppo locale o di programmazione negoziata possono essere soggetti promotori.
73

Domanda:
Può un gruppo di promotori già costituito accettare ulteriori promotori? In che modo?

Rsposta: Si fino alla presentazione del PFL e nelle modalità richieste dalle tipologie di soggetti che si presentano come promotori.

72
Domanda:
Le aziende che vogliono partecipare ad una proposta di Patto devono anche individuare le agenzie formative che realizzeranno gli interventi di formazione proposta?

Risposta: Si
71
Domanda:
Una impresa può rispondere alla Manifestazione di interesse per la sola tipologia di interventi di formazione continua?

Rsposta: Si.
70
Domanda:
Le azioni aggiuntive devono essere riferite alle misure dell'asse 3?

Rsposta: No le azioni aggiuntive sono quelle previste nel formulario.
69

Domanda:
E' ammesso il settore sanitario al PFL?

Risposta:
Il settore è ammissibile nei limiti dell'assenza di sovrapposizioni con la regolamentazione della formazione in ambito sanitario.

68
Domanda:
Se alla Manifestazione d'interesse di un PFL territoriale risponde un'azienda che non rientra nel territorio identificato, bisogna escluderla o la si può inserire?

Risposta:
Se non risponde ai requisiti di ammissibilità (art. 2 Schema di Avviso di manifestazione di interesse) rientrerà nella lista "non ammessi a valutazione di merito" (art.7 e 9. Schema di Avviso di manifestazione di interesse)
67

Domada:
Se un'azienda risponde alla Manifestazione d'interesse e la sua proposta è inserita nella Lista di priorità, cosa succede nel caso in cui poi venga meno ai suoi impegni?

Risposta:
Se non adempie agli obblighi di cui all'art 5 dell'avviso, viene escluso in fase di redazione del Piano Attuativo.Nel caso in cui la proposta venga meno dopo l'emanazione del provvedimento provvisorio di finanziamento, sono previsti meccanismi di revoca dello stesso disciplinati nel dettaglio all'art.9 dell'Avviso.

66
Domanda:
Nella Rete di partner possono entrare Enti appartenenti a tutto il territorio nazionale?

Risposta:
SI, se l'inclusione nel partenariato è rispondente alle finalità del PFL.
65

Domanda:
Se un Patto, di tipo territoriale, incide ad es. su 16 Comuni è indispensabile ottenere l'adesione, in qualità di promotore o partner, da parte di tutti i Comuni?

Risposta:
No, la composizione dell'aggregazione dei promotori e dei partner deve rispondere a criteri di rappresentatività e non di numerosità, esaustività.

64
Domanda:
Gli output indicati dalle Linee Guida sono obbligatori? Se sì dove vanno allegati?

Risposta:
Il percorso descritto nelle Linee Guida è indicativo delle fasi/attività/output da svolgere per l'ideazione ed elaborazione di una proposta di PFL rispondente a modalità progettuali di tipo partecipato e negoziale. Ai fini della redazione e presentazione della proposta tecnica è necessario solo compilare il Formulario sull'apposito modello completo degli allegati come disciplinato all'art. 10 dell'Avviso.
63

Domanda:
A pag. 21 del Formulario (All. B) è prevista la sezione dedicata all'assistenza tecnica: nel caso in cui si chieda l'assistenza tecnica alla cabina di regia regionale, vanno indicati i dati della Regione? Se non ci si avvale di un soggetto esterno quali dati bisogna indicare?

Risposta:
L'assistenza tecnica di cui alla pag 21 del Formulario è disciplinata all'art.2 dell'Avviso: "per le attività di project management (che spettano al capofila) il soggetto capofila può eventualmente delegare l'assistenza tecnica a soggetti esterni"; ci si riferisce in questo art. alle attività di project management necessarie alla gestione del PFL in fase di attuazione; altra cosa è l'Assistenza tecnica che può essere richiesta alla Regione in fase di progettazione della proposta progettuale di PFL e prima dell'ammissione al finanziamento e che è disciplinata all'art. 16 dell'Avviso. Quindi nella sezione del Formulario a pag 21 non vanno inseriti i dati della Regione ma i dati di eventuale soggetto esterno cui il capofila intende delegare la gestione del PFL.
Se non ci si vuole avvalere di alcun soggetto esterno non occorre compilare la sezione. Idem se la scelta è rinviata ad un momento successivo.

