199 | Domanda: Per
un'azienda che risponde alla manifestazione di interesse di un PFL è possibile
imputare il costo, quale personale interno, di un proprio dipendente che svolge
attività di tutoraggio o di docenza nell'ambito di un intervento formativo
gestito da un ente di formazione accreditato? In caso di risposta affermativa,
come è possibile disciplinare il rapporto tra ente di formazione ed azienda
beneficiaria che imputerà la busta paga del proprio dipendente per le ore
realizzate? I dipendenti dell'azienda beneficiaria possono svolgere anche funzioni
amministrative e/o di segreteria (macrovoce C del Budget)? Risposta:
É ammissibile l'imputazione dei soli costi del personale interno dell'azienda
che svolgono attività di docenza e di tutoraggio tenendo conto che l'azienda
è in partnership con l'ente di formazione e comunque con le limitazioni
previste dalla normativa del FSE. |
198 | Domanda: Nel
caso in cui il soggetto proponente degli interventi formativi sia un Consorzio
di imprese, è possibile che il Consorzio presenti per nome e per conto
solo di alcune delle imprese consorziate? Se si, dove vanno inseriti i dati relativi
alle sole aziende rappresentate? E sempre in caso di risposta affermativa, nel
quadro 1.4 dell'allegato 2A dovranno essere inseriti i dati anagrafici ed economico-finanziari
del Consorzio, delle imprese beneficiarie o di tutte le imprese aderenti al Consorzio? Risposta:
Vedi risposta 197 |
197 | Domanda: Assodato
che un consorzio può presentare una manifestazione d'interesse per nome
e per conto delle imprese consorziate, e che l'impegno di assunzione è
assunto in solido da tutte le imprese dello stesso, è necessario inserire
nella domanda di partecipazione e nella scheda di attività formativa, i
dati di ciascuna azienda consorziata, o è sufficiente indicare solo i dati
del consorzio? Risposta: Vanno inseriti i dati del solo Consorzio o,
in alternativa, per analogia con l'art 37 del D.lgs 163/2006, i dati delle imprese
consorziate per le quali verrà svolta l'attività. Fermo restando
che l'obbligo di assunzione è assunto in solido a tutte le imprese consorziate. |
196 | Domanda: Premesso
che: - il soggetto proponente è rappresentato da una costituenda ATS
tra due aziende; - che nella dichiarazione di impegno a costituirsi in ATS
si prevede la possibilità di aggregare, in caso di approvazione del progetto,
altre aziende in qualità di mandanti; - che le aziende subentranti non
sostituiranno quelle già individuate, per cui il soggetto capofila e il
soggetto mandante originari non subiranno variazioni; - che da un punto di
vista giuridico non esistono cause ostative all'ampliamento successivo della compagine
dei soggetti mandanti sia ai sensi del DLgs 157/95 che ai sensi del nuovo codice
degli appalti De Lise; Tutto ciò premesso si chiede se, in caso di
approvazione del progetto e all'atto della formalizzazione dell'ATS propedeutica
alla stipula dell'atto di concessione con la Regione Campania, è possibile
ampliare la compagine dell'ATS ad altre aziende Risposta: Si deve considerare
che, contrariamente a quanto affermato, la normativa generale sugli appalti non
consente la sostituzione dei membri dell'ATI dopo la presentazione formale dell'offerta.
Altresì è ammissibile l'ampliamento prima della presentazione dell'offerta,
fermo restando i requisiti di qualificazione. In tal senso, tenuto conto della
possibilità di assimilare per analogia l'offerta alla progettazione esecutiva
dell'intervento di cui all'art. 5 dell'avviso, si conviene, alle condizioni suddette,
con la possibilità di allargare l'ATI/ATS all'atto della formalizzazione
della stessa e, comunque, prima della progettazione esecutiva necessaria per la
formazione del piano attuativo, ricordando che: · l'allargamento deve
essere strettamente funzionale al miglioramento della qualità dell'intervento
formativo e del suo impatto complessivo; · in ogni caso, a tutti i soggetti
vengono estesi gli obblighi connessi al finanziamento; · restano fermi
i parametri finanziari dell'intervento; · restano applicabili le ipotesi
di revoca legate alle variazioni dei parametri di valutazione di cui all'Avviso
pubblico di manifestazione d'interesse, come previsto dall'art 9 dell'avviso. |
195 | Domanda: Con
riferimento alle modalità di rinuncia da parte di uno dei promotori sottoscrittori
del Protocollo d'intesa per la costituzione del partenariato locale -rinuncia
ammissibile ai sensi dell'art. 4 ultimo comma dello schema tipo pubblicato sul
BURC - si chiede se sia corretto perfezionarla attraverso una dichiarazione di
rinuncia firmata dal legale rappresentante del soggetto rinunciante e una dichiarazione
di nulla osta e accettazione da parte degli altri promotori. Risposta:
Le modalità di formalizzazione della rinuncia sono rimesse alla discrezionalità
dei proponenti, nel rispetto dei principi generali relativi all'istituto. |
194 | Domanda: Vorrei
sapere se l'ASCOM Confcommercio di Napoli, al tempo stesso associazione datoriale
ed Ente di formazione professionale accreditato (intendo dire che è proprio
l'associazione datoriale ad essere stata accreditata come ente di formazione professionale),
possa partecipare come soggetto Promotore ad un Patto Formativo Lacale ed essere,
al tempo stesso, Ente di formazione professionale indicato dalle aziende in altri
Patti, diversi da quello al quale partecipa come Ente promotore R: Si |
193 | Domanda: L'Avviso
Pubblico all'art 7 fa un richiamo agli Aiuti di Stato inerente la formazione continua,
questo vuol dire che le altre tipologie formative (interventi formativi per l'inserimento
e il reinserimento nel mercato del lavoro e/o inclusione sociale) non si configurano
come Aiuti di Stato? In ogni caso il settore della pesca può essere inserito
all'interno di un PFL, visto che il regolamento per il de minimis (1998/06) lo
esclude? Se si solo per interventi di formativi inerenti l'inserimento e il reinserimento
nel mercato del lavoro e/o inclusione sociale? Risposta: I finanziamenti
legati ad interventi formativi per l'inserimento e il reinserimento nel mercato
del lavoro e/o inclusione sociale non sono da considerarsi aiuti di stato. Per
quanto attiene alle limitazioni connesse al De Minimis, si veda la risposta 112. Si
rammentano, infine, le limitazioni che riguardano l'applicazione degli aiuti alla
formazione nel settore agricolo ed in quello della pesca, già evidenziati
nella risposta 175. |
192 | Domanda:
Nel caso le università promotrici del PFL intendano presentare un intervento
formativo di grande qualità per la costruzione di una figura manageriale
richiesta dal mercato, ma non esistente in Italia (soggetto proponente ATI tra
le stesse) e, pertanto, di grande rilevanza per la nostra regione, può
delegare una struttura universitarie all'attuazione (vedi art. 2 degli "Indirizzi
operativi per l'accreditamento degli organismi di fomazione e di orientamento",
(approvati con del. della G.R. Campania n. 226 del 21 febbraio 2006, in BURC n.
16 del 3 aprile 2006),dove si dichiara che "sono dispensati dalla procedura
di accreditamento" una serie di soggetti pubblici, tra cui "gli Organismi
universitari aventi autonomia giuridica ed economica) oppure deve stipulare l'accordo
con un'agenzia formativa accreditata? Risposta: Tenuto conto della
citata norma sull'accreditamento e dei limiti ivi previsti, appare chiaro che
le Università, in quanto "Organismi universitari aventi autonomia
giuridica ed economica", è "self-consistent", così
come gli altri soggetti oggetto di dispensa dall'accreditamento. Ciò
vale indipendentemente dal fatto che l'intervento formativo sia volto alla "costruzione
di una figura manageriale richiesta dal mercato, ma non esistente in Italia"
o meno. |
191 | Domanda: Un'azienda
internazionale, con sedi operative in Lazio e in Puglia, può presentare
una proposta formativa finalizzata all'inserimento lavorativo di numerose unità
da impiegare presso una nuova sede operativa da implementare in Regione Campania? Risposta: I
soggetti ammessi a proporre interventi formativi in risposta agli Avvisi possono
essere "Imprese, Associazioni temporanee d'impresa (ATI) e Consorzi d'impresa,
operanti nel territorio/filiera produttiva del costituendo Patto Formativo Locale
iscritte al registro delle imprese e localizzate nel territorio regionale".
Da ciò si evince che prima della presentazione dell'intervento formativo
deve essere attivata almeno un'unità locale sul territorio regionale. |
190 | Domanda: Un
ente di formazione accreditato per utenze speciali intende proporre un progetto
formativo finalizzato a ridurre le cause di svantaggio sociale (inclusione sociale)
e quindi rivolto a categorie svantaggiate. Anche per questa fattispecie è
necessario che il progetto sia presentato da due soggetti, ovvero un organismo
proponente e un'Agenzia formativa e che occorra, quindi stipulare un protocollo
d'intesa tra i due soggetti menzionati? Oppure, trattandosi di una tipologia di
formazione non rivolta ad occupati (per la quale la presenza aziendale è
ovviamente indispensabie) non nè a disoccupati (per i quali occorre l'impegno
ad assumere da parte di un'azienda), l'obbligo della "compresenza" di
organismo proponente e Agenzia formativa non sussiste, essendo sufficiente che
il progetto sia presentato da quest'ultima? Risposta: Non è
necessario stipulare un protocollo. Sul punto vedi anche la risposta 143 |
189 | Domanda:
In riferimento alla quota di cofinanziamento delle aziende prevista dall'avviso
pubblico del PFL nella misura del 20%, come si concilia la stessa con il nuovo
regime alla formazione (30% per le PMI) così come prescritto dalla recente
normativa comunitaria e di recente recepito dalla Regione Campania? Risposta:
Sul punto vedi risposta n° 162 |
188 | Domanda: Relativamente
alla Misura 3.9 le aziende dei trasporti non versano lo 0,30% al Fondo , così
come prescritto dalla normativa. In considerazione che la Regione Campania ha
già previsto una deroga per il settore in altri Avvisi Pubblici, si può
ritenere che la stessa deroga valga per il Patto Formativo, visto che l'Avviso
Pubblico ritiene prioritari gli interventi coerenti con il documento strategico
regionale per la coesione 2007/2013 (Avviso Pubblico pag. 18) in cui è
evidente la scelta dell'Amministrazione Regionale di riconoscere il settore dei
trasporti e della logistica trainante e strategico per lo sviluppo del territorio
Risposta: Si evidenzia come con il decreto dirigenziale 57 di rettifica
è venuto meno ogni riferimento alle misure. In ogni caso, si conviene con
la possibilità, in questa fase, di prevedere interventi di formazione continua
anche per le aziende dei trasporti che non versano lo 0,30% al Fondo, per le motivazioni
addotte. |
187 | Domanda:
In riferimento agli interventi formativi finalizzati all'accrescimento del capitale
umano ed alla riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale)
promossi dai promotori o dai partner del PFL le proposte devono essere presentate
in risposta all'Avviso pubblico per manifestazione di interesse, e dunque nella
medesima scadenza dello stesso? In alternativa, possono invece essere condivise
e licenziate dal tavolo di concertazione oltre la data di scadenza fissata per
la manifestazione di interesse? Risposta: Ciascun intervento formativo
proposto all'interno di un singolo Patto, dovrà rispettare la tempistica
e le scadenza autonomamente stabilite dai soggetti promotori nell'ambito dell'Avviso
della Manifestazione di interesse. Si ricorda, infatti, che gli interventi
finalizzati all'accrescimento del capitale umano ed alla riduzione delle cause
di svantaggio sociale (inclusione sociale) devono essere comprese tra il 15% ed
il 20% del totale degli interventi formativi del PFL. Inoltre, tenuto conto
che le stesse azioni possono essere proposte da vari stakeholder, non necessariamente
inclusi tra i promotori e nel partenariato, ma rientranti nelle categorie di cui
all'art. 2 dell'avviso, è ovvio che la selezione delle stesse venga effettuata
con le stesse modalità (avviso pubblico) ed i tempi di quelle dei privati,
come peraltro è ovvio dalla lettura dello schema di manifestazione di interesse
di cui all'allegato G. Appare possibile definire con un maggiore grado di approfondimento
in una fase successiva le sole azioni aggiuntive, che in quanto fuori budget o
finanziate al 100% con risorse proprie, devono essere solo delineate ma non oggetto
di specifica progettazione in questa fase. |
186 | Domanda: Nei
progetti di inclusione sociale, si può decidere di indirizzare gli interventi
formativi esclusivamente a donne, qualunque siano il loro titolo di studio e/o
altri eventuali requisiti che l'ente individua per l'avviso e la selezione? Rsposta:
Si, in quota parte. No in misura totalitaria in quanto violerebbe il principio
di pari opportunità. |
185 | Domanda: Se
le aziende che rispondono ad una manifestazione di interesse sono raggruppate
in un consorzio i finanziamenti destinati alla formazione, possono transitare
per il consorzio e non per le singole imprese? Rsposta: Si. Anche se
i beneficiari finali sono sempre le imprese. Sul punto vedi anche l'art 7 dell'avviso
|
184 | Domanda: Un
soggetto può partecipare in qualità di partner a più di un
progetto nello stesso settore? Rsposta: SI |
183 | Domanda:
Nell'allegato 2.A rett. Fomulario Sezione 2 punto 2.4 si richiedono le Referenze
Tecnico-Professionali dell'Organismo di Formazione. Cosa s'intende per Progetti
attinenti all'oggetto dell'Avviso? E gli ultimi tre anni sono da intendersi il
2004 - 2005 - 2006? Rsposta: l'attinenza è riferita all'oggetto
della proposta di PFL (idea progettuale, ambito di riferimento, tipologia di intervento
etc.) oltre che alla formazione da erogare con l'intervento. Gli ultimi tre anni
sono 2004 - 2005 - 2006. |
182 | Domanda: In
caso di un PFL territoriale, un'azienda che non ha una sede operativa sul territorio
inidividuato nel PFL (elenco comuni) può rispondere alla manifestazione
di interesse. E se si, la sede operativa deve essere comunque entro i confini
della Regione Campania o possono partecipare anche imprese di altre regioni? Rsposta:
No, l'art.2 dell'Avviso Manifestazione di interesse richiede che l'Impresa
per rispondere alla manifestazione di interesse debba essere operante nel territorio
identificato dal Patto. |
181 | Domanda: La
documentazione che le aziende proponenti devono produrre per rispondere alle manifestazioni
d'interesse dei Patti Formativi Locali (ad es. il certificato d'iscrizione alla
competente CCIAA) deve essere originale o può essere in copia conforme? Rsposta:
È sufficiente la copia conforme |
180 |
Domanda: E' possibile che l'Università (intesa come Amministrazione
Centrale) figuri come soggetto promotore e, nello stesso tempo, i Dipartimenti
Universitari di quella stessa Università come agenzie formative incaricate
di attuare concretamente i percorsi formativi previsti da un medesimo patto formativo
locale? Rsposta: Si rinvia alla FAQ 155 |
179
| Domanda: Nella
presentazione delle proposte progettuali il soggetto attuatore (agenzia formatrice)
quale documentazione deve presentare? - Copia di un documento di identità
del legale rappresentante e Documentazione di accreditamento presso la Regione
Campania? Rsposta: La documentazione da presentare è quella
prevista all'art. 5 dello Schema di Manifestazione di interesse, Allegato G all'Avviso
regionale per la Sperimentazione dei Patti formativi. Dovrà, inoltre, essere
compilato in tutte le sue parti apposito Formulario di risposta alla Manifestazione
di interesse. |
178 | Domanda: Nel
caso di aziende che svolgono attività con caratteristiche di ciclicità
e stagionalità (turismo, agroindustria e il settore agricolo) l'eventuale
proroga di 6 mesi prevista per l'assunzione da parte delle imprese deve essere
motivata? E se si, quali sono le motivazioni che si ritengono più congrue,
oltre alla stagionalità e ciclicità del settore di riferimento? Rsposta:
l'ampliamento di sei mesi del termine di assunzione fà riferimento unicamente
ai settori "turismo e agroindustriale" indicati all'art.4 dell'Avviso
pubblicato con decreto dirigenziale n° 57 del 20 marzo 2007; la possibilità
di beneficiare di tale ampliamento per i settori indicati non deve essere motivata. |
177 | Domanda:
In relazione alla faq 125 può un ente partner individuato in università,
scuole ed enti locali beneficiare di un progetto di formazione continua. Rsposta:
No. I soggetti citati possono essere proponenti, come previsto all'art. 2
dell'Allegato G, "Schema di avviso pubblico di manifestazione di interesse"
di interventi limitatamente alla tipologia finalizzata ad obiettivi di accrescimento
del capitale umano e riduzione cause svantaggio sociale tra cui non rientra la
formazione continua. |
176 | Domnanda: E'
prevista la formazione a distanza? Se si come viene valutata? Come normale formazione
in aula o sono previsti dei moltiplicatori? Rsposta: La formazione
a distanza può essere erogata in luogo della formazione in aula (teoria)
coerentemente alle disposizioni del Manuale di Gestione. Per quanto attiene ai
moltiplicatori, si utilizzerà un rapporto 1 a 0,3 con la formazione d'aula. |
175 | Domanda: Il
bando prevede che per i "settori con caratteristiche di ciclicità
e stagionalità dei processi produttivi, nel caso specifico il settore agricolo,
la percentuale di assunzione è ridotta al 50% ed il termine per l'assunzione
di sei mesi può essere ampliato di ulteriori sei mesi"
In tale caso restano ferme le altre condizioni ovvero "mantenere in organico
per non meno di 3 anni, almeno il 50% dei discenti, di cui almeno il 50% a tempo
indeterminato, un massimo del 20% con contratti di apprendistato di durata coerente
alle previsioni dei CCN di riferimento ed un massimo del 30% in altre forme contrattuali
ovvero è possibile assumere quel 50% con qualsiasi forma contrattuale magari
differente dall'assunzione a tempo indeterminato non certo pensabile nel caso
di braccianti agricoli? Inoltre le O.P. possono essere assimilate ai consorzi
di imprese? Rsposta: La riduzione della percentuale di assunzione e
l'ampliamento di sei mesi del termine di assunzione fanno riferimento unicamente
ai settori "turismo e agroindustriale" indicati all'art.4 dell'Avviso
pubblicato con decreto dirigenziale n° 57 del 20 marzo 2007. Per tali settori
restano comunque ferme le altre condizioni relative al tempo di mantenimento in
organico degli assunti ed al rispetto della composizione percentuale di assunzione
dell'80% dei discenti (almeno il 50% a tempo indeterminato, un massimo del 20%
con contratti di apprendistato di durata coerente alle previsioni dei CCN di riferimento
ed un massimo del 30% in altre forme contrattuali). Appare opportuno, infine,
rammentare le limitazioni che riguardano l'applicazione degli aiuti alla formazione
nel settore agricolo. |
174 | Domanda: La
risposta alla FAQ 141 afferma che, in caso di corsi (quindi, di figure professionali)
diversi proposti dalla stessa impresa proponente, vanno presentati progetti distinti.