62
Domanda:
L'attività di accompagnamento per la progettazione del PFL, svolta dalla Cabina di Regia attivata in Regione, è gratuita?

Risposta: Si
61

Domanda:
Il Bando prevede che una quota compresa tra il 15 ed il 20% sia destinata all'inclusione sociale; il 15% alle spese di project management; qual è invece la percentuale riservata all'inserimento lavorativo e alla riqualificazione?

Risposta:
Non è prevista una quota minima. E' auspicabile che la composizione percentuale degli interventi tra le diverse tipologie sia rispondente alle finalità, obiettivi e risultati attesi dal singolo PFL relativamente al territorio/filiera di riferimento

60

Domanda:
Dovendo predisporre gli specifici appostamenti di bilancio si vuole conoscere il modo in cui avverrà il flusso dei finanziamenti. In altri termini, i finanziamenti affluiranno tutti o in parte (e in questo caso a copertura di quali spese) al soggetto capofila e da questo saranno trasferiti ai diversi attori del P.F.L. (soggetti proponenti ecc.) oppure è previsto un meccanismo diverso di erogazione dei fondi (es. da Regione a soggetti proponenti)?

Risposta:
Il soggetto promotore riceve la quota di contributo relativa al project management. L'ente bilaterale l'eventuale quota per il monitoraggio. I soggetti che hanno presentato proposte di intervento nell'ambito di un PFL ricevono i fondi per la copertura del budget dell'intervento per la quota di cofinanziamento a carico della Regione.
Gli aspetti di erogazione dei finanziamenti saranno disciplinati nell'ambito dei singoli atti di concessione.

59

Domanda:
Una società di trasformazione urbana (STU) è classificabile tra i soggetti responsabili della programmazione negoziata e degli strumenti di sviluppo locale e, quindi, come tale inseribile tra i soggetti promotori?

Risposta: No

58
Domanda:
Posto che il soggetto capofila è un comune, quali sono le modalità per individuare il soggetto esterno a cui affidare l'assistenza tecnica?

Risposta:
Quelle a cui si deve attenere l'ente secondo le norme vigenti sugli appalti di servizi
57

Domanda:
L'Assessorato alla Cultura e allo Sviluppo del Comune di Napoli ha intenzione di presentare, in qualità di capofila, un proprio PFL. Come previsto dall'avviso pubblico, per le attività di project management (pianificazione, programmazione, gestione, coordinamento, valutazione, monitoraggio e rendicontazione del P.F.L.) il soggetto capofila può delegare l'assistenza tecnica a soggetti esterni ?

Rsposta: Si

56
Domanda:
Il Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree interne della Campania, è tra i possibili soggetti legittimati a far parte dei Promotori di un PFL ?

Risposta:
Si, se consorzio di imprese o altra tipologia di cui all'art 2 dell'Avviso.
55

Domanda:
In riferimento all'art. 2 - Soggetti Ammessi a Finanziamento è consentito anche a comuni al di sotto di 80.000 abitanti entrare tra i soggetti promotori se all'interno del gruppo dei promotori ci sono più comuni la cui popolazione complessiva supera gli 80.000 abitanti?

Risposta:
No, in quanto ciascuno dei promotori deve rispettare il requisito di ammissibilità. Un Comune di popolazione inferiore a 80.000 abitanti può partecipare come promotore solo se nelle forme associate con altri Comuni rispetta il requisito di popolazione non inferiore a 80.000 abitanti (come risposta al quesito 37).

54

Domanda:
Nello Schema di Avviso Pubblico di manifestazione di interesse per le imprese, nel quadro C (Ambito di riferimento) della Premessa è prevista l'identificazione dell'area, con l'elenco dei Comuni coinvolti. Nel caso di un PFL relativo ad un'intera provincia, ad es. Benevento, è possibile riempire la sezione, invece che con l'elenco di tutti i Comuni, scrivendo: "Tutti i Comuni rientranti nella provincia di Benevento"?