Questo, però, sembra in contraddizione con la strutturazione stessa del
formulario (Allegato 2.A). La sezione 4 del formulario, infatti, s'intitola "DESCRIZIONE
DELLA /E FIGURA/E PROFESSIONALE/I", alludendo esplicitamente, in tal modo,
alla possibilità di presentare un unico progetto per più figure
professionali. Tale considerazione appare vieppiù rafforzata dall'osservazione
che la sezione 4.1 DESCRIZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE riporta, in calce, la
seguente dicitura: "Il riquadro soprastante va compilato per ogni singola
figura professionale". La domanda, quindi, è la seguente: la stessa
impresa proponente può presentare un unico progetto finalizzato alla formazione
(e all'inserimento lavorativo) di figure professionali differenti, fermi restando
i limiti numerici di partecipazione a ciascuna edizione? Rsposta: Si
conferma quanto già previsto alla risposta alla FAQ 141. Lo schema di Avviso
richiede un progetto per ciascun intervento formativo proposto, fatta salva la
possibilità per ciascun soggetto proponente di presentare più di
un progetto formativo, senza limiti di numero, purché all'interno dello
stesso PFL. |
173 |
Domanda: Può un'impresa che ha intenzione di manifestare il proprio
interesse a partecipare al PFL dichiarare di voler usufruire solo della formazione
senza però ricevere in alcun modo i finanziamenti. In altre parole il soggetto
capofila può destinare direttamente alle agenzie formative i fondi destinati
alla formazione senza farli transitare per le imprese? Rsposta: No. Il
beneficiario è l'impresa. |
172 | Domanda: Dal
decreto rettificato all'art 2 soggetti promotori è sparita la GAL . Il
Gal può essere annoverato tra i soggetti della programmazione negoziata
e quindi tra i promotori Rsposta: Si rinvia alla FAQ 121 |
171 |
Domanda: In caso di un raggruppamento tra un comune e due comunità
montane con un numero di abitanti complessivo superiore a 80.000 (tra loro preventivamente
associati e con designazione di un unico mandatario), è possibile che il
capofila del Patto sia unicamente il mandatario del raggruppamento precedentemente
identificato? Oppure è necessario che il capofila del Patto sia il raggruppamento
nella sua totalità? Rsposta: Il raggruppamento identificato
in quanto soggetto promotore può assumere la veste di soggetto capofila
ma nella sua totalità e interezza. Per l'eventuale svolgimento della sua
attività di soggetto capofila , tale raggruppamento potrà fare riferimento
alle norme di autoregolamentazione scelte nella fase della sua costituzione quale
soggetto promotore, comprendendo anche quelle che individuano particolari compiti
e responsabilità per il soggetto mandatario che però non potrà
assumere la veste formale di soggetto capofila. |
170 | Domanda: Si
chiede di conoscere se un'impresa, all'interno di un progetto formativo monoaziendale
destinato quindi ai lavoratori dipendenti, può inserire anche i propri
apprendisti. Rsposta: No |
169 | Domanda: Anche
per il soggetto attuatore è necessario il certificato d'iscrizione alla
competente CCIAA? In caso positivo è necessario un certificato originale
per ogni proposta progettuale o anche solo una copia conforme? Rsposta:
E' sufficiente la copia conforme. |
168 | .
Fra i soggetti proponenti può figurare una società di servizi, che
presterà fideiussione, il cui azionista di riferimento ha il controllo
delle società che si impegnano ad assumere una quota di formandi? In questo
caso l'impegno dell'azionista di riferimento figurerebbe nel deliberato del C.d'A.
della società proponente e tutte le società, compresa quella di
servizi, hanno sede in Campania. Rsposta: No |
167 | Domanda:
Fra i soggetti proponenti può figurare un Consorzio di Tutela, con oltre
150 imprese associate, che presti fideiussione in proprio e che prenda impegno
di assunzione di una parte dei formandi per conto delle imprese associate? Rsposta:
In quanto consorzio di imprese, si (vedi risposte 153 e 91). Si ribadisce,
inoltre, che in caso di presentazione da parte di un Consorzio o un ATI l'impegno
di assunzione è assunto in solido da tutte le imprese dello stesso. |
166 | Domanda: Nell'Avviso
Pubblico per la Sperimentazione di Patti Formativi Locali della Regione Campania
prevede che per i settori con caratteristiche di ciclicità e stagionalità
dei processi produttivi (turismo, agroindustria, agricoltura) la percentuale di
assunzione è ridotta al 50% ed il termine per l'assunzione di sei mesi
può essere ampliato di ulteriori sei mesi. L'enogastronomia (in particolare
il settore pasta e quello caseario) e artigianato tradizionale possono essere
ricompresi nei settori di alta stagionalità? Rsposta: I settori
agroalimentari si. Quelli artigianali, se non svolgono attività agroalimentari,
no |
165 |
Domanda: Può il Project Management effettuare attività di
monitoraggio? Rsposta: Anche nel caso in cui il monitoraggio periferico
sia affidato ad un ente Bilaterale (condizione che attiva l'ulteriore finanziamento
previsto), tra le attività del Project Management, così come dettagliato
nell'art 2 dell'avviso, rientra comunque il monitoraggio interno. Nel caso in
cui il monitoraggio sia affidato ad un Ente Bilaterale, l'ente bilaterale potrà
avvalersi di soggetti esterni ma non dello stesso soggetto a cui è stato
affidato dal promotore l'attività di project management. |
164 | Domanda: La
risposta da Voi data alla FAQ n. 87 non centra il cuore del problema sollevato
nel quesito, che si ripropone. Con riferimento al parametro di costo massimo
ora/allievo di € 16,00, come va calcolato il cofinanziamento privato dell'impresa
proponente (caso formazione generale per PMI) del 20% per la formazione continua?
Date le due ipotesi a) e b) riportate di seguito, quella giusta è la a)
o la b)? a) Prima ipotesi: Finanziamento pubblico: 80%, per un costo ora/allievo
pari a € 16,00 Cofinanziamento privato: 20%, per un costo ora/allievo
pari a € 4,00 Costo ora allievo totale: € 20,00 (di cui l'80% pubblico
è pari a € 16,00 e il 20% privato è pari a € 4,00) b)
Seconda ipotesi Finanziamento pubblico: 80% del costo ora/allievo (€ 16,00),
pari a € 12,80 Cofinanziamento privato: 20% del costo ora/allievo (€
16,00), pari a € 3,20 Costo ora allievo totale: € 16,00 Si rimette
alla Vostra cortesia la richiesta di una risposta specifica a questa domanda:
l'ipotesi giusta è la a) o la b)? Rsposta: Come noto la precedente
versione del manuale FSE (rif DGR 966 del 2 luglio 2004), prevedeva esplicitamente
le modalità di calcolo del parametro costo ora allievo (Il costo ora/allievo
si determina con l'applicazione della seguente formula: costo complessivo relativo
alla sola quota coperta da finanziamento pubblico durata del corso/attività
in ore * numero dei partecipanti). L'attuale versione del Manuale allo stesso
§ 7.2 prevede che "Il parametro finanziario unitario di riferimento
per le attività formative è il costo ora/allievo. ll costo ora/allievo
massimo ammissibile in sede di presentazione dei progetti deve rientrare nei seguenti
limiti massimi: - attività formative rivolte a disoccupati: € 14,00; -
attività formative rivolte ad occupati: € 16,00. La Regione Campania
può definire nell'avviso, e con adeguata motivazione, parametri superiori
nei seguenti casi: - attività connotata da particolari elementi di innovatività
e specificità; - attività con rilevante o esclusiva partecipazione
di soggetti svantaggiati secondo la definizione contenuta nel POR. La modalità
per calcolare il costo totale dell'attività formativa (al netto del finanziamento
privato) è la seguente: Costo totale = costo/ora allievo*n° di ore
corso previste*n° allievi previsti". In tal senso, nel calcolo del
costo ora allievo non va computato il cofinanziamento privato. |
163 | Domada: Nell'ultimo
periodo dell'art. 7 dell'Avviso - RISORSE FINANZIARIE - PARAMETRI FINANZIARI DI
RIFERIMENTO - INTENSITA' AIUTI PER INTERVENTI DI FORMAZIONE CONTINUA, così
come modificato dal Decreto Dirigenziale n. 57 del 20/03/2007, si legge: "Per
l'ammissione al finanziamento si richiede un cofinanziamento nella misura del
20% del costo inerente le iniziative volte a riqualificare/rafforzare le competenze
del proprio personale, attraverso interventi di formazione continua. L'eventuale
cofinanziamento ulteriore è elemento premiante in fase di valutazione".
La domanda è questa: la percentuale del 20% di cofinanziamento privato
si applica indifferentemente a tutte le tipologie di formazione continua (generale,
specifica, per PMI, per Grandi Imprese)? Risposta: Si rinvia alla FAQ
162 |
162 | Domanda: Cofinanziamento
imprese interventi di formazione continua : è obbligatorio sempre o solo
se optano per il regime de minimis ? oppure quanto scritto serve solo a determinare
il valore minimo di questo cofinanziamento in caso di de minimis? Rsposta:
Come noto il regolamento CE 68/01 prevede che 2. Quando l'aiuto è concesso
a favore della formazione specifica, la sua intensità non può essere
superiore al 25 % per le grandi imprese ed al 35 % per le piccole e medie imprese. Le
intensità di cui sopra sono maggiorate di 5 punti percentuali per le imprese
stabilite nelle regioni ammesse a beneficiare degli aiuti a finalità regionale
in virtù dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del trattato e di 10
punti percentuali per le imprese stabilite nelle regioni ammesse a beneficiare
degli aiuti a finalità regionale in virtù dell'articolo 87, paragrafo
3, lettera a), del trattato. 3. Quando l'aiutò è concesso a favore
della formazione generale, la sua intensità non può essere superiore
al 50 % per le grandi imprese e al 70 % per le piccole e medie imprese. Le
intensità di cui sopra sono maggiorate di 5 punti percentuali per le imprese
stabilite nelle regioni ammesse a beneficiare degli aiuti a finalità regionale
in virtù dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del trattato e di 10
punti percentuali per le imprese stabilite nelle regioni ammesse a beneficiare
degli aiuti a finalità regionale in virtù dell'articolo 87, paragrafo
3, lettera a), del trattato. 4. Le intensità massime di cui ai paragrafi
2 e 3 sono maggiorate di 10 punti percentuali se la formazione è dispensata
a lavoratori svantaggiati. 5. Nei casi in cui il progetto di aiuto preveda
elementi di formazione specifica e di formazione generale, che non possano essere
distinti ai fini del calcolo dell'intensità dell'aiuto, e nei casi in cui
non sia possibile stabilire se il progetto di aiuto alla formazione abbia carattere
specifico o generale, si applicano le intensità relative alla formazione
specifica, di cui al paragrafo 2". In tal senso, l'avviso non deroga alle
norme suddette e, nel caso in cui le imprese non optino per il regime de minimis,
applicheranno le percentuali di cofinanziamento privato coerentemente con le suddette
disposizioni. In ogni caso, tenuto conto che l'opzione, così come previsto
dall'art. 7 dell'avviso, avviene in fase di definizione del Piano Attuativo, l'impresa
è tenuta a garantire almeno un finanziamento pari al 20% del costo inerente
l'iniziativa |
161 | Domada: In
merito al quesito 65, cosa si intende per criterio di rappresentatività.