Risposta:
Si, la compilazione del riquadro C è finalizzata all'identificazione dell'ambito su cui si esplicheranno le azioni del PFL e a cui fare riferimento per l'identificazione delle imprese ammesse a rispondere alla Manifestazione di interesse; le modalità di compilazione del riquadro sono quindi strettamente funzionali a tale finalità. Ai fini dell'identificazione delle imprese che possono rispondere alla manifestazione di interesse vale quanto previsto all'art. 2 dello schema di avviso pubblico di manifestazione di interesse

53

Domanda:
Con riferimento all'obbligo di assunzione dei progetti d'inserimento e reinserimento lavorativo, l'Avviso Pubblico per la sperimentazione di Patti Formativi Locali riporta testualmente, all'art. 4, che "i soggetti proponenti [ … ] si devono impegnare ad assumere, entro sei mesi dalla fine del percorso formativo, e a mantenere in organico per non meno di 3 anni, almeno l'80% dei discenti [ … ]". Però, sia nello Schema di Avviso Pubblico di manifestazione di interesse per le imprese (in Premessa), sia nell'Allegato 1.A - Domanda di partecipazione (alla lettera p), si parla di impegno "ad assumere e a mantenere in organico per non meno di 5 anni". Il termine minimo, quindi, è 3 o 5 anni?

Rsposta: 3 anni

52
Domanda:
Nello Schema di Avviso Pubblico di manifestazione di interesse (Allegato G), in Premessa, con riferimento agli impegni ad assumere delle imprese, è riportato testualmente che "in caso di progetti presentati da consorzi o ATI, l'obbligo di assunzione si applica complessivamente su tutte le imprese del consorzio o dell'ATI". In caso, quindi, ad esempio, di un progetto pluriaziendale d'inserimento lavorativo presentato da un'ATI costituita da 3 imprese e rivolto a 20 destinatari, l'obbligo di assunzione dell'80% può considerarsi assolto se è un'unica impresa (delle 3 dell'ATI) ad assumere 16 destinatari su 20 (l'80% del requisito minimo), senza che le altre due incrementino i rispettivi organici?

Risposta:
SI, le imprese sono solidalmente responsabili
51
Domanda:
Qual è il rapporto tra le 3 tipologie di "soggetti ammessi a partecipare all'avviso" (Art. 2)? In altre parole, è corretto stabilire come regola generale che un soggetto (ovviamente in possesso dei requisiti minimi di eleggibilità) possa essere o promotore, o partner locale o proponente, nel senso che nessun partecipante all'avviso, per scongiurare evidenti conflitti d'interesse, può ricoprire più di un ruolo?

Risposta:
L'Avviso contempera anche per i promotori e i partner la possibilità di presentare proposte di interventi formativi (art 4 dell'"Avviso pubblico per la sperimentazione dei PFL").
50
Domanda:
E' possibile che un soggetto promotore sottoscriva il Protocollo d'Intesa del Partenariato Locale, diventando, quindi, anche un partner locale?

Risposta:
I soggetti promotori sottoscrivono il protocollo di intesa in qualità di soggetti promotori.
49

Domanda:
In caso di PFL di filiera, può essere definito, come territorio di riferimento, l'intera regione Campania?

Risposta:
Il PFL di filiera non ha un riferimento territoriale, l'ambito è comunque la Regione Campania.

48
Domanda:
In caso di PFL territoriale, può non essere definita un'unica filiera di riferimento, ma - ad es. - tutti i settori produttivi insistenti sull'area territoriale identificata?

Risposta:
Nel PFL territoriale non deve essere obbligatoriamente definito l'ambito di filiera di riferimento. In tal senso, in caso di PFL territoriale è il territorio come luogo di sviluppo per diverse vocazioni produttive, il riferimento del Patto. In caso di PFL territoriale non è necessario, quindi, limitare il campo di attuazione del PFL a una filiera.
47
Domanda
Nelle "LINEE DI INDIRIZZO RELATIVE ALLA REALIZZAZIONE DEI PATTI FORMATIVI LOCALI" (pubbl. sul BURC n. 50 del 06/11/2006) si legge che "L'ambito di riferimento in cui si esplicano le azioni del PFL caratterizzato da aspetti di omogeneità, interesse e rilevanza strategica, viene identificato attraverso l'incrocio di due dimensioni:
- ambito territoriale specifico quale luogo identificativo di aspetti ambientali, storico-culturali, socio-produttivi, istituzionali e relazionali particolareggiati e caratterizzanti nonché destinatario delle politiche di sviluppo;
- filiera produttiva quale luogo di interesse ove costruire percorsi di crescita e sviluppo professionale e a cui riferire la progettazione di politiche formative e del lavoro integrate".
Sembrerebbe, quindi, che ogni Patto debba essere contemporaneamente sia territoriale, sia di filiera. Guardando il formulario di progetto ed il form di Avviso Pubblico per le imprese, sembrerebbe invece che una scelta tra PFL territoriale o di filiera possa o, addirittura, debba essere effettuata.
Pertanto, quali sono le opzioni possibili tra queste 3?
- un PFL deve essere contemporaneamente territoriale e di filiera;
- un PFL può, ma non necessariamente, essere contemporaneamente territoriale e di filiera;
- un PFL deve essere o territoriale o di filiera e mai entrambe le cose contemporaneamente.

Risposta:
Un PFL può essere o territoriale (aggregato di imprese accomunate dalla sola localizzazione sul medesimo territorio) o di filiera (aggregato di imprese appartenenti a più settori legati da rapporti di interdipendenza).
46

Domanda:
Nel caso di un patto formativo territoriale il cui soggetto promotore è stato ufficialmente già costituito ed è stata richiesta la partecipazione di un ente pubblico "comune" al patto; in considerazione del fatto che sul territorio di riferimento del comune che ha avanzato richiesta, sono presenti più imprese disponibili alla partecipazione al patto formativo locale, può essere prevista l'integrazione di questo comune al soggetto promotore? Oppure, la sua presenza può essere prevista come soggetto partner?

Risposta:
L'integrazione è possibile nel rispetto delle modalità previste dai soggetti che si sono aggregati come promotori e nel rispetto dei requisiti di ammissibilità previsti dall'Avviso.

45

Domanda:
Per la pubblicazione dell'Avviso pubblico della Manifestazione di interesse c'è l'obbligo di rispettare i contenuti prescitti nella modulistica allegata al bando, oppure è possibile inserire altre clausole, ad esempio relative alla stabilizzazione dei contratti atipici?

Risposta:
Occorre rispettare i contenuti prescritti nella modulistica allegata al bando regionale ed in particolare non sono ammissibili attività formative difformi da quelle previste dall'art. 4 dell'Avviso.

44
Domanda:
In riferimento al bando di patti formativi locali, durante le attività di indagine dei fabbisogni è emersa l'esigenza da parte delle imprese di stabilizzare quei lavoratori con contratti atipici. in riferimento a ciò ed in risposta alla pubblicazione dell'avviso pubblico, come bisogna affrontare questa esigenza?

Risposta:
I PFL hanno tra gli obiettivi anche quello di favorire l'occupabilità ma non sono strumenti finalizzati alla stabilizzazione dei contratti atipici. Peraltro, tali contratti, ancorchè atipici, sono contratti di lavoro e, quindi, i soggetti così assunti possono essere ammessi agli interventi di formazione continua.
43

Domanda:
Le spese sostenute dal Soggetto Promotore per la pubblicazione, promozione ed assistenza ai proponenti relativamente all'"Avviso pubblico di manifestazione di interesse" rientrano tra le spese ammissibili del PFL (si ricorda che esse verranno sostenute prima della presentazione della proposta di PFL alla Regione Campania)?

Risposta:
Lo saranno nell'ambito della progettazione esecutiva.

42
Domanda:
Può bastare il termine di 20 giorni di scadenza a far data dal giorno successivo alla pubblicazione concesso ai soggetti proponenti per la presentazione dei progetti formativi?

Risposta:
Nel caso di assenza di specifici vincoli dei soggetti promotori che compongono l'ATS è opportuno, comunque, un congruo termine per assicurare la massima partecipazione dei soggetti proponenti
41

Domanda:
Per l'emanazione e pubblicizzazione dell' "Avviso pubblico di manifestazione di interesse" (all. G) riservato alle imprese a quali modalità di promozione e diffusione (es. pubblicazione su quotidiani, su sito web, etc.) devono attenersi i soggetti promotori?

Risposta:
Quelle ritenute più opportune ovvero quelle previste dalle specifiche normative a cui si devono attenere i soggetti promotori in base alla loro natura giuridica o regolamentare.

40
Domanda:
Può un ente che ha completato la procedura telematica per l'accreditamento quale agenzia formativa (quindi in possesso del codice ente) ed in possesso di tutta la documentazione necessaria essere incluso in un patto formativo pur non avendo ricevuto l'audit?

Risposta
Si, il requisito sarà verificato ed è indispensabile al momento dell'avvio delle attività formative.
39

Domada:
In una proposta di PFL che ha tra i soggetti promotori un ente locale che risponde al criterio degli 80.000 abitanti, può parteciparvi anche, sempre come soggetto promotore, una Unione di Comuni che arriva a 40.000 abitanti, fermo restando la partecipazione di almeno altre due tipologie di soggetti così come indicato dal bando?