Ad esempio se in un Patto di tipo territoriale l'area individuata è di
11 Comuni e di questi solo 8 figurano fra i soggetti promotori, è corretto? Rsposta:
Si è corretto nella misura in cui tra i promotori ci siano soggetti
in grado di rappresentare anche l'interesse dei territori i cui Comuni non rientrano
tra gli stessi. La rappresentatività della composizione del gruppo di promotori
è valutata in termini di capacità dei soggetti inclusi di rappresentare
adeguatamente gli interessi/esigenze/bisogni dell'ambito di riferimento del Patto
che, nel caso di Patto Formativo di tipo territoriale, è un territorio
predefinito. La scelta del numero e tipologia di soggetti che compongono il gruppo
di promotori è rimessa alla discrezionalità di ogni singolo Patto
nei limiti dei vincoli espressi all'art 2 dell'Avviso Pubblico, "Soggetti
ammessi a partecipare all'Avviso". |
160 |
Domanda: Cosa significa: Indicazione sui possibili ruoli che possono avere
gli Istituti Bancari nell'ambito del Partenariato Locale? Rsposta: Tra
i soggetti ammessi a partecipare al partenariato ci sono anche gli istituti bancari.
Tali soggetti possono svolgere nel partenariato diversi compiti, non ultimo quello
di definire ed eventualmente cofinanziare attività trasversali ed azioni
aggiuntive. |
159 | NB:
La presente FAQ sostituisce integralmente la FAQ 122 Domada: Relativamente
ai patti formati, la data di scadenza a 90 giorni è da considerarsi a partire
dal 20 marzo, data dell'ultimo decreto? Risposta: Il termine di scadenza
per la presentazione delle proposte di PFL è stato prorogato di 45 giorni
successivi alla data di scadenza precedentemente stabilita; la nuova data di scadenza
è pertanto fissata per il 23.05.2007. |
158 | NB:
La presente FAQ sostituisce integralmente la FAQ 119
Domanda:
Quali categorie di utenza bisogna considerare nei progetti di inclusione sociale?
Risposta: Gli interventi volti a "raggiungere obiettivi generali
di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale
(inclusione sociale)", per quanto attiene alla "riduzione delle cause
di svantaggio sociale", devono essere rivolti a quei soggetti che evidenziano
situazioni di svantaggio, così come variamente indicate nei documenti regionali
di programmazione, o a quei soggetti che possono concretamente contribuire a ridurre
le cause di svantaggio sociale. In tal senso, a soli fini indicativi, si ricorda
che il Regolamento Regionale di Aiuto all'Occupazione identifica come lavoratori
svantaggiati: 1. qualsiasi giovane che abbia meno di 25 anni; 2. qualsiasi
giovane che abbia completato la formazione a tempo pieno da non più di
due anni e che non abbia ancora ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente; 3.
qualsiasi lavoratore comunitario e non, che sia in cerca del primo lavoro in Italia; 4.
qualsiasi persona appartenente ad una minoranza etnica; 5. qualsiasi persona
che desideri intraprendere un'attività lavorativa e che non abbia lavorato,
né seguito corsi di formazione, per almeno due anni; 6. qualsiasi persona
che desideri riprendere un'attività lavorativa e che non abbia lavorato,
né seguito corsi di formazione, per almeno due anni; 7. qualsiasi persona
che abbia lasciato il lavoro per la difficoltà di conciliare vita lavorativa
e vita familiare e che non abbia lavorato, né seguito corsi di formazione,
per almeno due anni; 8. qualsiasi persona adulta che viva sola con uno o più
figli a carico; 9. qualsiasi persona priva di un titolo di studio dì
livello secondario superiore o equivalente, priva di un posto di lavoro o in procinto
di perderlo; 10. qualsiasi persona di più di 50 anni priva di un posto
di lavoro o in procinto di perderlo; 11. qualsiasi disoccupato di lungo periodo,
ossia una persona senza lavoro per i 12 mesi precedenti, o per 16 mesi precedenti
nel caso di persone con meno di 25 anni; 12. qualsiasi persona riconosciuta
come affetta, al momento o in passato, da una dipendenza ai sensi della legislazione
nazionale; 13. qualsiasi persona che non abbia ancora ottenuto il primo impiego
retribuito regolarmente da quando è stata sottoposta ad una pena detentiva
o a un'altra sanzione penale; 14. qualsiasi donna nel caso in cui il tasso
medio di disoccupazione femminile superi il 100,0% della media comunitaria da
almeno due anni civili e la disoccupazione femminile abbia superato il 150,0%
del tasso di disoccupazione maschile regionale per almeno due dei tre anni civili
precedenti. Appare opportuno evidenziare come tale elenco non sia esaustivo
dei soggetti a cui possono essere destinate le attività volte all'inclusione
sociale. In tal senso, la proposta d'intervento e, quindi, quella di PFL dovranno
opportunamente motivare le ragioni per cui l'attività è volta a
ridurre le cause di svantaggio |
157 | Domanda:
Un soggetto assunto con contratto a tempo determinato in un settore come il
turismo (fortemente interessato dalla ciclicità dei processi produttivi
e dalla stagionalità del personale) nell'estate 2007 (ad es. da maggio
a settembre) potrebbe partecipare, come formando, ad un percorso d'inserimento
lavorativo proposto dalla stessa azienda dove egli ha lavorato in estate ed attuato
a partire da ottobre? Si tratta di un quesito molto ricorrente nelle imprese orientate
a partecipare ai PFL turistici, ma che sicuramente dovranno assumere personale
stagionale nell'estate 2007 (vale a dire prima che cominceranno i corsi, in caso
di finanziamento del PFL da parte della Regione). Risposta: si veda R.
n. 115 |
156 | Domanda:
Una azienda costituita, iscritta alla camera di commercio, ma non ancora
operante, può presentare progetto formativo in qualità di soggetto
proponente nell'ambito di un patto tenendo presente che le attività inizieranno
nel mese di maggio. Risposta: l'avviso non prevede limitazioni alla
partecipazione delle imprese riferite ad un periodo minimo di attività
precedentemente svolte alla data di pubblicazione dell'avviso; |
155 | Domanda: E'
possibile che l'Università (intesa come Amministrazione Centrale) figuri
come soggetto promotore e, nello stesso tempo, i Dipartimenti Universitari di
quella stessa Università come agenzie formative incaricate di attuare concretamente
i percorsi formativi previsti da un medesimo patto formativo locale? Risposta:
Si se accreditati |
154 | Domanda: Vista
la proroga dell'avviso pubblico per la sperimentazione di patti formativi locali,
è ancora possibile presentare un'aggregazione di promotori? Rsposta:
SI |
153 | Domanda: Assodato
che un consorzio può presentare domanda di partecipazione all'avviso pubblico
di manifestazione di interesse in nome e per conto delle imprese consorziate e
che l'obbligo di assunzione si ripartisce su tutte le imprese del Consorzio (Vostra
risposta FAQ 91), è sufficiente indicare il numero complessivo degli allievi
del progetto formativo che si intende assumere per tutte le aziende del Consorzio? Rsposta:
SI |
152 |
Domanda: Nell'ambito di un percorso formativo finalizzato all'inserimento
lavorativo, lo stage (rientrante nel 40% di ore dedicate alla pratica) può
svolgersi presso la stessa impresa proponente (che, a fine corso, assumerà
almeno l'80% dei formati)? Risposta: SI |
151 | Domanda: Nell'ipotesi
di un PFL di filiera nella Manifestazione d'interesse i codici ATECO possono essere
indicati per macrogruppi oppure è necessario un livello di dettaglio più
preciso? Nella specie è possibile indicare solamente il Gruppo 01.1 Coltivazioni
agricole, orticoltura, floricoltura e ricomprendere automaticamente i sottogruppi
01.11, 01.12 ecc. ovvero è necessario elencare ogni singolo codice in esso
ricadente? Risposta: E' sufficiente indicare almeno il livello della
categoria pari alla 2° cifra del codice Ateco. |
150 |
Domanda: Nell'ambito del PFL possono essere proposti interventi di "inclusione
sociale" da parte dell'ente Provincia, da solo o in ATI con: Ordine degli
Agronomi, Confagricoltura, Sindacati? Risposta: SI |
151 | Domanda:
Per la realizzazione di work experience è necessaria l'individuazione da
parte dell'impresa dell'agenzia formativa? Rsposta: Si |
148 | Domanda: La
quota per la gestione, monitoraggio e valutazione del PFL (15%) richiesta al punto
6.1 dell'allegato 1.A. si riferisce all'attività di project management?
Tale 15% deve essere esposto nel piano finanziario relativo alle attività
formative che saranno svolte in favore di una PMI e attuate da un'agenzia formativa?
Se si in quali voci di spese? Risposta: al fine di correggere i meri
errori di digitazione gli allegati al Decreto Dirigenziale n° 161/2006 sono
stati sostituiti con il decreto dirigenziale n.57 del 20 marzo 2007 con: "Allegato
1 A rett. - Allegato 2 A rett." e "Allegato 1 B rett. - 2 B rett.",
disponibili sul sito della Regione Campania ove non è presente la quota
di gestione e monitoraggio e valutazione da indicare invece a livello complessivo
di PFL nel piano di spesa contenuto nel "Formulario per la presentazione
di proposta progettuale" all.B. |
147 |
Domanda: La possibilità di presentare proposte limitatamente agli
interventi finalizzati a raggiungere obiettivi generali di accrescimento del capitale
umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale, è estesa ai soli
promotori (gli unici ad essere indicati a pag. 8 dell'Avviso pubblico per la sperimentazione
dei Patti) oppure anche ai soggetti partners in quanto categorie di soggetti di
cui all'art. 2 dell'Avviso pubblico per la sperimentazione dei Patti? Risposta:
Possono presentare tali proposte i promotori, i partner e soggetti che, pur rientrando
nelle tipologie previste all'art. 2, paragrafo 2 dell'Avviso pubblico, non sono
né promotori né partner del Patto. |
146 | Domanda:
Possono due Comunità Montane formare un'ATI per superare il limite della
popolazione non inferiore agli 80000 abitanti e partecipare come promotore. Nel
caso una delle due Comunità Montane facesse già parte di un'ATI
per un PFL, potrebbe formare un'altro ATI per la partecipazione come promotore
ad un'ulteriore PFL. Risposta: Possono associarsi nelle forme previste
all'Art. 2 dell'avviso.Non possono partecipare a più di un PFL come previsto
all'Art. 2 - § 1 - lettera b). |
145 | Domanda: E'
possibile la partecipazione al Patto formativo Locale per un'azienda che ha una
filiale nel Sud e che intende formare una decina di persone da assumere poi nella
sede centrale al Nord? Risposta: Si nella ipotesi in cui la stessa
impresa ha due unità produttive. Altrimenti no. |
144 | Domanda: Un
Comune può presentare, anche in A.T.S. con una associazione, progetti formativi
destinati ai propri dipendenti? Risposta: No |
143 | Domanda: Per
gli interventi formativi con obiettivi generali di accrescimento del capitale
umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale), gradiremmo
sapere se un'Agenzia formativa può essere soggetto proponente e soggetto
attuatore per tale tipologia di intervento formativo e se, a questo punto, sì
dovrà lo stesso stipulare il protocollo d'intesa? Se non si può
essere soggetto proponente ed attuatore,invece, il soggetto proponente può
essere un Consorzio di Cooperative Sociali (vista la natura dell'intervento) che
però non risulta sottoscrittore del PFL né come promotore né
come partner? Si chiede chiarezza in merito a chi può essere soggetto proponente
di tali interventi formativi, visto che una quota compresa tra il 15 e il 20%
delle risorse finanziarie destinate al Patto deve essere destinata ad interventi
formativi finalizzati al più generale accrescimento del capitale umano
ed alla riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale) e che
la maggior parte dei soggetti promotori PFL, che hanno emesso Avviso di manifestazione
di interesse, rimandano, semplicemente, all'Avviso Pubblico per la sperimentazione
di Patti Formativi Locali pubblicato sul BURC n°2 Risposta: Per
l'identificazione delle tipologie di soggetti ammissibili come proponenti si rinvia
alla risposta al quesito N°130; per la casistica proposta non sono escluse
né le agenzie formative né le Cooperative Sociali come soggetti
proponenti. |
142 |
Domanda: Nell'Avviso pubblico per manifestazione d'interesse (All.G), per
quanto riguarda i moduli di domanda da utilizzare, si indica che, per gli interventi
formativi con obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione
delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale), bisogna utilizzare il
Modello di Domanda di partecipazione Allegato 1.B. L'Allegato 1.B, pubblicato
sul B.U.R.C. n°2, pur essendo così denominato, all'apertura del file
risulta essere il file ALLEGATO 1.A - DOMANDA DI PARTECIPAZIONE . Lo stesso dicasi
per il Formulario Allegato 2.B, ove la domanda di partecipazione è denominata
2. A. Risposta: al fine di correggere i meri errori di digitazione
gli allegati al Decreto Dirigenziale n° 161/2006 sono stati sostituiti con
il decreto dirigenziale n.57 del 20 marzo 2007 con: "Allegato 1 A rett. -
Allegato 2 A rett." e "Allegato 1 B rett. - 2 B rett." e disponibili
sul sito della Regione Campania. |
141 | Domanda: Nel
caso di impresa che voglia presentare progetti di formazione continua coinvolgendo
profili differenti è possibile presentare un unico progetto (ALLegato 1a;2a)
prevedendo n
edizioni corsuali differenti a seconda dell'obiettivo formativo? Esempio:
Azienda con fabbisogno di 3 percorsi di aggiornamento del personale. Viene
presentato un unico progetto articolato in 3 edizioni corsuali di cui: n°
1 ed.zne di 100 ore per 20 unità (operai) sul tema del controllo processo
produttivo; n° 1 ed.ne di 40 ore per 15 unità (impiegati) sul tema
sicurezza ambiente, prevenzione; n° 1 ed.zne di 40 ore per 45 unità
(impiegati) aggiornamento sui sistemi aziendali di gestione informatizzata. Risposta:
NO, in quanto l'edizione presuppone la ripetizione dello stesso corso, con gli
stessi obiettivi formativi, contenuti e profilo in uscita, a gruppi diversi di
discenti. Nel caso proposto trattasi di diversi corsi che richiedono la presentazione
di tre distinti progetti i quali a loro volta possono essere articolati in più
di un edizione a seconda del numero dei destinatari previsti, tenuto conto che
il numero di discenti in aula non può superare il numero di 25 partecipanti. |
140 |
Domanda: Un'azienda ha proceduto ad una selezione con evidenza pubblica
per assunzioni di soggetti (varie qualifiche), prevedendo nel bando lo scorrimento
della graduatoria per eventuali nuove assunzioni dei soggetti idonei. L'azienda
è interessata ad utilizzare lo strumento "patto formativo" per
formare i soggetti presenti nella graduatoria, oggi inoccupati. Tale situazione
è coerente con la normativa Fse e con l'Avviso Pubblico Patti Formativi
Locali? Risposta: Si se i destinatari vengono formati con un intervento
per l'inserimento/reinserimento lavorativo con il relativo obbligo di assunzione. |
139 |
Domande: Tre agenzie formative, tutte accreditate, possono partecipare in
ATI alla predisposizione degli interventi formativi delle aziende in seno ai PFL?