Risposta:
No, in quanto ciascun soggetto per partecipare al PFL nella veste di "promotore" deve rispondere ai requisiti di ammissibilità previsti dall'Avviso all'art.2. In tal senso, l'Unione può partecipare aggregandosi all'ente pubblico dotato dei requisiti anche nelle forme previste dal quesito 34.

38
Domada:
Nel seguente rapporto "numero formati nei corsi per formare profili professionali occupabili ... su numero formati complessivo corsi proposta di PFL", il numero dei formati profili professionali occupabili considera anche le work esperience? Il numero dei formati complessivi intende invece anche quelli formati nell'ambito sociale?

Risposta:
Si, si considerano anche le WE. Il numero di formati complessivi include tutti i discenti di tutti i corsi previsti dalla proposta del PFL.
37

Domanda:
È possibile che un comune, non facente parte del soggetto promotore di un Patto, ma confinante con un comune che è soggetto promotore, faccia parte del partenariato locale di un PFL territoriale? In caso positivo le imprese localizzate sul territorio di questo comune possono rispondere alla Manifestazione di interesse per la presentazione di progetti formativi?

Risposta:
Non ci sono limiti alla partecipazione di soggetti al partenariato locale, unico requisito è la rappresentatività rispetto al territorio/filiera prescelti a seconda che trattasi di PFL territoriale o di filiera. Per quanto riguarda le imprese ai fini dell'ammissibilità a proporre interventi formativi è richiesto che l'Impresa sia operante nel territorio/filiera del costituendo PFL.

36
Domada:
Nel caso il soggetto promotore sia composto tra gli altri, da comuni, è possibile che questi in fase di presentazione facciano promessa di associazione ai sensi del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 s.m.i.? In tal caso è necessario che i comuni interessati oltre a sottoscrivere l'Allegato C "Dichiarazione di impegno ATI", insieme alle altre tipologie di soggetti, facciano anche una dichiarazione di impegno separata rispetto al T.U.E.L.?

Risposta:
É possibile sottoscrivere un impegno ad associarsi. In questo caso, l'Allegato C dovrà essere siglato dall'ente capofila della costituenda associazione e alla documentazione della proposta di PFL dovrà essere allegato il documento da cui risulta l'impegno suddetto.
35

Domanda:
È possibile ammettere a valutazione e quindi nella proposta di PFL, progetti formativi rivolti all'inclusione sociale presentati da soggetti (es. associazioni, scuole, cooperative sociali, centri di ricerca) che non fanno parte del partenariato locale?

Risposta: SI

34
Domanda:
Nella prima pagina dell'Avviso per la Manifestazione di interesse, si chiede di indicare la data di sottoscrizione del Protocollo di intesa del partenariato locale. Nel caso di un soggetto promotore che ha ancora in corso la fase di formalizzazione del partenariato, ma che per evidenti ragioni di tempistica deve pubblicare l'Avviso, come bisogna comportarsi?

Risposta:
Ai fini dello sviluppo di una proposta progettuale, l'attivazione e coinvolgimento del partenariato locale sono richiesti come elemento qualificante per l'analisi dei fabbisogni propedeutica all'emissione dell'Avviso di manifestazione di interesse; laddove il partenariato non sia ancora formalizzato con protocollo si indichino almeno i soggetti del costituendo partenariato locale. Quindi, il partenariato locale è modificabile sino alla presentazione della proposta del PFL alla amministrazione regionale. In tal senso, prima dell'emanazione dell'avviso di manifestazione d'interesse sarebbe necessario che ci fosse almeno il nucleo preliminare del partenariato. Questo anche tenuto conto che lo stesso partenariato è uno degli elementi di valutazione del PFL.
33

Domanda:
In caso di PFL territoriale, nell'Allegato G "Avviso per la Manifestazione di interesse" è corretto non compilare per la sezione "C" il campo Elenco codici ATECO, considerato che l'avviso può rivolgersi ad imprese che non appartengono allo stesso settore né alla stessa filiera?

Rsposta: È corretto.

32
Domanda:
Lo schema di avviso per la Manifestazione di interesse, Allegato G, deve essere compilato solo nelle parti lasciate in bianco, lasciando inalterate tutte le altre parti?

Risposta:
Lo schema della Manifestazione di interesse può essere integrato mantenendo inalterato l'impianto complessivo.
31
Domanda:
Nel caso una impresa risponda alla Manifestazione di interesse per interventi di work experience quale rapporto numerico deve sussistere tra dipendenti e soggetti in work esperienze?

Risposta:
Quello previsto nel Manuale regionale del FSE.
30

Domanda:
Nel caso una impresa risponda alla Manifestazione di interesse per interventi di work experience per la durata delle WE bisogna rifarsi a quanto indicato dal Manuale regionale del FSE oppure bisogna avere a riferimento le quote minime e massime indicate nell'Allegato G dell'Avviso PFL (min 40 ore max 600 ore)?

Risposta:
Il riferimento è al Manuale regionale dell'FSE

29

Domanda a):
Nel caso una impresa risponda alla Manifestazione di interesse per interventi di work experience il progetto deve essere riferito ad 1 singola persona (come previsto dal regolamento FSE), ma nel caso una impresa voglia ospitare più WE per il medesimo profilo deve presentare tanti progetti uguali per le n°..WE o è possibile presentare un unico progetto?

Risposta:
Nella fase di proposta del PFL, nel caso in cui un'impresa voglia ospitare più WE per il medesimo profilo deve presentare un unico progetto.
Domanda b)
Nel caso una impresa risponda alla Manifestazione di interesse per interventi di work experience la borsa di studio da prevedersi da piano economico è di 500,00 euro mensili?
Rsposta: I limiti della borsa di studio sono quelli previsti dal Manuale regionale del FSE.

Domanda c).
Nel caso una impresa risponda alla Manifestazione di interesse per interventi di work experience per gli interventi in WE vi è l'obbligo di assunzione? E se si nel rispetto a quale delle forme contrattuali previste dall'Avviso?

Risposta:
Se proposte da imprese le WE rientrano tra le attività formative finalizzate a "formare profili professionali occupabili attraverso interventi formativi per l'inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro" e si applicano gli obblighi occupazionali connessi. Nel caso in cui le stesse WE siano proposte nell'ambito di attività formative finalizzate a "raggiungere obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale)" non ci sono obblighi di assunzione.

28
Domanda:
Nell'ipotesi di un PFL di filiera i codici ATECO elencati nella Manifestazione d'interesse sono tassativi per le imprese? In altri termini le imprese che hanno un codice non previsto tra quelli elencati possono presentare un progetto formativo?

Risposta:
Ai fini dell'ammissibilità a proporre interventi formativi è richiesto, all'art. 2 dello schema di Manifestazione di interesse, che l'impresa sia operante nel territorio/filiera produttiva del costituendo PFL, il codice non è tassativo ma indicativo per la rispondenza ai requisiti. Pertanto, i soggetti promotori sono liberi di definire la filiera identificando i codici più opportuni in base alle loro analisi (le ragioni della scelta andrebbero, peraltro, opportunamente illustrate). Una volta definite l'insieme delle attività che compongono la filiera le stesse sono vincolanti nella raccolta delle Manifestazioni di interesse.
27
Domanda:
Riguardo ai codici attività da inserire nell'avviso pubblico deve farsi riferimento agli ATECO FIN 2004 o agli ATECO 2002?

Rispoosta: ATECO 2002
26
Domanda
Uno stesso soggetto (sia esso azienda o ente di formazione) può prender parte al partenariato siglando il Protocollo d'intesa e presentare nel contempo un progetto formativo attraverso la Manifestazione d'interesse?

Rsposta: SI
25

Domanda:
La stessa agenzia formativa può collaborare con diverse imprese partecipanti in diversi PFL?

Risposta: SI

24
Domanda:
Un ente di formazione nominato dal soggetto capofila per le attività di project manager può essere considerato soggetto promotore? In tal caso è vincolato alla partecipazione ad un solo Patto oppure potrebbe ancora essere designato come agenzia formativa in un altro PFL?