E in caso affermativo è necessario che individuino fra loro un soggetto
capofila? Risposta: No, non è possibile. L'agenzia formativa
deve essere identificata come soggetto singolo. |
138 | Domanda: Se
un Ente bilaterale è soggetto promotore può fare attività
di monitoraggio? Risposta: NO. |
137 | Domanda: Il
bando prevede che per i " settori con caratteristiche di ciclicità
e stagionalità dei processi produttivi (turismo e il settore agroindustriale)
la percentuale di assunzione è ridotta al 50% ed il termine per l'assunzione
di sei mesi può essere ampliato di ulteriori sei mesi". Le imprese
che producono pane, pasta e dolciumi classificate con codice ATECO classe 15,
sono comprese nella categorie agroindustria. Per cui si chiede se l'abbattimento
della percentuale di assunzione è applicabile a tali attività? Risposta:
SI |
136 | Domanda: Al
termine della Work Experience, l'azienda deve ottemperare: 1. all'assunzione
dell'80% dei beneficiari della WE secondo quanto disposto dall'art. 4 dell'Avviso
Pubblico (50% tempo ind. - 30% altri contratti - 20% apprendistato.) 2. all'assunzione
entro 6 mesi (dal termine del WE) Risposta: per gli obblighi di assunzione
in caso di work experience vale quanto già detto in risposta al quesito
n° 29, fermo restando che, in caso di obbligo di assunzione, la percentuale
di assunzione è ridotta al 50 % ed il termine di assunzione ampliato di
ulteriori 6 mesi per i settori con caratteristiche di ciclicità e stagionalità
dei processi produttivi (turismo e settore agroindustriale). |
135 | Domanda: In
riferimento alla Work Experience l'azienda che presenta il progetto, secondo quanto
disciplinato dal manuale di gestione FSE, può prevedere: 1. un impegno
di aula compreso tra le 60 e le 120 ore 2. un tirocinio di almeno 4 mesi in
azienda 3. borsa di studio di almeno 400 euro al mese 4. una pianificazione
economica che tiene conto sia delle voci inerenti la progettazione che il coordinamento
e il tutoraggio Risposta: I progetti di work experience devono indicare
il piano dei costi tanto in relazione alle attività dirette di esperienza
lavorativa (borsa formativa) quanto alle attività formative, nel rispetto
delle modalità e dei vincoli previsti dalla normativa di gestione del FSE. |
134 |
Domanda: Nel caso in cui un Ente pubblico non economico (Ente provinciale
per il turismo, partner della PFL) presenti, quale proponente, una manifestazione
di interesse per la realizzazione di interventi formativi rivolti al proprio personale
dipendente, come viene calcolato il punteggio per la valutazione dell'intervento
visto che l'Ente non può dichiarare il proprio fatturato, non è
previsto cofinanziamento, non può essere considerato il parametro ora/allievo? Risposta:
L'Ente citato può presentare progetti formativi della tipologia di
cui al punto 3 della "Premessa" dell'Allegato G, "Schema di Avviso
pubblico di manifestazione di interesse": progetti formativi volti a raggiungere
obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause
di svantaggio sociale (inclusione sociale), per la cui valutazione fa riferimento
la "griglia 2" art. 8 dell'Allegato G, che non contempera la valutazione
del fatturato e valuta l'eventuale cofinanziamento, non oblligatorio. Il parametro
ora/allievo, da indicare nella sintesi del preventivo di spesa, nell'allegato
"2.B - Scheda di attività formativa-sezione 5 budget dell'intervento"
è invece oggetto di valutazione. |
133 | Domnda: Una
azienda può prevedere una attività di formazione continua anche
per coloro che hanno un contratto a progetto? Risposta : Si, si veda risposta
44 |
132 | Domnda: Cosa
si intende peRsposta: "L'interesse manifestato dalle singole imprese deve
essere supportato da adeguati Piani di sviluppo industriale che sono esaminati
e valutati
.?" (pag. 8 dell'Avviso Pubblico). Risposta:
Come si evince dagli allegati 1A e 2A le imprese devono sintetizzare il loro piano
industriale al fine di consentire una valutazione di coerenza tra piano industriale,
progetto formativo proposto e il PASER. Questo è il riflesso operativo
del punto richiamato nella domanda. |
131 | Domnda: Nel
corso dell'incontro tenutosi presso Unione Industriali di Napoli, lo scorso 23
marzo, si è fatto riferimento alla riduzione della percentuale dell'obbligo
di assunzione a tempo indeterminato da parte delle imprese, a vantaggio dell'apprendistato
la cui percentuale non andrebbe considerata, peraltro, con rigidità ma
che potrebbe sfociare anche nella percentuale delle altre forme contrattuali.
E' possibile chiarire a cosa ci si riferiva, dal momento che nell'Avviso Pubblico
rettificato non vi è alcuna traccia di ciò? Risposta: Vale
quanto previsto dall'Avviso all'art. 4 |
130 | Domnda: Per
la terza tipologia di interventi formativi (generale accrescimento del capitale
umano e svantaggio sociale), sono da preferirsi interventi a favore dello sturt
- up di impresa? Risposta: Non è esposta alcuna preferenza specifica
sulla tipologia di interventi da prevedere in relazione alla finalità del
generale accrescimento del capitale umano e della riduzione delle cause di svantaggio
sociale. In generale occorre prevedere tipologie di interventi formativi atti
a ridurre le cause di esclusione dal mercato del lavoro e/o ad aumentare in generale
le condizioni di occupabilità. |
129 | Domanda: Si
richiedono chiarimenti in merito ai soggetti abilitati a presentare "interventi
finalizzati a raggiungere obiettivi generali di accrescimento del capitale umano
e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale)" negli
Avvisi pubblici di manifestazione di interesse ad oggi pubblicati. Detti Avvisi
al riguardo recitano testualmente "categorie di soggetti di cui all'art.
2 dell'Avviso pubblico per la sperimentazione dei Patti Formativi locali, singolarmente
o in ATI/ATS - cod. 002, limitatamente agli interventi finalizzati a raggiungere
obiettivi generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause
di svantaggio sociale (inclusione sociale)". Risposta: per l'identificazione
delle categorie di soggetti ammessi si rimanda all'art.2, paragrafo 2 dell'Avviso
pubblico ove sono elencate le possibili tipologie di soggetti che possono far
parte del partenariato del Patto e che possono anche essere proponenti di interventi
di formazione per il Patto: Enti pubblici-Associazioni datoriali-Associazioni
sindacali- Organismi bilaterali- Camere di Commercio-Imprese e/o Consorzi/associazioni
di imprese-Organismi di istruzione/Università-Enti di ricerca-Centri per
l'impiego- Associazioni senza scopo di lucro-Organismi finanziari. |
128 | Domanda: Per
svantaggio sociale è da intendersi il riferimento a precise categorie sociali
svantaggiate (eventualmente quali?), oppure esso è da rapportarsi al settore
di riferimento del PFL proposto e alle sue categorie di soggetti svantaggiati,
emerse dall'analisi di settore e dall'analisi del fabbisogno formativo? Risposta:
Si veda risposta 119 |
127 | Domanda:
Può un centro di competenza Universitario far parte dei soggetti promotori? Rsposta:
NO. L'elenco di cui all'art. 2 è tassativo |
126 | Domanda: Può
un Ente Parco, facente parte di un PIT, far parte dei soggetti promotori? Risposta :
Si, se l'ente parco, in quanto capofila del PIT, può essere assimilato
ad un soggetto responsabile. Nel caso in cui l'ente faccia parte del tavolo di
concertazione non si ravvisano le condizioni di cui sopra. |
125 | Domanda: Può
un soggetto facente parte del partenariato presentare proposte formative? Risposta:
Si |
124 | Domanda:
I progetti formativi volti a raggiungere obiettivi generali di accrescimento del
capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale (inclusione sociale)
- misura 3.2/3.3. obbligano le imprese ad assumere i discenti? Risposta:
No |
123 | Domanda: Nell'Avviso
Pubblico rettificato, all'art. 2 punto 1, secondo punto elenco a pagina 5, l'eliminazione
della parola GAL indica l'esclusione di questa tipologia tra quelle ammesse come
soggetto promotore? Risposta: Si veda risposta 121 |
122 | ANNULLATA:
vedi FAQ 159 |
121 |
Domanda: Dalla lettura dell'art. 2 dell'Avviso Pubblico Patti Formativi
Locali di cui al D.D. 57 del 20/03/2007 si rileva che tra i soggetti promotori
ci sono "...i soggetti responsabili della programmazione negoziata e degli
strumenti di sviluppo locale attivi sul territorio dotati di personalità
giuridica e poteri di rappresentanza". I G.A.L. possono essere, dunque, soggetti
promotori del PFL, essendo uno strumento di sviluppo locale e dotato di personalità
giuridica e potere di rappresentanza. E', dunque, corretta l'interpretazione che
la elencanzione degli strumenti di sviluppo locale è esemplificativa e
non esaustiva? Risposta: L'Iniziativa Comunitaria Leader "mira
alla promozione di azioni integrate, elaborate ed attuate nell'ambito di partenariati
attivi che operano a livello locale" ... "intese ad individuare e valorizzare
le potenzialità concrete di un territorio in una prospettiva di medio -
lungo termine attraverso l'attuazione di strategie originali di sviluppo sostenibile
ed integrato, di elevata qualità". In tal senso, destinatari del contributo
del Leader e della gestione dello stesso "è un insieme di partner
denominato "Gruppo di Azione Locale" (GAL), così come definito
al punto 12 della Comunicazione agli stati membri 2000/C139 /05 del 14.04.2000"
."I membri del Gal devono essere insediati a livello locale e devono dimostrare
la loro capacità di definire in collaborazione tra loro e di attuare una
strategia di sviluppo del territorio". Uno dei compiti che il GAL deve
assolvere è quello di delineare e implementare un Piano di Sviluppo Locale
(PSL) che "deve essere strutturato intorno ad una strategia pilota di sviluppo
integrata e sostenibile fondata su un partenariato rappresentativo e imperniata
su un tema centrale (tema catalizzatore), caratteristico dell'identità
del territorio". In questo senso, tenuto anche conto che nella programmazione
2007-2013 il Leader non è più un'Iniziativa Comunitaria ma un asse
del PSR, si ritiene che il Gal sia assimilabile ad un soggetto responsabile degli
strumenti di sviluppo locale attivi sul territorio. |
120 | Domanda: L'ente
di formazione indicato come attuatore dei progetti formativi che tipologia di
accredimento deve possedere? Risposta: L'ente di formazione deve essere
in regola con le procedure di accreditamento della Regione Campania, si veda anche
risposta a quesiti n° 113-40 |
119 | ANNULLATA:
vedi FAQ 158 |
118 | Domnada: E'
possibile includere nel PFL una proposta di intervento formativo che abbia come
obiettivi sia l'inserimento lavorativo, che l'adeguamento delle competenze e che,
nel contempo, si proponga la riduzione delle cause di svantaggio sociale di una
particolare categoria di soggetti ampiamente presenti nella filiera? Risposta:
Si, anche se è necessario definire qual'è l'obiettivo prevalente
in modo da inquadrare la tipologia di intervento e di target di destinatari rispetto
alle tre tipologie di intervento proponibili sul PFL. Si ricorda infatti che gli
interventi formativi proposti su un PFL possono essere volti a: · riqualificare/rafforzare
le competenze del proprio personale, attraverso interventi di formazione continua; ·
formare profili professionali occupabili attraverso interventi formativi per l'inserimento
e il reinserimento nel mercato del lavoro; · raggiungere obiettivi generali
di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale
(inclusione sociale). |
117 | Domnda: i
destinatari della formazione continua possono essere anche dipendenti di Enti
Pubblici? Es. dipendenti degli EPT - Enti Provinciali del Turismo? Risposta:
No. All'art. 2 dell'Allegato G, "Schema di avviso pubblico di manifestazione
di interesse" è previsto che i soggetti rientranti nelle categorie
di cui all'art 2 Avviso Pubblico, tra cui rientra l'EPT, possono presentare interventi
limitatamente alla tipologia finalizzata ad obiettivi di accrescimento del capitale
umano e riduzione cause svantaggio sociale tra cui non rientra la formazione continua.
|
116 | Domanda: Accrescimento
del capitale umano e riduzione della causa di svantaggio sociale possono essere
anche disgiunti? E' possibile far ricadere in tale tipologie un intervento che
non si rivolga a soggetti definiti "svantaggiati"? Rsposta: SI |
115 | Domanda: I
lavoratori stagionali come vanno considerati : occupati o disoccupati o, meglio
ancora, destinatari di interventi di: a) formazione continua b) percorsi
di inserimento con progetto di stabilizzazione dei contratti per almeno tre anni Risposta:
Dipende se il corso è programmato in costanza di contratto o meno. Nel
primo caso il lavoratore potrà essere considerato occupato e quindi potrà
essere destinatario di un intervento di formazione continua, in ogni caso coerente
con la durata del contratto di lavoro. Nel secondo caso potrà essere destinatario
di un intervento di inserimento/reinserimento. |
114 | Domanda: In
riferimento alla FAQ 36 l'impegno a costituirsi deve essere, comunque, ratificato
da una Delibera di Giunta Comunale o è necessario la ratifica successiva
di una Delibera di Consiglio Comunale, visto comunque che ci potrebbero esserci
degli impegni finanziari dei Comuni coinvolti ? Risposta: Si
ribadisce che le FAQ sono uno strumento per avere indicazioni di metodo rispetto
alla specifica disciplina del PFL e dell'avviso. In quest'ottica, si evidenzia
come la questione posta attenga alla disciplina di funzionamento degli enti comunali
e non a quella dei PFL. Per quanto attiene al PFL è opportuno che gli
atti posti alla base del PFL siano assunti validamente e che l'eventuale venir
meno degli stessi, in quanto nulli o annullati, non pregiudichi la costituzione
del PFL. |
113 | Domanda: Nella
FAQ 40 è riportato che il requisito dell'accreditamento verrà verificato
al momento dell'avvio dell'attività formativa. Ma se l'agenzia formativa
al momento dell'avvio dell'attività formativa non ha superato l'audit viene
revocato il finanziamento all'azienda ? Oppure l'azienda può scegliere
un'altra agenzia formativa? Risposta: Esclusivamente nel caso di specie,
il beneficiario può cambiare l'ente di formazione fermo restando i requisiti
ed i punteggi che hanno determinato l'ammissione nella lista di priorità
del PFL. |
112 | Domanda:
Sono ammissibili interventi formativi inerenti attività inserite nell'allegato
I del trattato di Maastricht? Risposta: Per i progetti presentati a
valere sul PFL si applicano le disposizioni generali inerenti gli aiuti alla formazione,
inclusi quelli in "de minimis". In tal senso, si ricorda che: - il
regolamento CE n. 68/2001 prevede l'applicazione "agli aiuti in tutti i settori,
incluse le attività connesse alla produzione, trasformazione o commercializzazione
dei prodotti di cui all'allegato I del trattato"
-
per il De Minimis, il recente regolamento CE 1998/2006, ne dispone l'applicazione
"agli aiuti concessi alle imprese di qualsiasi settore, ad eccezione dei
seguenti aiuti ... c) aiuti concessi a imprese attive nella trasformazione e commercializzazione
di prodotti agricoli elencati nell'allegato I del trattato, nei casi seguenti:
-
i) quando l'importo dell'aiuto è fissato in base al prezzo o al quantitativo
di tali prodotti acquistati da produttori primari o immessi sul mercato dalle
imprese interessate,
- ii)
quando l'aiuto è subordinato al fatto di venire parzialmente o interamente
trasferito a produttori primari.