Risposta
Gli enti di formazione non sono tra le tipologie di soggetti ammessi a presentare proposte progettuali di PFL come promotori; non esiste un limite per i soggetti esterni che sono delegati dai capofila di PFL allo svolgimento di attività di project management a partecipare a più di un PFL.
23
Domanda:
Il Comitato Gestore del PFL deve essere costituito da un rappresentante per ciascun soggetto firmatario, oppure può prevedere una composizione ridotta ad alcuni membri individuati dal partenariato medesimo?
Risposta:
Le modalità di composizione e di organizzazione del Comitato Gestore rientra nella discrezionalità dei soggetti promotori e del partenariato. In tal senso, la dimensione e le modalità di funzionamento devono garantire allo stesso tempo pluralismo e snellezza operativa.
22

Domanda:
De minimis - nuovo valore 200.000 , deve essere adeguato rispetto a quanto previsto nel bando ?

Risposta:
L'intensità degli aiuti concessi alle imprese per le attività formative sarà pertanto definita in coerenza con le disposizioni contenute nel nuovo regolamento per il de minimis (1998/06) e nei nuovi regolamenti sugli aiuti alla formazione che sono in via di approvazione, la cui applicazione per le maggiorazioni applicabili ai territori maggiormente assistiti saranno oggetto di successivi chiarimenti.
Ai fini della determinazione del contributo pubblico concedibile, le imprese beneficiarie degli interventi approvati saranno chiamati ad optare per l'applicazione di uno dei regimi previsti dai Regolamenti attraverso apposita dichiarazione da allegare al Piano Attuativo di cui all'art. 5.
La disciplina prevista nei suddetti regimi si applicherà ai progetti formativi presentati sia direttamente dalle imprese che dai Consorzi o ATI, rilevando esclusivamente il fatto che l'impresa è da ritenersi in ambedue i casi beneficiaria dell'attività formativa e del contributo.

21
Domanda:
Priorità di settore : in che senso se ne terrà conto nella redazione delle graduatorie tra PFL ricevuti?

Risposta:
Esiste una riserva di fondi del .20% così come previsto nell'art. 7
20
Domanda:
E' prevista per le imprese la possibilità di ricorso avverso alla graduatoria della lista di priorità che si crea per ciascun PFL ?

Risposta:
I soggetti proponenti che prima della formale presentazione della proposta di P.F.L. alla Regione Campania intendono avanzare contestazioni avverso la graduatoria della lista di priorita' predisposta dai soggetti promotori, possono avvalersi di tutti gli strumenti previsti dall'ordinamento al fine di garantire la tutela della situazione giuridica soggettiva che si pretende essere stata lesa .
Sul punto si rileva:
a) la finalita' dell'avviso per la manifestazione di interesse è quella di raccogliere proposte di intervento da inserire nella proposta di PFL. L'inserimento in posizione utile nella graduatoria della lista di priorita' rappresenta pertanto per la impresa proponente una mera chance di accedere al finanziamento subordinata alla valutazione dell'intera proposta formativa del costituendo P.F.L. effettuata dalla Regione quale unica stazione appaltante;
b) la Regione Campania quale stazione appaltante potra' procedere alla valutazione di quelle sole proposte di P.F.L. che potranno considerarsi come domande di finanziamento formulate in modo certo e definitivo , nonche' presentate nel rispetto dei tempi , forme e modalita' previste nell'"Avviso Pubblico per la Sperimentazione di Patti Formativi Locali".
19
Domanda:
Perché sono previsti limiti alla articolazione temporale dell'intervento se per la realizzazione degli stessi è stabilito il termine del 31.07.2008 nel bando regionale, poi ribadito a pag. 5 dell'Avviso di Manifestazione di interesse? I soggetti proponenti possono ridurre ulteriormente questo termine?

Risposta:
Il termine del 31/07/2008 è il limite massimo per la chiusura del PFL. In tal senso, ai fini dell'organizzazione dell'attività di rendicontazione i soggetti proponenti possono identificare un termine più prossimo.
18

Domanda:
È possibile la partecipazione come promotore di un consorzio di imprese ovvero di una società consortile in cui la maggioranza dei diritti di voto e delle quote sia in mano ad imprese?

Risposta: SI

17
Domanda:
Allegato 1 A : a cosa si riferiscono i 2 anni di riferimento per il calcolo alle unità lavorative?

Risposta:
Il riferimento è agli ultimi due esercizi completi precedenti quello di presentazione della proposta di PFL
16
Domanda:
Allegato 1 A : i tre anni si riferiscono al triennio fiscale?

Risposta:
Il riferimento è agli ultimi tre bilanci chiusi
15
Domanda:
Avviso di Manifestazione interesse per i soggetti proponenti: alcuni punteggi sono da esprimere in valore max oppure secco ?