In quest'ottica, si evidenzia come, lo stesso
regolamento CE 1998/2006, dispone che "in considerazione delle similarità
tra la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, da un lato,
e dei prodotti non agricoli, dall'altro, il presente regolamento dovrebbe applicarsi
alla trasformazione ed alla commercializzazione dei prodotti agricoli, a condizione
che siano soddisfatte certe condizioni. A tale riguardo, è opportuno che
non siano considerate come trasformazione o commercializzazione né le attività
di preparazione dei prodotti alla prima vendita effettuate nelle aziende agricole,
come la raccolta, il taglio e la trebbiatura dei cereali, l'imballaggio delle
uova, ecc., né la prima vendita a rivenditori o a imprese di trasformazione.
A partire dall'entrata in vigore del presente regolamento, gli aiuti concessi
a favore di imprese attive nella trasformazione o commercializzazione di prodotti
agricoli non dovrebbero più essere soggetti al regolamento (CE) n. 1860/2004
della Commissione, del 6 ottobre 2004, relativo all'applicazione degli articoli
87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nei settori dell'agricoltura e della
pesca . Il regolamento (CE) n. 1860/2004 dovrebbe quindi essere modificato di
conseguenza"
Si
sottolinea, infine, come ai sensi del suddetto regolamento CE 1998/2006: - per
"prodotti agricoli" si intendono i prodotti elencati nell'allegato I
del trattato CE, esclusi i prodotti della pesca;
-
per "trasformazione di un prodotto agricolo" si intende qualsiasi trattamento
di un prodotto agricolo in cui il prodotto ottenuto resta pur sempre un prodotto
agricolo, eccezion fatta per le attività agricole necessarie per preparare
un prodotto animale o vegetale alla prima vendita;
- per
"commercializzazione di un prodotto agricolo" si intende la detenzione
o l'esposizione di un prodotto agricolo allo scopo di vendere, consegnare o immettere
sul mercato in qualsiasi altro modo detto prodotto, ad eccezione della prima vendita
da parte di un produttore primario a rivenditori o a imprese di trasformazione,
e qualsiasi attività che prepara il prodotto per tale prima vendita; la
vendita da parte di un produttore primario a dei consumatori finali è considerata
commercializzazione se ha luogo in locali separati riservati a tale scopo
|
111 | Domanda:
I promotori possono ammettere proposte formative presentate da imprese con codici
attività ATECO che non afferiscono ai settori della logistica e dei trasporti
ma che presentano al proprio interno reparti particolarmente importanti di logistica
e trasporto. Tali attività costituiscono per le imprese fattori critici
di successo. I codici ATECO non sono elencati nell'Avviso pubblico per manifestazione
d'interesse ma è stata riportata subito dopo l'elencazione degli stessi
una dicitura che include genericamente tutte le imprese che hanno attività
connesse alla movimentazione di merci e persone. Possono, dunque, i promotori
ammettere tali imprese dimostrando e motivando nel progetto del pfl la scelta
compiuta. Risposta: In fase di manifestazione d'interesse è
necessario indicare in modo preciso i codici delle attività che si vogliono
inserire nella proposta di PFL in quanto oggetto di un'analisi e di una valutazione
ex ante che i promotori, anche con il supporto del partenariato, dovrebbero effettuare.
In tal senso, non appare possibile inserire una "dicitura che include
genericamente tutte le imprese che hanno attività connesse alla movimentazione
di merci e persone" in quanto questo comporterebbe un identificazione ex
post del raggio d'azione della proposta. Tenuto conto che, nel caso specifico
l'avviso di manifestazione d'interesse è stato già pubblicato, appare
possibile pubblicare un'integrazione allo stesso da pubblicizzare secondo le stesse
modalità dell'avviso. |
110 | Domanda:
Una facoltà universitaria può partecipare al PFL in qualità
di partner? La manifestazione di volontà e la sottoscrizione del protocollo
d'intesa può essere fatta dal preside della facoltà? Risposta: La
facoltà può partecipare in qualità di membro del partenariato
al PFL (si veda anche il quesito 1). Per quanto attiene alla sottoscrizione della
manifestazione di volontà e alla sottoscrizione del protocollo d'intesa
questa può essere effettuata dal soggetto che ha i poteri di rappresentanza. |
109 | Domanda: Le
imprese che producono pane, pasta e dolciumi classificate con codice ATECO classe
15, sono comprese nella categorie agroindustria. Il disposto del bando è
applicabile a tali attività? Risposta: SI |
108 | Domanda:
Il bando prevede che per i "settori con caratteristiche di ciclicità
e stagionalità dei processi produttivi (turismo, agroindustria e il settore
agricolo) la percentuale di assunzione è ridotta al 50% ed il termine per
l'assunzione di sei mesi può essere ampliato di ulteriori sei mesi". Risposta:
SI |
107 | Domanda:
Nell'ipotesi di un patto formativo di filiera nel settore della Logistica e Mobilità,
potrà essere prevista la risposta all'Avviso pubblico di manifestazione
di interesse di aziende che operano nel settore dell'agro alimentare e che all'interno
della loro organizzazione hanno necessità di migliorare e attivare il settore
della logistica? Risposta: SI se è coerente con le finalità
del PFL, l'ambito di riferimento identificato ed i processi/profili oggetto del
PFL (vedi anche risposta al quesito 84) |
106 | Domanda: Può
un PFL insistere su due diversi strumenti di sviluppo (es. un PI Città
e un PI parco regionale) L'idea forza potrebbe essere "dalla città
alle aree naturali protette: interventi finalizzati alla valorizzazione delle
risorse archeologiche, storico - architettoniche, ambientali e naturalistiche"? Risposta:
Le modalità di aggregazione del territorio così come "l'idea
forza", ovvero, il tema del PFL sono rimesse alla discrezionalità
dei soggetti promotori nel rispetto delle indicazioni fornite dall'avviso. Appare
chiaro, inoltre, che attraverso lo strumento delle FAQ si possono ricevere esclusivamente
indicazioni di metodo e non di merito. |
105 | Domanda:
Nell'invitare le imprese alla presentazione dei progetti formativi, cosa si può
allegare per spiegare i motivi dell'invito? Risposta: Per l'invito
a presentare proposte di progetti formativi è stato predefinito apposito
"SCHEMA DI AVVISO PUBBLICO DI MANIFESTAZIONE DI INTERESSE" e relativi
allegati; è rimessa alla discrezionalità dei promotori l'eventuale
predisposizione di documentazione di dettaglio da allegare all'Avviso di manifestazione
di interesse. |
104 | Domanda:
Se le imprese preferissero per i percorsi formativi di inserimento lavorativo
la modalità work experience è necessaria una fase di formazione
d'aula? se si quale è la percentuale minima accettabile? Risposta:
Le imprese, in funzione delle proprie caratteristiche ed esigenze, possono
prevedere, come modalità formativa la Work Experience, che prevede un tirocinio
formativo con un periodo di presenza in azienda, per l'approfondimento delle conoscenze
acquisite durante gli studi e l'applicazione nella pratica. Ai fini dell'applicazione
vale quanto disciplinato dalla normativa FSE (si vedano anche le risposte 29,
30, 31 e 81) |
103 | Domanda:
Il soggetto capofila è tra i componenti designati a far parte del comitato
gestore del PFL o partecipa di diritto alle riunioni? Risposta: Premesso
che il soggetto capofila è il responsabile della gestione del progetto,
la definizione del modello organizzativo-gestionale del singolo Patto ed i relativi
processi decisionali e di coordinamento è lasciata alla discrezionalità
dei soggetti promotori e partner che dovrebbero scegliere il modello più
opportuno per garantire, per un verso, efficacia e efficienza di gestione e, per
l'altro, rappresentatività e snellezza operativa. Le modalità
organizzative del Patto vanno rappresentate all'interno del "Formulario per
la presentazione della proposta progettuale" e sono elemento di valutazione
per la qualificazione del Patto. |
102 | Domada:
Le spese vive per la gestione di un PFL (riproduzione documenti e allegati, postali,stampa
materiali di promozione , pubblicazioni su periodici, ecc..) sono incluse nella
unica quota a disposizione del capofila ( 15%) peraltro già minima per
il personale e gli esperti, interni ed esterni, che dovranno affiancare il capofila
nelle funzioni di project management? Risposta: SI |
101 | Domanda: Può
una associazione tra 4 Comunità montane essere soggetto promotore e di
conseguenza soggetto capofila di un PFL? Risposta: SI se, complessivamente,
ha una popolazione non inferiore a 80.000 abitanti. |
100 | Domanda:
In caso di progetto proposto da ATI i requisiti economico-finanziari e dimensionali
delle imprese partecipanti si sommano o si mediano? Risposta: Si, sommano. |
99 | Domanda: Un
ente bilaterale che fa riferimento ad un organizzazione datoriale capofila di
un PFL può essere il soggetto che svolge l'attività di monitoraggio
dello stesso Patto Risposta: Si |
98 | Domanda:
Il monitoraggio del patto può essere effettuato da un soggetto diverso
da un ente bilaterale? Risposta: No |
97 | Domanda:
Il Soggetto Responsabile di un Progetto Integrato Rurale - PIR - (Comunità
Montana), indicato dal Partenariato Locale dello stesso PIR, può essere
promotore di un PFL quale soggetto responsabile della programmazione negoziata? Risposta:
Nella misura in cui il PIR può essere visto come uno strumento di sviluppo
locale attivo su un territorio, il soggetto responsabile può essere promotore
di un PFL. |
96 | Domanda:
All'interno del Protocollo di Intesa occorre distinguere fra soggetti promotori
e partner? Rsposta: Si |
95 | Domanda:
Il funzionamento del Comitato di Gestione (convocazione, validità, quorum
ecc.) può essere demandato ad un allegato oppure direttamente alle schede
del formulario laddove occorre descrivere l'organizzazione e le modalità
di funzionamento del partenariato)? Risposta: Le modalità con
cui disciplinare i processi decisionali e di coordinamento per il funzionamento
del partenariato sono demandate alla discrezionalità delle parti. In ogni
caso è buona norma indicarle comunque all'interno del Protocollo d'intesa.
Nel Formulario, nelle sezioni V.g e V.h, bisognerà descrivere, in maniera
chiara ed esaustiva, ruoli e responsabilità dei partner sia nella fase
di proposta che di attuazione del PFL |
94 | Domanda:
Nel caso in cui il finanziamento venga erogato all'impresa proponente, qual è
il ruolo amministrativo dell'ente di formazione in qualità di soggetto
attuatore? Risposta: L'agenzia formativa svolgerà il suo ruolo
dalla progettazione alla rendicontazione delle attività, inclusa l'interfaccia
con il soggetto proponente e l'assistenza in fase di erogazione dei finanziamenti. |
93 | Domanda:
Per i progetti formativi finalizzati all'inserimento lavorativo e per quelli relativi
alla formazione degli occupati, a chi viene erogato il finanziamento, all'impresa
o all'ente di formazione? Risposta: Sono le imprese, ATI o consorzi
che hanno presentato proposte di intervento per l'inserimento/re-inserimento lavorativo
o per la formazione continua, che ricevono i fondi per la copertura del budget
dell'intervento per la quota di cofinanziamento a carico della Regione. Gli aspetti
di erogazione dei finanziamenti saranno disciplinati nell'ambito dei singoli atti
di concessione (si veda anche la risposta al quesito n° 60). |
92 | Domanda:
I soggetti proponenti che presentano progetti per l'inserimento lavorativo devono
impegnarsi ad assumere almeno l'80% dei discenti, per almeno un triennio, di cui
il 50% a tempo indeterminato, il 20% con contratto di apprendistato ed il 30%
con altre forme contrattuali. Quali sono le "altre forme contrattuali"
rientranti nel 30%? Risposta: Le altre forme contrattuali sono le forme
di lavoro cosiddetto "atipico" (non standard) rispetto ai contratti
di lavoro subordinato standard a tempo pieno (si veda anche la risposta al quesito
75). |
91 | Domanda:
Il Consorzio di imprese può presentare domanda di partecipazione all'avviso
pubblico di manifestazione di interesse per conto di alcune delle sue imprese
consorziate? E in questo caso è necessario che le imprese costituiscano
una ATS, anche se sono già consorziate? Risposta: Si; non è
necessario costituire alcuna ATS in quanto il Consorzio è tra i soggetti
ammissibili previsti all'art.2 dello Schema di Avviso pubblico di manifestazione
di interesse. In ogni caso si evidenzia che l'obbligo di assunzione si ripartisce
su tutte le imprese del Consorzio. |
90 | Domanda: Se
un Consorzio di Imprese è soggetto promotore di un PFL può essere
anche soggetto proponente di azioni formative finalizzate all'inserimento lavorativo
e all'aggiornamento degli occupati? Se si, ci sono limiti alla percentuale di
attività formative, sul totale previsto dal PFL, che il Consorzio può
gestire in qualità di soggetto proponente? Risposta: Si e non
ci sono dei limiti salvo l'applicazione dei criteri e regole di valutazione e
selezione previsti nello Schema di Avviso di Manifestazione di Interesse (art.7-8-9)
per l'inserimento degli interventi all'interno della lista di priorità. |
89 | Domanda:
All'interno di una filiera produttiva, l'aggregazione di imprese partecipanti
deve essere riconducibile ad una medesima tipologia produttiva o è possibile
aggregarne differenti, ad esempio aziende casearie possono aggregarsi con aziende
olearie? Risposta: Il concetto di filiera presuppone che organizzazioni
appartenenti a diversi settori possano essere aggregate sulla base di rapporti
di interdipendenza derivanti da rapporti di fornitura, coprogettazione, coproduzione,
fruizione di servizi comuni e quanto altro consenta di giustificare una coerenza
complessiva della scelta. In tal senso, i soggetti promotori sono liberi di definire
la filiera identificando i codici più opportuni in base alle loro ipotesi
ed alle conseguenti analisi (si veda anche la risposta al quesito n° 28). |
88 | Domanda: E'
possibile che un ente che sta prestando supporto tecnico al soggetto promotore
per la presentazione del Patto e che, in caso di approvazione, svolgerà
le attività di project management generali, sia identificato come ente
di formazione di un progetto finalizzato all'inclusione sociale? Risposta:
Si |
87 | Domanda:
Con riferimento al parametro di costo massimo ora/allievo di € 16,00, come
va calcolato il cofinanziamento privato dell'impresa proponente (caso formazione
generale per PMI) del 20% per la formazione continua? Date le due ipotesi a) e
b) riportate di seguito, quella giusta è la a) o la b)? Prima ipotesi Finanziamento
pubblico: 80%, per un costo ora/allievo pari a € 16,00 Cofinanziamento
privato: 20%, per un costo ora/allievo pari a € 4,00 Costo ora allievo
totale: € 20,00 (di cui l'80% pubblico è pari a € 16,00 e il
20% privato è pari a € 4,00) Seconda ipotesi Finanziamento pubblico:
80% del costo ora/allievo (€ 16,00), pari a € 12,80 Cofinanziamento
privato: 20% del costo ora/allievo (€ 16,00), pari a € 3,20 Costo
ora allievo totale: € 16,00 Risposta: Così come previsto
dal manuale FSE, la modalità per calcolare il costo totale dell'attività
formativa (al netto del finanziamento privato) è la seguente: Costo
totale = costo/ora allievo*n° di ore corso previste*n° allievi previsti. In
tal senso, il parametro costo/ora allievo si riferisce alla sola parte finanziata
dalla Regione. |
86 | Domanda:
L'art. 7 (Risorse finanziarie - Parametri finanziari di riferimento - Intensità
aiuti per interventi di formazione continua) dell'Avviso Pubblico per la sperimentazione
di Patti Formativi Locali assegna un massimo del 15% del totale delle risorse
del Patto alle spese di project management ed un ulteriore finanziamento per un
massimo del 4% dell'importo del Patto per l'eventuale sviluppo, sperimentazione
e realizzazione di un sistema di monitoraggio, coordinato dalla Cabina di Regia
regionale. Domanda: il max 15% per il project management + il max 4% per l'eventuale
monitoraggio (in totale, quindi, un max 19%) vanno introdotti nel piano finanziario
generale del PFL in aggiunta all'importo complessivo dei progetti formativi presentati
dalle imprese (quelli inseriti nella lista di priorità) o vanno sottratti
a tale importo complessivo? In altre parole, date le due ipotesi a) e b) riportate
di seguito, quella giusta è la a) o la b)? Prima ipotesi Importo
complessivo dei progetti formativi presentati dalle imprese ed inseriti nella
lista di priorità: € 2.000.0000,00 MAX 15% per il project management:
€ 370.370,37 MAX 4% aggiuntivo per l'eventuale monitoraggio: € 98.765,43 TOTALE:
€ 2.469.135,80 Seconda ipotesi Importo complessivo dei progetti formativi
presentati dalle imprese ed inseriti nella lista di priorità: € 2.000.0000,00, di
cui MAX 15% per il project management: € 300.000,00 MAX 4% aggiuntivo
per l'eventuale monitoraggio: € 80.000,00 TOTALE: € 2.000.000,00 Risposta:
L'avviso recita "Le spese di project management devono essere al massimo
pari al 15% del totale delle risorse del Patto. Un ulteriore finanziamento per
un massimo del 4% dell'importo del Patto può essere richiesto, sulla base
di una specifica progettazione, per lo sviluppo, la sperimentazione e la realizzazione
di un sistema di monitoraggio". L'ipotesi corretta è la a, in
quanto le percentuali (massime) del 15% per il project management e 4% per l'eventuale
monitoraggio vanno introdotti all'interno del piano finanziario del PFL verificando
il rispetto delle suddette percentuali sul totale del PFL ed il rispetto dei limiti
minimi e massimi dell'art. 7 secondo capoverso. |
85 | Domanda:
All'art. 4 - Durata degli interventi formativi dello Schema di Avviso Pubblico
di manifestazione di interesse (Allegato G) è riportato, nell'ultimo capoverso,
che "la proposta deve prevedere il piano dei tempi per la realizzazione complessiva
dell'intervento formativo; in ogni caso le attività di realizzazione dell'intervento
dovranno concludersi entro e non oltre il 31 luglio 2008". Tale termine del
31 luglio 2008, però, coincide con il limite massimo per la conclusione
dell'attività del PFL indicata nell'art. 5 - Sviluppo del Piano Attuativo
e finanziamento del PFL dell'Avviso Pubblico per la sperimentazione di Patti Formativi
Locali. Considerato che lasciare alle imprese proponenti dei progetti formativi
lo stesso termine previsto per la conclusione dell'intero PFL determinerebbe l'impossibilità,
per il Soggetto Promotore, di concludere le attività di controllo della
rendicontazione finale, è possibile prevedere, alla fine dell'art. 6 -
Modalità di erogazione del finanziamento dello Schema di Avviso Pubblico
di manifestazione di interesse (Allegato G) per le imprese (e le Agenzie formative)
un termine massimo di 8 o 9 mesi quale articolazione temporale dell'intervento? Risposta: Il
termine del 31/07/2008 è il limite massimo per la chiusura del PFL. In
tal senso, ai fini dell'organizzazione dell'attività di rendicontazione
i soggetti proponenti possono identificare un termine inferiore (si veda anche
la risposta al quesito n° 19). |
84 | Domanda:
Nella sezione C. dello Schema di Avviso Pubblico di manifestazione di interesse
(Allegato G) è necessario riportare l'elenco dettagliato dei Codici ATECO
delle imprese ammesse alla presentazione dei progetti formativi? Nel caso, ad
es., di un PFL avente ad oggetto un comparto come la logistica e i trasporti,
vanno considerati soltanto i Codici ATECO delle aziende operanti in senso stretto
nel comparto citato o il bando può essere aperto anche ad aziende che non
sono propriamente attive in esso, ma sono interessate cospicuamente da processi
di movimentazione merci (come imprese della grande distribuzione commerciale:
es. Ikea, Auchan, etc.) e/o persone? Risposta: Ai fini dell'ammissibilità
a proporre interventi formativi è richiesto, all'art. 2 dello schema di
Manifestazione di interesse, che l'impresa sia operante nel territorio/filiera
produttiva del costituendo PFL. Pertanto, i soggetti promotori sono liberi di
definire la filiera identificando i codici più opportuni in base alle loro
analisi (le ragioni della scelta andrebbero, peraltro, opportunamente illustrate).
Nel caso specifico, l'eventuale inserimento dei codici attività di imprese
che nella capacità di gestire in maniera ottimale la logistica hanno una
loro competenza distintiva e un "fattore critico di successo", ma che
non hanno in questa attività la loro "attività prevalente",
è rimessa alla discrezionalità dei soggetti proponenti. In tal caso,
ovviamente, tali soggetti potranno proporre esclusivamente interventi formativi
coerenti con il tema del PFL al fine di preservare la consonanza complessiva della
proposta. |
83 | Domanda:
La formazione del conducente autolinee finalizzata all'acquisizione della carta
di qualificazione, ai sensi del D. Lgs. 21/11/2005 n. 286, è ammissibile
qualora organizzata da autoscuole o soggetti autorizzati dal Ministero dei Trasporti.
Per ottemperare a quanto prescritto dalla suddetta normativa, e contestualmente
utilizzare le opportunità previste dallo strumento Patto Formativo, come
può procedere un'autolinea che volesse rispondere ad un Avviso relativo
ad un PFL dedicato alla logistica e ai trasporti? Risposta: Così
come previsto dall'avviso i proponenti devono individuare, per l'esecuzione degli
interventi formativi, un'agenzia formativa accreditata dalla Regione Campania.
Nel caso particolare sarà necessaria la verifica dei requisiti previsti
dal Ministero dei Trasporti e l'assenza di specifici vincoli connessi alla disciplina
settoriale e a quella del FSE. |
82 | Domanda:
La quota di cofinanziamento privato prevista nel caso di formazione continua può
essere giustificata anche dal costo orario lordo del dipendente impegnato nella
formazione per le ore dedicate alla formazione? Risposta: Si, in tutte
le altre forme previste dal Manuale di gestione del FSE |
81 | Domanda:
Se le imprese scelgono i percorsi formativi sotto forma di work experience devono
prevedere obbligatoriamente una formazione d'aula? In caso di risposta affermativa,
in quale percentuale minima? Risposta: Per le work experience si applica
quanto disciplinato con il Manuale di gestione del FSE |
80 | Domanda:
Il "Comitato di gestione del PFL" come individuato all'art. 5 della
schema di Protocollo d'Intesa (allegato F) prevede la partecipazione di tutti
i rappresentanti dei firmatari del Protocollo stesso. Questa disposizione è
obbligatoria oppure è possibile prevedere un comitato ristretto ai soli
soggetti promotori? Risposta: Le modalità di composizione e
di organizzazione del Comitato Gestore rientra nella discrezionalità dei
soggetti promotori e del partenariato. In tal senso, la dimensione e le modalità
di funzionamento devono garantire allo stesso tempo pluralismo e snellezza operativa
(si veda anche la risposta al quesito n° 23). |
79 | Domanda:
L'attività di assistenza tecnica può essere affidata ad una persona
fisica titolare di partita IVA ed in possesso di idonee e specifiche competenze
richieste dal bando? Risposta: Non è vietato dal bando se il
soggetto è in possesso delle idonee, specifiche e diversificate competenze
necessarie e dell'organizzazione atta a svolgere l'incarico. |
78 | Domanda:
I nominativi dei membri del Comitato di Gestione devono essere indicati nel Protocollo
di Intesa oppure si può demandare ad un allegato? Risposta:
Non è necessario indicare i nominativi nel Protocollo di Intesa, ma è
opportuno definire con precisione ruoli, responsabilità e competenze. |
77 | Domanda: E'
possibile modificare il Protocollo di Intesa introducendo una diversa partecipazione
dei partner al Comitato di Gestione (ad esempio 1 rappresentante per ogni soggetto
proponente e 1 rappresentante per tutti i soggetti partner?) Risposta:
Le modalità di composizione e di organizzazione del Comitato Gestore rientrano
nella discrezionalità dei soggetti promotori e del partenariato. In tal
senso, la dimensione e le modalità di funzionamento devono garantire allo
stesso tempo pluralismo e snellezza operativa (si veda anche la risposta al quesito
n° 23). |
76 | Domanda:
Il Protocollo di Intesa deve essere sottoscritto prima dell'emissione della manifestazione
di interesse? Risposta: Si. L'attivazione e il coinvolgimento del partenariato
locale rappresentano l'elemento qualificante del processo progettuale del patto
formativo. Tuttavia la composizione del partenariato locale, così, come
tutte le altre caratteristiche del protocollo possono essere modificate sino al
momento della presentazione della proposta del PFL alla amministrazione regionale.
|
75 | Domanda:
Le aziende si impegnano a mantenere in organico i nuovi assunti per non meno
di 3 anni (rif. pag. 8 Avviso) o 5 anni (rif. allegato 1.A.)? L'impegno di 3 anni
vale anche per le "altre forme contrattuali"? se si quali sono? Risposta:
Per non meno di 3 anni per il contratto a tempo indeterminato, per l'apprendistato
in modo coerente alle previsioni dei CCN del settore di riferimento. Per le altre
forme contrattuali non c'è vincolo temporale e le stesse saranno riconducibili
alle categorie del cd. lavoro "atipico" di cui alla "Legge Biagi".
|
74 | Domanda:
Gli Enti Parco e Riserve Naturali Regionali possono essere soggetti promotori
dei Patti Formativi? Risposta: Non come enti pubblici. Nel caso gli
stessi soggetti siano stati capofila di strumenti di sviluppo locale o di programmazione
negoziata possono essere soggetti promotori. |
73 | Domanda:
Può un gruppo di promotori già costituito accettare ulteriori promotori?
In che modo? Rsposta: Si fino alla presentazione del PFL e nelle modalità
richieste dalle tipologie di soggetti che si presentano come promotori. |
72 | Domanda:
Le aziende che vogliono partecipare ad una proposta di Patto devono anche individuare
le agenzie formative che realizzeranno gli interventi di formazione proposta?
Risposta: Si |
71 | Domanda:
Una impresa può rispondere alla Manifestazione di interesse per la sola
tipologia di interventi di formazione continua? Rsposta: Si. |
70 | Domanda:
Le azioni aggiuntive devono essere riferite alle misure dell'asse 3? Rsposta:
No le azioni aggiuntive sono quelle previste nel formulario. |
69 | Domanda:
E' ammesso il settore sanitario al PFL? Risposta: Il settore è
ammissibile nei limiti dell'assenza di sovrapposizioni con la regolamentazione
della formazione in ambito sanitario. |
68 | Domanda:
Se alla Manifestazione d'interesse di un PFL territoriale risponde un'azienda
che non rientra nel territorio identificato, bisogna escluderla o la si può
inserire? Risposta: Se non risponde ai requisiti di ammissibilità
(art. 2 Schema di Avviso di manifestazione di interesse) rientrerà nella
lista "non ammessi a valutazione di merito" (art.7 e 9. Schema di Avviso
di manifestazione di interesse) |
67 | Domada:
Se un'azienda risponde alla Manifestazione d'interesse e la sua proposta è
inserita nella Lista di priorità, cosa succede nel caso in cui poi venga
meno ai suoi impegni? Risposta: Se non adempie agli obblighi di cui
all'art 5 dell'avviso, viene escluso in fase di redazione del Piano Attuativo.Nel
caso in cui la proposta venga meno dopo l'emanazione del provvedimento provvisorio
di finanziamento, sono previsti meccanismi di revoca dello stesso disciplinati
nel dettaglio all'art.9 dell'Avviso. |
66 | Domanda:
Nella Rete di partner possono entrare Enti appartenenti a tutto il territorio
nazionale? Risposta: SI, se l'inclusione nel partenariato è
rispondente alle finalità del PFL. |
65 | Domanda: Se
un Patto, di tipo territoriale, incide ad es. su 16 Comuni è indispensabile
ottenere l'adesione, in qualità di promotore o partner, da parte di tutti
i Comuni? Risposta: No, la composizione dell'aggregazione dei promotori
e dei partner deve rispondere a criteri di rappresentatività e non di numerosità,
esaustività. |
64 | Domanda: Gli
output indicati dalle Linee Guida sono obbligatori? Se sì dove vanno allegati? Risposta:
Il percorso descritto nelle Linee Guida è indicativo delle fasi/attività/output
da svolgere per l'ideazione ed elaborazione di una proposta di PFL rispondente
a modalità progettuali di tipo partecipato e negoziale. Ai fini della redazione
e presentazione della proposta tecnica è necessario solo compilare il Formulario
sull'apposito modello completo degli allegati come disciplinato all'art. 10 dell'Avviso.
|
63 | Domanda:
A pag. 21 del Formulario (All. B) è prevista la sezione dedicata all'assistenza
tecnica: nel caso in cui si chieda l'assistenza tecnica alla cabina di regia regionale,
vanno indicati i dati della Regione? Se non ci si avvale di un soggetto esterno
quali dati bisogna indicare? Risposta: L'assistenza tecnica di cui
alla pag 21 del Formulario è disciplinata all'art.2 dell'Avviso: "per
le attività di project management (che spettano al capofila) il soggetto
capofila può eventualmente delegare l'assistenza tecnica a soggetti esterni";
ci si riferisce in questo art. alle attività di project management necessarie
alla gestione del PFL in fase di attuazione; altra cosa è l'Assistenza
tecnica che può essere richiesta alla Regione in fase di progettazione
della proposta progettuale di PFL e prima dell'ammissione al finanziamento e che
è disciplinata all'art. 16 dell'Avviso. Quindi nella sezione del Formulario
a pag 21 non vanno inseriti i dati della Regione ma i dati di eventuale soggetto
esterno cui il capofila intende delegare la gestione del PFL. Se non ci si
vuole avvalere di alcun soggetto esterno non occorre compilare la sezione. Idem
se la scelta è rinviata ad un momento successivo. |
62 | Domanda:
L'attività di accompagnamento per la progettazione del PFL, svolta dalla
Cabina di Regia attivata in Regione, è gratuita? Risposta: Si |
61 | Domanda: Il
Bando prevede che una quota compresa tra il 15 ed il 20% sia destinata all'inclusione
sociale; il 15% alle spese di project management; qual è invece la percentuale
riservata all'inserimento lavorativo e alla riqualificazione? Risposta:
Non è prevista una quota minima. E' auspicabile che la composizione percentuale
degli interventi tra le diverse tipologie sia rispondente alle finalità,
obiettivi e risultati attesi dal singolo PFL relativamente al territorio/filiera
di riferimento |
60 | Domanda:
Dovendo predisporre gli specifici appostamenti di bilancio si vuole conoscere
il modo in cui avverrà il flusso dei finanziamenti. In altri termini, i
finanziamenti affluiranno tutti o in parte (e in questo caso a copertura di quali
spese) al soggetto capofila e da questo saranno trasferiti ai diversi attori del
P.F.L. (soggetti proponenti ecc.) oppure è previsto un meccanismo diverso
di erogazione dei fondi (es. da Regione a soggetti proponenti)? Risposta:
Il soggetto promotore riceve la quota di contributo relativa al project management.