Risposta:
In valore massimo
14
Domanda:
Il soggetto proponente può stabilire autonomamente i termini temporali entro i quali le imprese devono presentare la loro Manifestazione di interesse?

Risposta:
Si, nel rispetto dei vincoli normativi dei soggetti che compongono l'ATS promotore della proposta progettuale. Nel caso di assenza di specifici vincoli è opportuno, comunque, prevedere un congruo termine per assicurare la massima partecipazione dei soggetti proponenti.
13
Domanda:
La composizione del Comitato gestore deve essere comunicata con il Protocollo di Intesa partenariato sociale?

Risposta: SI
12
Domanda:
Quali sono i termini temporali per la sottoscrizione del Protocollo di Intesa partenariato sociale

Risposta:
Entro la data di presentazione della proposta progettuale di PFL, anche se una attivazione tempestiva del Partenariato rappresenta un elemento premiante della proposta del PFL
11
Domanda:
Il Protocollo di Intesa partenariato sociale deve essere sottoscritto dai partner e dai soggetti promotori o solamente dai partner?

Risposta:
Dai partner e dai soggetti promotori
10
Domanda:
Nel caso sia stata presentata richiesta di assistenza tecnica comunicando la costituzione del soggetto promotore o del partenariato locale, è possibile, entro la data di presentazione del PFL, integrare o modificare la costituzione del soggetto promotore o del partenariato?

Risposta: SI
9

Domanda:
Per avvalersi della attività di assistenza tecnica fornita dalla Regione Campania entro 30 giorni dalla pubblicazione dell'Avviso regionale è sufficiente comunicare la costituzione del soggetto promotore oppure è necessaria anche la comunicazione del partenariato ?

Risposta:
Il termine è ordinatorio e non perentorio. Per l'attivazione è necessario inviare una apposita richiesta, via fax (081-7966454), oppure con una mail al Dirigente preposto all'indirizzo mail pattiformativi@regione.campania.it, allegando la documentazione comprovante l'esistenza del comitato dei promotori ovvero anche l'attivazione del partenariato.

8

Domanda:
Cosa si intende per modello organizzativo di partenariato?

Risposta:
La volontà di coinvolgere stabilmente e fattivamente il partenariato, descrivendo in maniera chiara ed esaustiva ruoli e responsabilità dei partner sia nella fase di proposta che di attuazione del PFL

7

Domanda:
Il "Cofinanziamento" del PFL da parte del soggetto promotore: è obbligatorio o serve solo per la valutazione da parte della Regione? Esiste una quota minima? Per quali soggetti : promotori, proponenti, partenariato locale, oppure anche da parte di soggetti esterni ulteriori ad esempio le agenzie formative coinvolte?

Risposta:
Il cofinanziamento del PFL è un parametro di valutazione. È obbligatorio solo per le imprese che propongono interventi di formazione continua nel limite del 20%. Il cofinanaziamento ulteriore, che può essere proposto da qualsiasi soggetto che partecipa al PFL, è elemento di qualificazione rispetto al parametro di valutazione.

6

Domanda:
Il "Cofinanziamento" a carico delle imprese proponenti interventi di formazione finalizzati all'inserimento lavorativo: è solamente un parametro che viene utilizzato dal soggetto promotore per effettuare la graduatoria della lista di priorità?

Risposta: SI

5

Domanda:
Intensità aiuti: dove e quando va esplicita l'opzione della impresa tra regime regionale e de minimis?

Risposta:
In fase di Progettazione Attuativa, così come indicato nell'art. 5 dell'Avviso regionale per la sperimentazione dei Patti formativi locali

4

Domanda:
Esistono limiti numerici per i soggetti che intendono essere "partner" ?

Risposta: NO

3

Domanda:
Chi partecipa come "promotore" in un PFL può essere "partner" in un altro PFL ?

Risposta: SI

2

Domanda:
Il soggetto capofila deve essere scelto tra i soggetti promotori ?

Risposta: SI

1

Domanda:
Il Dipartimento universitario può essere soggetto promotore del Patto?

Risposta:
No visto quanto disposto dall'art 2 punto 1 dell'"Avviso regionale per la sperimentazione dei Patti formativi locali" che prevede come soggetto promotore l'Università con impegno formale del rettore. In tal senso, la possibilità di essere promotore in un massimo di 3 proposte di PFL è applicabile a livello di Ateneo.