L'ente bilaterale l'eventuale quota per il monitoraggio. I soggetti che hanno
presentato proposte di intervento nell'ambito di un PFL ricevono i fondi per la
copertura del budget dell'intervento per la quota di cofinanziamento a carico
della Regione. Gli aspetti di erogazione dei finanziamenti saranno disciplinati
nell'ambito dei singoli atti di concessione. |
59 | Domanda:
Una società di trasformazione urbana (STU) è classificabile tra
i soggetti responsabili della programmazione negoziata e degli strumenti di sviluppo
locale e, quindi, come tale inseribile tra i soggetti promotori? Risposta:
No |
58 | Domanda:
Posto che il soggetto capofila è un comune, quali sono le modalità
per individuare il soggetto esterno a cui affidare l'assistenza tecnica? Risposta:
Quelle a cui si deve attenere l'ente secondo le norme vigenti sugli appalti di
servizi |
57 | Domanda:
L'Assessorato alla Cultura e allo Sviluppo del Comune di Napoli ha intenzione
di presentare, in qualità di capofila, un proprio PFL. Come previsto dall'avviso
pubblico, per le attività di project management (pianificazione, programmazione,
gestione, coordinamento, valutazione, monitoraggio e rendicontazione del P.F.L.)
il soggetto capofila può delegare l'assistenza tecnica a soggetti esterni
? Rsposta: Si |
56 | Domanda:
Il Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree interne della Campania,
è tra i possibili soggetti legittimati a far parte dei Promotori di un
PFL ? Risposta: Si, se consorzio di imprese o altra tipologia di cui
all'art 2 dell'Avviso. |
55 | Domanda: In
riferimento all'art. 2 - Soggetti Ammessi a Finanziamento è consentito
anche a comuni al di sotto di 80.000 abitanti entrare tra i soggetti promotori
se all'interno del gruppo dei promotori ci sono più comuni la cui popolazione
complessiva supera gli 80.000 abitanti? Risposta: No, in quanto ciascuno
dei promotori deve rispettare il requisito di ammissibilità. Un Comune
di popolazione inferiore a 80.000 abitanti può partecipare come promotore
solo se nelle forme associate con altri Comuni rispetta il requisito di popolazione
non inferiore a 80.000 abitanti (come risposta al quesito 37). |
54 | Domanda: Nello
Schema di Avviso Pubblico di manifestazione di interesse per le imprese, nel quadro
C (Ambito di riferimento) della Premessa è prevista l'identificazione dell'area,
con l'elenco dei Comuni coinvolti. Nel caso di un PFL relativo ad un'intera provincia,
ad es. Benevento, è possibile riempire la sezione, invece che con l'elenco
di tutti i Comuni, scrivendo: "Tutti i Comuni rientranti nella provincia
di Benevento"? Risposta: Si, la compilazione del riquadro C è
finalizzata all'identificazione dell'ambito su cui si esplicheranno le azioni
del PFL e a cui fare riferimento per l'identificazione delle imprese ammesse a
rispondere alla Manifestazione di interesse; le modalità di compilazione
del riquadro sono quindi strettamente funzionali a tale finalità. Ai fini
dell'identificazione delle imprese che possono rispondere alla manifestazione
di interesse vale quanto previsto all'art. 2 dello schema di avviso pubblico di
manifestazione di interesse |
53 | Domanda: Con
riferimento all'obbligo di assunzione dei progetti d'inserimento e reinserimento
lavorativo, l'Avviso Pubblico per la sperimentazione di Patti Formativi Locali
riporta testualmente, all'art. 4, che "i soggetti proponenti [
] si
devono impegnare ad assumere, entro sei mesi dalla fine del percorso formativo,
e a mantenere in organico per non meno di 3 anni, almeno l'80% dei discenti [
]". Però, sia nello Schema di Avviso Pubblico di manifestazione
di interesse per le imprese (in Premessa), sia nell'Allegato 1.A - Domanda di
partecipazione (alla lettera p), si parla di impegno "ad assumere e a mantenere
in organico per non meno di 5 anni". Il termine minimo, quindi, è
3 o 5 anni? Rsposta:
3 anni |
52 | Domanda: Nello
Schema di Avviso Pubblico di manifestazione di interesse (Allegato G), in Premessa,
con riferimento agli impegni ad assumere delle imprese, è riportato testualmente
che "in caso di progetti presentati da consorzi o ATI, l'obbligo di assunzione
si applica complessivamente su tutte le imprese del consorzio o dell'ATI".
In caso, quindi, ad esempio, di un progetto pluriaziendale d'inserimento lavorativo
presentato da un'ATI costituita da 3 imprese e rivolto a 20 destinatari, l'obbligo
di assunzione dell'80% può considerarsi assolto se è un'unica impresa
(delle 3 dell'ATI) ad assumere 16 destinatari su 20 (l'80% del requisito minimo),
senza che le altre due incrementino i rispettivi organici? Risposta:
SI, le imprese sono solidalmente responsabili |
51 | Domanda: Qual
è il rapporto tra le 3 tipologie di "soggetti ammessi a partecipare
all'avviso" (Art. 2)? In altre parole, è corretto stabilire come regola
generale che un soggetto (ovviamente in possesso dei requisiti minimi di eleggibilità)
possa essere o promotore, o partner locale o proponente, nel senso che nessun
partecipante all'avviso, per scongiurare evidenti conflitti d'interesse, può
ricoprire più di un ruolo? Risposta: L'Avviso contempera anche
per i promotori e i partner la possibilità di presentare proposte di interventi
formativi (art 4 dell'"Avviso pubblico per la sperimentazione dei PFL"). |
50 | Domanda: E'
possibile che un soggetto promotore sottoscriva il Protocollo d'Intesa del Partenariato
Locale, diventando, quindi, anche un partner locale? Risposta: I soggetti
promotori sottoscrivono il protocollo di intesa in qualità di soggetti
promotori. |
49 | Domanda: In
caso di PFL di filiera, può essere definito, come territorio di riferimento,
l'intera regione Campania? Risposta: Il PFL di filiera non ha un riferimento
territoriale, l'ambito è comunque la Regione Campania. |
48 | Domanda: In
caso di PFL territoriale, può non essere definita un'unica filiera di riferimento,
ma - ad es. - tutti i settori produttivi insistenti sull'area territoriale identificata? Risposta:
Nel PFL territoriale non deve essere obbligatoriamente definito l'ambito di filiera
di riferimento. In tal senso, in caso di PFL territoriale è il territorio
come luogo di sviluppo per diverse vocazioni produttive, il riferimento del Patto.
In caso di PFL territoriale non è necessario, quindi, limitare il campo
di attuazione del PFL a una filiera. |
47 | Domanda Nelle
"LINEE DI INDIRIZZO RELATIVE ALLA REALIZZAZIONE DEI PATTI FORMATIVI LOCALI"
(pubbl. sul BURC n. 50 del 06/11/2006) si legge che "L'ambito di riferimento
in cui si esplicano le azioni del PFL caratterizzato da aspetti di omogeneità,
interesse e rilevanza strategica, viene identificato attraverso l'incrocio di
due dimensioni: - ambito territoriale specifico quale luogo identificativo
di aspetti ambientali, storico-culturali, socio-produttivi, istituzionali e relazionali
particolareggiati e caratterizzanti nonché destinatario delle politiche
di sviluppo; - filiera produttiva quale luogo di interesse ove costruire percorsi
di crescita e sviluppo professionale e a cui riferire la progettazione di politiche
formative e del lavoro integrate". Sembrerebbe, quindi, che ogni Patto
debba essere contemporaneamente sia territoriale, sia di filiera. Guardando il
formulario di progetto ed il form di Avviso Pubblico per le imprese, sembrerebbe
invece che una scelta tra PFL territoriale o di filiera possa o, addirittura,
debba essere effettuata. Pertanto, quali sono le opzioni possibili tra queste
3? - un PFL deve essere contemporaneamente territoriale e di filiera; -
un PFL può, ma non necessariamente, essere contemporaneamente territoriale
e di filiera; - un PFL deve essere o territoriale o di filiera e mai entrambe
le cose contemporaneamente. Risposta: Un PFL può essere o territoriale
(aggregato di imprese accomunate dalla sola localizzazione sul medesimo territorio)
o di filiera (aggregato di imprese appartenenti a più settori legati da
rapporti di interdipendenza). |
46 | Domanda: Nel
caso di un patto formativo territoriale il cui soggetto promotore è stato
ufficialmente già costituito ed è stata richiesta la partecipazione
di un ente pubblico "comune" al patto; in considerazione del fatto che
sul territorio di riferimento del comune che ha avanzato richiesta, sono presenti
più imprese disponibili alla partecipazione al patto formativo locale,
può essere prevista l'integrazione di questo comune al soggetto promotore?
Oppure, la sua presenza può essere prevista come soggetto partner? Risposta: L'integrazione
è possibile nel rispetto delle modalità previste dai soggetti che
si sono aggregati come promotori e nel rispetto dei requisiti di ammissibilità
previsti dall'Avviso. |
45 | Domanda: Per
la pubblicazione dell'Avviso pubblico della Manifestazione di interesse c'è
l'obbligo di rispettare i contenuti prescitti nella modulistica allegata al bando,
oppure è possibile inserire altre clausole, ad esempio relative alla stabilizzazione
dei contratti atipici? Risposta: Occorre rispettare i contenuti prescritti
nella modulistica allegata al bando regionale ed in particolare non sono ammissibili
attività formative difformi da quelle previste dall'art. 4 dell'Avviso. |
44 | Domanda: In
riferimento al bando di patti formativi locali, durante le attività di
indagine dei fabbisogni è emersa l'esigenza da parte delle imprese di stabilizzare
quei lavoratori con contratti atipici. in riferimento a ciò ed in risposta
alla pubblicazione dell'avviso pubblico, come bisogna affrontare questa esigenza? Risposta: I
PFL hanno tra gli obiettivi anche quello di favorire l'occupabilità ma
non sono strumenti finalizzati alla stabilizzazione dei contratti atipici. Peraltro,
tali contratti, ancorchè atipici, sono contratti di lavoro e, quindi, i
soggetti così assunti possono essere ammessi agli interventi di formazione
continua. |
43 | Domanda: Le
spese sostenute dal Soggetto Promotore per la pubblicazione, promozione ed assistenza
ai proponenti relativamente all'"Avviso pubblico di manifestazione di interesse"
rientrano tra le spese ammissibili del PFL (si ricorda che esse verranno sostenute
prima della presentazione della proposta di PFL alla Regione Campania)? Risposta: Lo
saranno nell'ambito della progettazione esecutiva. |
42 | Domanda: Può
bastare il termine di 20 giorni di scadenza a far data dal giorno successivo alla
pubblicazione concesso ai soggetti proponenti per la presentazione dei progetti
formativi? Risposta: Nel caso di assenza di specifici vincoli dei soggetti
promotori che compongono l'ATS è opportuno, comunque, un congruo termine
per assicurare la massima partecipazione dei soggetti proponenti |
41 | Domanda: Per
l'emanazione e pubblicizzazione dell' "Avviso pubblico di manifestazione
di interesse" (all. G) riservato alle imprese a quali modalità di
promozione e diffusione (es. pubblicazione su quotidiani, su sito web, etc.) devono
attenersi i soggetti promotori? Risposta: Quelle ritenute più
opportune ovvero quelle previste dalle specifiche normative a cui si devono attenere
i soggetti promotori in base alla loro natura giuridica o regolamentare. |
40 | Domanda: Può
un ente che ha completato la procedura telematica per l'accreditamento quale agenzia
formativa (quindi in possesso del codice ente) ed in possesso di tutta la documentazione
necessaria essere incluso in un patto formativo pur non avendo ricevuto l'audit? Risposta Si,
il requisito sarà verificato ed è indispensabile al momento dell'avvio
delle attività formative. |
39 | Domada: In
una proposta di PFL che ha tra i soggetti promotori un ente locale che risponde
al criterio degli 80.000 abitanti, può parteciparvi anche, sempre come
soggetto promotore, una Unione di Comuni che arriva a 40.000 abitanti, fermo restando
la partecipazione di almeno altre due tipologie di soggetti così come indicato
dal bando? Risposta: No, in quanto ciascun soggetto per partecipare
al PFL nella veste di "promotore" deve rispondere ai requisiti di ammissibilità
previsti dall'Avviso all'art.2. In tal senso, l'Unione può partecipare
aggregandosi all'ente pubblico dotato dei requisiti anche nelle forme previste
dal quesito 34. |
38 | Domada: Nel
seguente rapporto "numero formati nei corsi per formare profili professionali
occupabili ... su numero formati complessivo corsi proposta di PFL", il numero
dei formati profili professionali occupabili considera anche le work esperience?
Il numero dei formati complessivi intende invece anche quelli formati nell'ambito
sociale? Risposta: Si, si considerano anche le WE. Il numero di formati
complessivi include tutti i discenti di tutti i corsi previsti dalla proposta
del PFL. |
37 | Domanda: È
possibile che un comune, non facente parte del soggetto promotore di un Patto,
ma confinante con un comune che è soggetto promotore, faccia parte del
partenariato locale di un PFL territoriale? In caso positivo le imprese localizzate
sul territorio di questo comune possono rispondere alla Manifestazione di interesse
per la presentazione di progetti formativi? Risposta: Non ci sono
limiti alla partecipazione di soggetti al partenariato locale, unico requisito
è la rappresentatività rispetto al territorio/filiera prescelti
a seconda che trattasi di PFL territoriale o di filiera. Per quanto riguarda le
imprese ai fini dell'ammissibilità a proporre interventi formativi è
richiesto che l'Impresa sia operante nel territorio/filiera del costituendo PFL. |
36 | Domada: Nel
caso il soggetto promotore sia composto tra gli altri, da comuni, è possibile
che questi in fase di presentazione facciano promessa di associazione ai sensi
del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 s.m.i.? In tal caso è necessario
che i comuni interessati oltre a sottoscrivere l'Allegato C "Dichiarazione
di impegno ATI", insieme alle altre tipologie di soggetti, facciano anche
una dichiarazione di impegno separata rispetto al T.U.E.L.? Risposta: É
possibile sottoscrivere un impegno ad associarsi. In questo caso, l'Allegato C
dovrà essere siglato dall'ente capofila della costituenda associazione
e alla documentazione della proposta di PFL dovrà essere allegato il documento
da cui risulta l'impegno suddetto. |
35 | Domanda: È
possibile ammettere a valutazione e quindi nella proposta di PFL, progetti formativi
rivolti all'inclusione sociale presentati da soggetti (es. associazioni, scuole,
cooperative sociali, centri di ricerca) che non fanno parte del partenariato locale? Risposta:
SI |
34 | Domanda:
Nella prima pagina dell'Avviso per la Manifestazione di interesse, si chiede di
indicare la data di sottoscrizione del Protocollo di intesa del partenariato locale.
Nel caso di un soggetto promotore che ha ancora in corso la fase di formalizzazione
del partenariato, ma che per evidenti ragioni di tempistica deve pubblicare l'Avviso,
come bisogna comportarsi? Risposta: Ai fini dello sviluppo di una proposta
progettuale, l'attivazione e coinvolgimento del partenariato locale sono richiesti
come elemento qualificante per l'analisi dei fabbisogni propedeutica all'emissione
dell'Avviso di manifestazione di interesse; laddove il partenariato non sia ancora
formalizzato con protocollo si indichino almeno i soggetti del costituendo partenariato
locale. Quindi, il partenariato locale è modificabile sino alla presentazione
della proposta del PFL alla amministrazione regionale. In tal senso, prima dell'emanazione
dell'avviso di manifestazione d'interesse sarebbe necessario che ci fosse almeno
il nucleo preliminare del partenariato. Questo anche tenuto conto che lo stesso
partenariato è uno degli elementi di valutazione del PFL. |
33 | Domanda: In
caso di PFL territoriale, nell'Allegato G "Avviso per la Manifestazione di
interesse" è corretto non compilare per la sezione "C" il
campo Elenco codici ATECO, considerato che l'avviso può rivolgersi ad imprese
che non appartengono allo stesso settore né alla stessa filiera? Rsposta:
È corretto. |
32 | Domanda: Lo
schema di avviso per la Manifestazione di interesse, Allegato G, deve essere compilato
solo nelle parti lasciate in bianco, lasciando inalterate tutte le altre parti?
Risposta: Lo schema della Manifestazione di interesse può essere
integrato mantenendo inalterato l'impianto complessivo. |
31 | Domanda:
Nel caso una impresa risponda alla Manifestazione di interesse per interventi
di work experience quale rapporto numerico deve sussistere tra dipendenti e soggetti
in work esperienze? Risposta: Quello previsto nel Manuale regionale
del FSE. |
30 | Domanda: Nel
caso una impresa risponda alla Manifestazione di interesse per interventi di work
experience per la durata delle WE bisogna rifarsi a quanto indicato dal Manuale
regionale del FSE oppure bisogna avere a riferimento le quote minime e massime
indicate nell'Allegato G dell'Avviso PFL (min 40 ore max 600 ore)? Risposta:
Il riferimento è al Manuale regionale dell'FSE |
29 | Domanda
a): Nel caso una impresa risponda alla Manifestazione di interesse per interventi
di work experience il progetto deve essere riferito ad 1 singola persona (come
previsto dal regolamento FSE), ma nel caso una impresa voglia ospitare più
WE per il medesimo profilo deve presentare tanti progetti uguali per le n°..WE
o è possibile presentare un unico progetto? Risposta:
Nella fase di proposta del PFL, nel caso in cui un'impresa voglia ospitare più
WE per il medesimo profilo deve presentare un unico progetto. Domanda b) Nel
caso una impresa risponda alla Manifestazione di interesse per interventi di work
experience la borsa di studio da prevedersi da piano economico è di 500,00
euro mensili? Rsposta: I limiti della borsa di studio sono quelli previsti
dal Manuale regionale del FSE. Domanda c). Nel caso una impresa
risponda alla Manifestazione di interesse per interventi di work experience per
gli interventi in WE vi è l'obbligo di assunzione? E se si nel rispetto
a quale delle forme contrattuali previste dall'Avviso? Risposta: Se
proposte da imprese le WE rientrano tra le attività formative finalizzate
a "formare profili professionali occupabili attraverso interventi formativi
per l'inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro" e si applicano
gli obblighi occupazionali connessi. Nel caso in cui le stesse WE siano proposte
nell'ambito di attività formative finalizzate a "raggiungere obiettivi
generali di accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio
sociale (inclusione sociale)" non ci sono obblighi di assunzione. |
28 | Domanda: Nell'ipotesi
di un PFL di filiera i codici ATECO elencati nella Manifestazione d'interesse
sono tassativi per le imprese? In altri termini le imprese che hanno un codice
non previsto tra quelli elencati possono presentare un progetto formativo? Risposta: Ai
fini dell'ammissibilità a proporre interventi formativi è richiesto,
all'art. 2 dello schema di Manifestazione di interesse, che l'impresa sia operante
nel territorio/filiera produttiva del costituendo PFL, il codice non è
tassativo ma indicativo per la rispondenza ai requisiti. Pertanto, i soggetti
promotori sono liberi di definire la filiera identificando i codici più
opportuni in base alle loro analisi (le ragioni della scelta andrebbero, peraltro,
opportunamente illustrate). Una volta definite l'insieme delle attività
che compongono la filiera le stesse sono vincolanti nella raccolta delle Manifestazioni
di interesse. |
27 | Domanda: Riguardo
ai codici attività da inserire nell'avviso pubblico deve farsi riferimento
agli ATECO FIN 2004 o agli ATECO 2002? Rispoosta: ATECO 2002 |
26 | Domanda Uno
stesso soggetto (sia esso azienda o ente di formazione) può prender parte
al partenariato siglando il Protocollo d'intesa e presentare nel contempo un progetto
formativo attraverso la Manifestazione d'interesse? Rsposta: SI |
25 | Domanda:
La stessa agenzia formativa può collaborare con diverse imprese partecipanti
in diversi PFL? Risposta: SI |
24 | Domanda:
Un ente di formazione nominato dal soggetto capofila per le attività di
project manager può essere considerato soggetto promotore? In tal caso
è vincolato alla partecipazione ad un solo Patto oppure potrebbe ancora
essere designato come agenzia formativa in un altro PFL? Risposta Gli
enti di formazione non sono tra le tipologie di soggetti ammessi a presentare
proposte progettuali di PFL come promotori; non esiste un limite per i soggetti
esterni che sono delegati dai capofila di PFL allo svolgimento di attività
di project management a partecipare a più di un PFL. |
23 | Domanda: Il
Comitato Gestore del PFL deve essere costituito da un rappresentante per ciascun
soggetto firmatario, oppure può prevedere una composizione ridotta ad alcuni
membri individuati dal partenariato medesimo? Risposta: Le modalità
di composizione e di organizzazione del Comitato Gestore rientra nella discrezionalità
dei soggetti promotori e del partenariato. In tal senso, la dimensione e le modalità
di funzionamento devono garantire allo stesso tempo pluralismo e snellezza operativa. |
22 |
Domanda: De minimis - nuovo valore 200.000 , deve essere adeguato rispetto
a quanto previsto nel bando ? Risposta: L'intensità degli aiuti
concessi alle imprese per le attività formative sarà pertanto definita
in coerenza con le disposizioni contenute nel nuovo regolamento per il de minimis
(1998/06) e nei nuovi regolamenti sugli aiuti alla formazione che sono in via
di approvazione, la cui applicazione per le maggiorazioni applicabili ai territori
maggiormente assistiti saranno oggetto di successivi chiarimenti. Ai fini
della determinazione del contributo pubblico concedibile, le imprese beneficiarie
degli interventi approvati saranno chiamati ad optare per l'applicazione di uno
dei regimi previsti dai Regolamenti attraverso apposita dichiarazione da allegare
al Piano Attuativo di cui all'art. 5. La disciplina prevista nei suddetti regimi
si applicherà ai progetti formativi presentati sia direttamente dalle imprese
che dai Consorzi o ATI, rilevando esclusivamente il fatto che l'impresa è
da ritenersi in ambedue i casi beneficiaria dell'attività formativa e del
contributo. |
21 | Domanda: Priorità
di settore : in che senso se ne terrà conto nella redazione delle graduatorie
tra PFL ricevuti? Risposta: Esiste una riserva di fondi del .20% così
come previsto nell'art. 7 |
20 | Domanda: E'
prevista per le imprese la possibilità di ricorso avverso alla graduatoria
della lista di priorità che si crea per ciascun PFL ? Risposta: I
soggetti proponenti che prima della formale presentazione della proposta di P.F.L.
alla Regione Campania intendono avanzare contestazioni avverso la graduatoria
della lista di priorita' predisposta dai soggetti promotori, possono avvalersi
di tutti gli strumenti previsti dall'ordinamento al fine di garantire la tutela
della situazione giuridica soggettiva che si pretende essere stata lesa .
Sul punto si rileva: a) la finalita' dell'avviso per la manifestazione di interesse
è quella di raccogliere proposte di intervento da inserire nella proposta
di PFL. L'inserimento in posizione utile nella graduatoria della lista di priorita'
rappresenta pertanto per la impresa proponente una mera chance di accedere al
finanziamento subordinata alla valutazione dell'intera proposta formativa del
costituendo P.F.L. effettuata dalla Regione quale unica stazione appaltante; b)
la Regione Campania quale stazione appaltante potra' procedere alla valutazione
di quelle sole proposte di P.F.L. che potranno considerarsi come domande di finanziamento
formulate in modo certo e definitivo , nonche' presentate nel rispetto dei tempi
, forme e modalita' previste nell'"Avviso Pubblico per la Sperimentazione
di Patti Formativi Locali". |
19 | Domanda: Perché
sono previsti limiti alla articolazione temporale dell'intervento se per la realizzazione
degli stessi è stabilito il termine del 31.07.2008 nel bando regionale,
poi ribadito a pag. 5 dell'Avviso di Manifestazione di interesse? I soggetti proponenti
possono ridurre ulteriormente questo termine? Risposta: Il termine del
31/07/2008 è il limite massimo per la chiusura del PFL. In tal senso, ai
fini dell'organizzazione dell'attività di rendicontazione i soggetti proponenti
possono identificare un termine più prossimo. |
18 | Domanda: È
possibile la partecipazione come promotore di un consorzio di imprese ovvero di
una società consortile in cui la maggioranza dei diritti di voto e delle
quote sia in mano ad imprese? Risposta: SI |
17 | Domanda: Allegato
1 A : a cosa si riferiscono i 2 anni di riferimento per il calcolo alle unità
lavorative? Risposta: Il riferimento è agli ultimi due esercizi
completi precedenti quello di presentazione della proposta di PFL |
16 | Domanda: Allegato
1 A : i tre anni si riferiscono al triennio fiscale? Risposta: Il riferimento
è agli ultimi tre bilanci chiusi |
15 | Domanda: Avviso
di Manifestazione interesse per i soggetti proponenti: alcuni punteggi sono da
esprimere in valore max oppure secco ? Risposta: In valore massimo |
14 | Domanda:
Il soggetto proponente può stabilire autonomamente i termini temporali
entro i quali le imprese devono presentare la loro Manifestazione di interesse? Risposta: Si,
nel rispetto dei vincoli normativi dei soggetti che compongono l'ATS promotore
della proposta progettuale. Nel caso di assenza di specifici vincoli è
opportuno, comunque, prevedere un congruo termine per assicurare la massima partecipazione
dei soggetti proponenti. |
13 | Domanda: La
composizione del Comitato gestore deve essere comunicata con il Protocollo di
Intesa partenariato sociale? Risposta: SI |
12 | Domanda:
Quali sono i termini temporali per la sottoscrizione del Protocollo di Intesa
partenariato sociale Risposta: Entro la data di presentazione della
proposta progettuale di PFL, anche se una attivazione tempestiva del Partenariato
rappresenta un elemento premiante della proposta del PFL |
11 | Domanda: Il
Protocollo di Intesa partenariato sociale deve essere sottoscritto dai partner
e dai soggetti promotori o solamente dai partner? Risposta: Dai partner
e dai soggetti promotori |
10 | Domanda: Nel
caso sia stata presentata richiesta di assistenza tecnica comunicando la costituzione
del soggetto promotore o del partenariato locale, è possibile, entro la
data di presentazione del PFL, integrare o modificare la costituzione del soggetto
promotore o del partenariato? Risposta: SI |
9 | Domanda: Per
avvalersi della attività di assistenza tecnica fornita dalla Regione Campania
entro 30 giorni dalla pubblicazione dell'Avviso regionale è sufficiente
comunicare la costituzione del soggetto promotore oppure è necessaria anche
la comunicazione del partenariato ? Risposta: Il termine è ordinatorio
e non perentorio. Per l'attivazione è necessario inviare una apposita richiesta,
via fax (081-7966454), oppure con una mail al Dirigente preposto all'indirizzo
mail pattiformativi@regione.campania.it, allegando la documentazione comprovante
l'esistenza del comitato dei promotori ovvero anche l'attivazione del partenariato. |
8 | Domanda: Cosa
si intende per modello organizzativo di partenariato? Risposta: La volontà
di coinvolgere stabilmente e fattivamente il partenariato, descrivendo in maniera
chiara ed esaustiva ruoli e responsabilità dei partner sia nella fase di
proposta che di attuazione del PFL |
7 | Domanda:
Il "Cofinanziamento" del PFL da parte del soggetto promotore: è
obbligatorio o serve solo per la valutazione da parte della Regione? Esiste una
quota minima? Per quali soggetti : promotori, proponenti, partenariato locale,
oppure anche da parte di soggetti esterni ulteriori ad esempio le agenzie formative
coinvolte? Risposta: Il cofinanziamento del PFL è un parametro
di valutazione. È obbligatorio solo per le imprese che propongono interventi
di formazione continua nel limite del 20%. Il cofinanaziamento ulteriore, che
può essere proposto da qualsiasi soggetto che partecipa al PFL, è
elemento di qualificazione rispetto al parametro di valutazione. |
6 | Domanda:
Il "Cofinanziamento" a carico delle imprese proponenti interventi di
formazione finalizzati all'inserimento lavorativo: è solamente un parametro
che viene utilizzato dal soggetto promotore per effettuare la graduatoria della
lista di priorità? Risposta: SI |
5 | Domanda: Intensità
aiuti: dove e quando va esplicita l'opzione della impresa tra regime regionale
e de minimis? Risposta: In fase di Progettazione Attuativa, così
come indicato nell'art. 5 dell'Avviso regionale per la sperimentazione dei Patti
formativi locali |
4 | Domanda: Esistono
limiti numerici per i soggetti che intendono essere "partner" ? Risposta:
NO |
3 | Domanda: Chi
partecipa come "promotore" in un PFL può essere "partner"
in un altro PFL ? Risposta: SI |
2 | Domanda: Il
soggetto capofila deve essere scelto tra i soggetti promotori ? Risposta:
SI |
1 | Domanda: Il
Dipartimento universitario può essere soggetto promotore del Patto? Risposta: No
visto quanto disposto dall'art 2 punto 1 dell'"Avviso regionale per la sperimentazione
dei Patti formativi locali" che prevede come soggetto promotore l'Università
con impegno formale del rettore. In tal senso, la possibilità di essere
promotore in un massimo di 3 proposte di PFL è applicabile a livello di
Ateneo. |